I comuni italiani cercano un equilibrio tra videosorveglianza efficace e rispetto della privacy dei cittadini
Il bisogno di sicurezza è fondamentale per i cittadini e non stupisce che questa necessità rientri tra i bisogni primari, come già da tempo dimostrato da una varietà di studi, inclusa la celebre piramide di Maslow.
In un mondo in continua evoluzione, la necessità di adottare delle nuove tecnologie capaci di aumentare la sicurezza è un tema sempre più discusso. L’obiettivo è raggiungere un equilibrio tra una videosorveglianza efficace e il rispetto della privacy dei cittadini.
L’adozione di tecnologie intelligenti
Un primo passo verso questo equilibrio potrebbe nascondersi dietro l’adozione di tecnologie intelligenti, intese come quelle strumentazioni che riescono a raccogliere e analizzare solo i dati che servono davvero, ignorando o addirittura cancellando quelli potenzialmente lesivi per la privacy. Con l’ausilio di tali tecnologie sarebbe quindi possibile filtrare, censurare o eliminare dettagli irrilevanti prediligendo ciò che, eventualmente, potrebbe essere davvero utile in caso di una indagine.
Se, invece, la questione della privacy riguarda fattori ambientali o estetici, come per esempio disporre di telecamere discrete che non siano in aperto contrasto con l’ambiente o l’architettura, allora chi decide di installare queste apparecchiature dovrà scegliere con cura il modello, in modo che sia adatto sia alle esigenze di funzionalità e sicurezza, sia a quelle di privacy e discrezione.
Tra i modelli esistenti, la maggior parte degli acquirenti sembra voler approfondire cos’è una telecamera bullet, una domanda, questa, che è sintomo della necessità di conciliare la tutela della privacy alla sicurezza attraverso una videosorveglianza integrata e completa, idealmente compresa di cloud per le informazioni acquisite e strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi smart dell’ambiente e dei movimenti di merci e persone.
In particolare per quei contesti che avvertono l’esigenza di ripartire, di ricostruire e di ricominciare su una base di fiducia nelle istituzioni e di buon vicinato, tali soluzioni potrebbero rappresentare un passo in avanti verso il raggiungimento di questi obiettivi di sicurezza.
Insegnare alle persone come usarle
In primis, per sfruttare al meglio la tecnologia, è necessario istruire al controllo gli addetti alla supervisione.
La seconda alternativa sarebbe sicuramente una novità nella maggior parte dei casi, ma potrebbe rappresentare una nuova frontiera per la sicurezza, che in questo modo partirebbe dai privati cittadini ovvero organizzarsi sotto forma di comitato allo scopo di redistribuire la responsabilità a un ente o gruppo capace di supervisionarsi dall’interno, e collaborare magari con la Protezione Civile, in modo da restare sempre al servizio della comunità.
Dato che il mondo progredisce sempre verso nuove tecnologie, è importante che anche le persone riescano a stare al passo coi tempi. Imparare a saper usare queste strumentazioni innovative può davvero portare il bisogno di sicurezza e di privacy verso nuovi livelli, riuscendo a conciliare due dimensioni che a volte sembrano trovarsi in aperto contrasto.
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