Il ritorno del fiume Roding: natura e comunità a Ilford

Lug 25, 2025 - 02:30
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Il ritorno del fiume Roding: natura e comunità a Ilford

A Londra est c’è un fiume dimenticato, nascosto tra tangenziali e complessi industriali, che sta per tornare protagonista grazie a un ambizioso progetto di rigenerazione urbana: “Ilford Arrival”. Finanziato con 3 milioni di sterline dalla Greater London Authority nell’ambito del Civic Partnership Programme, questo intervento trasformerà una zona trascurata del quartiere di Ilford in un corridoio verde accessibile, vivibile e ricco di significati sociali. Tra ponti pedonali, pocket park, nuovi percorsi fluviali e coinvolgimento comunitario, Ilford si prepara a riscoprire il valore del suo paesaggio naturale e umano.

Il Civic Partnership Programme e la rinascita urbana del Roding

Il Civic Partnership Programme (CPP) è uno dei progetti più ambiziosi del sindaco di Londra per ridurre disuguaglianze urbane, migliorare la vivibilità dei quartieri meno centrali e contrastare gli effetti del cambiamento climatico attraverso la rigenerazione partecipata. Il fondo, da 12 milioni di sterline complessive, finanzia interventi mirati nei boroughs con maggiore necessità di infrastrutture civiche e spazi pubblici.

Nel caso di Ilford, l’intervento riguarda una porzione del fiume Roding, affluente del Tamigi che attraversa zone di Londra est ma che, nel tempo, è stato progressivamente oscurato da urbanizzazioni invasive, recinzioni, edifici industriali e discariche. Il tratto fluviale coinvolto nel progetto è quello che scorre nei pressi del centro cittadino di Ilford, a pochi minuti a piedi dalla stazione ferroviaria. Secondo Daniel Rea, direttore dello studio urbanistico Periscope, incaricato della progettazione: “Quello che dovrebbe essere un bene pubblico è oggi quasi dimenticato, imprigionato da infrastrutture e inaccessibilità”.

L’obiettivo principale è restituire visibilità, accesso e funzione pubblica a questo tratto del fiume, trasformandolo in una vera e propria infrastruttura verde. Il progetto prevede la costruzione di un ponte pedonale, l’inserimento di un pocket park, la realizzazione di un sentiero fluviale (riverside walk) accessibile a tutti e la rinaturalizzazione di un’ex area da golf dismessa, per creare un habitat integrato tra acqua, vegetazione e socialità.

Ma Ilford Arrival non è soltanto un progetto ambientale: è anche una politica civica e culturale. La selezione dell’area, come spiegato dalla stessa Greater London Authority, risponde alla volontà di agire in contesti dove le disuguaglianze sociali e gli effetti delle crisi recenti (pandemia, inflazione, crisi climatica) hanno colpito più duramente. La rinascita del fiume Roding si lega quindi a un’idea di giustizia spaziale: ridare spazio pubblico a chi ne è stato privato.

Architettura del cambiamento: spazio, giovani e co-progettazione

Il vero cuore di questo progetto, però, non è fatto di cemento e sentieri, ma di persone. La componente sociale è infatti centrale nel disegno di Ilford Arrival. Non si tratta di una rigenerazione imposta dall’alto, ma costruita attraverso un processo di coinvolgimento attivo dei cittadini, in particolare delle fasce più marginalizzate.

In questa ottica si inserisce il lavoro di Diverse Dialogues, organizzazione culturale che ha guidato un gruppo di ragazze e giovani donne tra i 16 e i 25 anni in un percorso di progettazione urbana partecipata. Secondo la fondatrice Kuljeet Sibia, “non basta ascoltare le comunità, bisogna dare loro il potere reale di intervenire nelle decisioni che le riguardano”. Questo approccio è stato applicato in ogni fase: dalla concezione degli spazi alla loro futura gestione.

I laboratori di co-design hanno prodotto prototipi di panchine, percorsi, segnaletica e arredi urbani, ma anche discussioni sulle priorità: sicurezza, accessibilità, interazione. Molte delle ragazze coinvolte non avevano mai partecipato a un processo decisionale, né avevano mai avuto modo di confrontarsi con architetti, urbanisti, ingegneri. Il progetto ha quindi anche una funzione educativa e civica, creando agency e consapevolezza nei giovani cittadini, che potranno considerarsi davvero co-autori del nuovo spazio pubblico.

Il design, firmato da Periscope Studio, fonde minimalismo contemporaneo e attenzione ecologica: materiali locali, sistemi di drenaggio sostenibili (SUDS), illuminazione LED e vegetazione autoctona faranno di quest’area un esempio di urbanismo ecologico e adattivo. I ponti e le piattaforme in legno saranno integrati nel paesaggio senza interrompere la continuità ecologica del fiume. Il pocket park, inoltre, ospiterà eventi comunitari e potrà essere curato da associazioni locali.

Un fiume da riscoprire: storia e potenzialità del Roding

Il fiume Roding è uno dei corsi d’acqua meno noti di Londra, ma la sua storia è antichissima. Nasce nell’Essex e scorre verso sud attraversando Barking, Ilford, Wanstead e Redbridge, prima di sfociare nel Thames Gateway. Per secoli è stato usato per il trasporto di merci e per l’irrigazione delle campagne. Nel Novecento, però, l’urbanizzazione ha ridotto drasticamente il suo ruolo: arginato, coperto, ignorato. La zona intorno al fiume è stata destinata a funzioni marginali: parcheggi, depositi, infrastrutture.

Negli ultimi anni, però, diversi enti – tra cui la stessa Environment Agency – hanno riscoperto il potenziale del Roding come corridoio ecologico, e alcuni progetti pilota sono stati lanciati a Barking Riverside e Redbridge per riqualificare tratti specifici. Tuttavia, Ilford rappresenta il primo caso in cui la rigenerazione fluviale viene integrata a un programma sociale e culturale su scala urbana.

Il ritorno del fiume nella vita pubblica si collega anche a una visione più ampia: ripensare Londra come città d’acqua. Non solo il Tamigi, ma anche fiumi minori come il Lea, il Wandle o il Roding stanno tornando al centro della pianificazione urbana, grazie a strategie come Blue Green Infrastructure, che puntano a integrare risorse idriche e aree verdi per aumentare la resilienza climatica.

Per i cittadini di Ilford, questo significa accesso a nuovi spazi di qualità, possibilità di muoversi a piedi o in bicicletta lungo la riva, godere di natura e bellezza in un contesto urbano spesso ostile. Ma significa anche costruire identità, senso di appartenenza, relazione con il territorio. Come ha dichiarato uno dei giovani partecipanti al progetto: “È la prima volta che sento che questo posto mi rappresenta”.

Il progetto è attualmente in fase esecutiva e l’inaugurazione del primo tratto è prevista entro la fine del 2025. I promotori sperano che possa diventare un modello replicabile in altri quartieri. E chissà, magari anche un nuovo simbolo per una Londra che mette l’ambiente e le persone al centro.


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