Il Cammino di Sant’Ignazio: tutto quello che c’è da sapere

Maggio 29, 2025 - 15:30
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Il Cammino di Sant’Ignazio: tutto quello che c’è da sapere

Il Cammino di Sant’Ignazio è un itinerario lungo circa 650 km, che attraversa la Spagna da nord a sud-est, partendo dal Santuario di Loyola nei Paesi Baschi e concludendosi al Santuario di Manresa, in Catalogna. Il percorso segue le orme compiute nel 1522 da Íñigo López de Loyola, conosciuto come Sant’Ignazio, fondatore della Compagnia di Gesù, nel momento cruciale della sua conversione spirituale.

A differenza del più celebre Cammino di Santiago, l’itinerario ignaziano è meno frequentato, più introspettivo e orientato alla riflessione personale. È stato pensato come un’esperienza che unisce cammino fisico e pellegrinaggio interiore, in cui i paesaggi attraversati – così diversi tra loro – riflettono anche le trasformazioni emotive e spirituali di chi lo percorre.

Il tragitto si snoda attraverso cinque comunità autonome spagnole: Paesi Baschi, Navarra, La Rioja, Aragona e Catalogna, offrendo un’immersione profonda nella varietà culturale e geografica della penisola iberica. Il cammino attraversa montagne, valli, altopiani desertici e colline vitate, toccando borghi medievali, città storiche, monasteri e santuari.

La storia del cammino

Il Cammino di Sant’Ignazio nasce dall’esperienza personale di Íñigo di Loyola, un cavaliere nobile e ambizioso che nel 1521, durante l’assedio di Pamplona, venne gravemente ferito da una cannonata. Costretto a una lunga convalescenza nella casa di famiglia, lesse testi religiosi e agiografie, tra cui la Vita di Cristo e le vite dei santi, che segnarono profondamente la sua coscienza e lo spinsero verso una radicale trasformazione spirituale.

Una volta ristabilito, Ignazio decise di rinunciare alla vita mondana e partire per Gerusalemme, intraprendendo il suo primo viaggio come pellegrino. Iniziò così un lungo cammino che lo portò da Loyola a Manresa, passando per Arantzazu, Logroño, Saragozza, Montserrat, seguendo una rotta mossa da fede, penitenza e desiderio di servire Dio.

Il momento più intenso del viaggio fu quello vissuto a Manresa, dove rimase per quasi un anno e dove, secondo la tradizione, ricevette profonde intuizioni spirituali che avrebbero poi dato forma ai suoi Esercizi Spirituali. In questi scritti, Ignazio codificò un metodo di meditazione e discernimento che ancora oggi guida milioni di persone nel mondo.

Oggi, il cammino non è solo una rievocazione storica, ma anche un percorso progettato per accompagnare l’esperienza personale del pellegrino, con punti di meditazione, segnaletica ispirata e simboli ignaziani che aiutano a vivere il viaggio non solo con i piedi, ma anche con la mente e il cuore.

Le tappe del Cammino di Sant’Ignazio

Il Cammino di Sant’Ignazio è suddiviso in 27 tappe, pensate per seguire il tragitto originale percorso dal santo nel 1522. L’itinerario attraversa cinque regioni spagnole, alternando tratti montuosi, pianeggianti e collinari, con difficoltà variabili e paesaggi sempre diversi. Le tappe sono concepite per offrire al pellegrino un cammino graduale, adatto sia alla contemplazione che alla sfida fisica:

  • Tappa 1: Loyola – Zumarraga (17,6 km, 200 m D+, 4h)
  • Tappa 2: Zumarraga – Arantzazu (19,3 km, 200 m D+, 4h e 15′)
  • Tappa 3: Arantzazu – Araia (17,6 km, 200 m D+, 4h)
  • Tappa 4: Araia – Alda (21 km, 350 m D+, 4h e 40′)
  • Tappa 5: Alda – Genevilla (23,2 km, 350 m D+, 5h)
  • Tappa 6: Genevilla – Laguardia (26,3 km, 350 m D+, 6h)
  • Tappa 7: Laguardia – Navarrete (18,9 km, 200 m D+, 4h e 30′)
  • Tappa 8: Navarrete – Logroño (12,8 km, 200 m D+, 3h)
  • Tappa 9: Logroño – Alcanadre (30,4 km, 450 m D+, 6h e 45′)
  • Tappa 10: Alcanadre – Calahorra (20,5 km, 350 m D+, 4h e 30′)
  • Tappa 11: Calahorra – Alfaro (24 km, 350 m D+, 5h e 30′)
  • Tappa 12: Alfaro – Tudela (24,5 km, 350 m D+, 5h e 30′)
  • Tappa 13: Tudela – Gallur (35,9 km, 600 m D+, 8h)
  • Tappa 14: Gallur – Alagón (21,2 km, 350 m D+, 4h e 40′)
  • Tappa 15: Alagón – Saragozza (28,7 km, 450 m D+, 6h e 30′)
  • Tappa 16: Saragozza – Fuentes de Ebro (30,2 km, 450 m D+, 6h e 40′)
  • Tappa 17: Fuentes de Ebro – Venta de Santa Lucía (28,4 km, 450 m D+, 6h e 20′)
  • Tappa 18: Venta de Santa Lucía – Bujaraloz (20,5 km, 350 m D+, 4h e 30′)
  • Tappa 19: Bujaraloz – Candasnos (20,2 km, 350 m D+, 4h e 30′)
  • Tappa 20: Candasnos – Fraga (26,3 km, 350 m D+, 6h)
  • Tappa 21: Fraga – Lleida (32,4 km, 450 m D+, 7h)
  • Tappa 22: Lleida – El Palau d’Anglesola (25 km, 350 m D+, 5h e 30′)
  • Tappa 23: El Palau d’Anglesola – Verdú (24,6 km, 350 m D+, 5h e 30′)
  • Tappa 24: Verdú – Cervera (16,3 km, 200 m D+, 3h e 30′)
  • Tappa 25: Cervera – Igualada (37,8 km, 600 m D+, 8h e 30′)
  • Tappa 26: Igualada – Montserrat (25,8 km, 450 m D+, 5h e 45′)
  • Tappa 27: Montserrat – Manresa (24 km, 350 m D-, 5h e 20′)

Punti di interesse lungo il cammino

Lungo il Cammino di Sant’Ignazio si incontrano luoghi di grande valore storico, artistico e spirituale, che arricchiscono il percorso e invitano il pellegrino a soste significative. Ecco una selezione dei principali punti di interesse, tappa per tappa:

  • Loyola: punto di partenza del cammino, ospita il maestoso Santuario di Loyola, con la sua imponente basilica barocca progettata da Carlo Fontana, e la casa natale di Sant’Ignazio, una torre medievale inglobata nel complesso religioso.
  • Arantzazu: situata tra le montagne basche, è celebre per il Santuario di Nostra Signora di Arantzazu, un edificio moderno e audace che custodisce opere di importanti artisti baschi contemporanei.
  • Logroño: capitale della Rioja, conserva la Cattedrale di Santa María la Redonda, con le sue caratteristiche torri gemelle, e i resti del muro di Revellín, testimonianza dell’antico sistema difensivo della città.
  • Saragozza: tappa urbana tra le più significative del cammino, vanta la splendida Basilica di Nostra Signora del Pilar, santuario mariano di riferimento nazionale, e il Palazzo dell’Aljafería, fortezza islamica risalente all’XI secolo, oggi sede del parlamento aragonese.
  • Fraga: cittadina che offre due soste curiose e storiche: il Palazzo Montcada, edificio rinascimentale oggi centro culturale, e il Monumento a la Dona de Faldetes, che celebra l’identità tradizionale femminile della città.
  • Lleida: capoluogo catalano dominato dalla spettacolare Seu Vella, cattedrale romanico-gotica situata in cima a una collina, e sede anche del Museu Morera, dedicato all’arte moderna e contemporanea catalana.
  • Montserrat: uno dei luoghi spirituali più intensi della Spagna. Qui sorge il Monastero di Santa Maria de Montserrat, con la celebre Madonna Nera, patrona della Catalogna. Il Museo di Montserrat completa la visita con opere di Picasso, Dalí e Caravaggio.
  • Manresa: punto d’arrivo del cammino, è indissolubilmente legata alla figura di Sant’Ignazio. Imperdibili la Grotta di Sant’Ignazio (Santa Cova), dove il santo trascorse mesi in meditazione, e la Basilica di Santa Maria de la Seu, chiesa gotica che domina la città e custodisce importanti testimonianze religiose.

Indicazioni per affrontare il Cammino di Sant’Ignazio

Percorrere il Cammino di Sant’Ignazio significa affrontare un viaggio lungo, vario e impegnativo, che alterna tratti urbanizzati a zone semi-desertiche, salite montane a camminate su asfalto. Per questo motivo, è fondamentale prepararsi con cura, sia fisicamente che logisticamente.

  • Allenamento mirato: molte tappe superano i 25 km e alcune (come la Cervera–Igualada) arrivano oltre i 35 km. È consigliabile allenarsi su lunghe distanze e simulare camminate consecutive per almeno una settimana, includendo tratti su fondo duro come l’asfalto.
  • Gestione del caldo: in zone come l’Aragona e la Catalogna, il sole può essere implacabile. Tappe come Tudela–Gallur o Fraga–Lleida si svolgono in ambienti poco ombreggiati, quindi è essenziale partire presto al mattino, portare con sé scorte d’acqua abbondanti (almeno 2 litri), e coprirsi con cappello e crema solare.
  • Navigazione: sebbene esista una segnaletica ufficiale (simbolo a forma di “Y” ignaziana), in alcuni tratti la segnaletica è assente o confusa. È vivamente consigliato utilizzare una traccia GPS aggiornata o un’app dedicata con le tappe geolocalizzate.
  • Alloggi: il cammino non è ancora capillarmente strutturato come il Camino de Santiago. È utile prenotare in anticipo, specialmente nei tratti meno turistici tra Logroño e Saragozza.
  • Scarpe e abbigliamento: servono scarpe molto resistenti all’usura dell’asfalto, poiché buona parte del percorso è su strade secondarie e sentieri battuti. Utili i bastoncini da trekking per le salite verso Montserrat e per scaricare il peso dalle ginocchia nei tratti più lunghi.

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Quando partire e come prepararsi

Il periodo migliore per affrontare il Cammino di Sant’Ignazio è tra aprile e giugno, oppure tra settembre e ottobre. In primavera, i paesaggi dei Paesi Baschi e della Navarra sono rigogliosi e verdi, mentre l’Aragona, più arida, risulta ancora percorribile senza temperature estreme. L’autunno regala invece giornate fresche, colori caldi e maggiore tranquillità, con meno viaggiatori lungo il percorso.

È fortemente sconsigliato affrontare il cammino nei mesi centrali dell’estate (luglio-agosto), soprattutto nei tratti tra Tudela, Gallur e Fraga, dove l’esposizione al sole è totale e le temperature superano facilmente i 35°C. Anche l’inverno può presentare difficoltà, soprattutto nei tratti montani dei Paesi Baschi, dove neve e piogge possono rendere il cammino impraticabile.

Scegliere il Cammino di Sant’Ignazio significa intraprendere un viaggio di trasformazione. È un’esperienza meno conosciuta rispetto ad altri itinerari spirituali, ma proprio per questo più autentica e raccolta. Non c’è folla, non ci sono automatismi: ogni passo richiede attenzione, ogni giorno impone un dialogo interiore.

È un cammino adatto a:

  • chi ha già affrontato altri pellegrinaggi e cerca qualcosa di più intimo e silenzioso;
  • chi desidera mettersi alla prova fisicamente e mentalmente, su lunghe distanze poco assistite;
  • chi vive un momento di cambiamento, transizione o ricerca personale, e vuole riflettere in movimento, seguendo le tracce di un uomo che ha trasformato una ferita in una vocazione;
  • chi ama la spiritualità ignaziana o desidera avvicinarvisi con uno spirito aperto, anche senza essere credente.

Fare questo cammino significa uscire dai sentieri più battuti, attraversare paesi dove pochi parlano inglese, ascoltare il suono delle proprie scarpe su strade isolate. È un cammino per chi cerca radicamento, essenzialità e verità.

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Redazione Redazione Eventi e News