Il Ritorno del Regno Unito in Horizon Europe: Una Nuova Era per la Ricerca Scientifica Britannico-Europea
Dopo una pausa forzata durata tre anni a causa della Brexit, il Regno Unito è ufficialmente rientrato nel programma europeo di ricerca e innovazione Horizon Europe. Questa decisione, annunciata nel 2023 e concretizzatasi nel 2024, rappresenta un passo fondamentale per la comunità scientifica britannica, che potrà nuovamente accedere a uno dei più grandi fondi di finanziamento per la ricerca al mondo.
Cos’è Horizon Europe
Horizon Europe è il programma quadro dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, con un budget complessivo di oltre 95 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di promuovere la scienza di eccellenza, affrontare le sfide globali e rendere l’Europa competitiva a livello mondiale nel campo dell’innovazione.
I progetti finanziati coprono una vasta gamma di ambiti: dalle scienze della vita alla sostenibilità ambientale, dall’intelligenza artificiale alle tecnologie quantistiche, fino all’innovazione nei settori industriali e sociali.
Il rientro del Regno Unito: contesto e impatto
Con l’uscita ufficiale dall’Unione Europea nel gennaio 2020, il Regno Unito aveva perso l’accesso diretto a Horizon Europe. Sebbene fosse previsto un meccanismo di associazione per consentire ai paesi terzi di continuare a partecipare al programma, le complicazioni politiche e commerciali tra Londra e Bruxelles avevano congelato ogni possibilità concreta fino al 2023.
Il ritorno del Regno Unito è stato accolto con favore sia dalla comunità scientifica britannica che da quella europea. Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea, solo nel primo anno di rientro (2024), i ricercatori del Regno Unito hanno ricevuto circa £500 milioni in finanziamenti. Il paese si è immediatamente posizionato come quinto per numero di progetti approvati, a testimonianza della qualità della ricerca scientifica britannica e della sua capacità di attrarre investimenti.
Le università in prima linea
Tra le principali beneficiarie di questo ritorno spiccano le università più prestigiose del Regno Unito:
- University of Oxford: attiva in numerosi progetti europei nel campo della biomedicina, della sostenibilità e delle scienze sociali.
- University of Cambridge: con forti competenze nelle scienze dei materiali, nel cambiamento climatico e nelle tecnologie digitali.
- University College London (UCL): riconosciuta a livello globale per l’interdisciplinarità e la ricerca applicata.
- Imperial College London: particolarmente attiva nei settori della bioingegneria, dell’intelligenza artificiale e della fisica applicata.
Queste istituzioni, che negli anni della Brexit avevano lamentato una perdita di competitività e difficoltà nel mantenere collaborazioni internazionali, stanno ora recuperando rapidamente terreno.
Collaborazioni rinnovate
Uno dei maggiori vantaggi del rientro in Horizon Europe è la possibilità di collaborare nuovamente con i partner europei in modo strutturato. Negli anni di assenza dal programma, molti consorzi di ricerca avevano dovuto escludere partner britannici, limitando la condivisione di risorse e conoscenze.
Ora, con la piena reintegrazione, ricercatori britannici possono partecipare a bandi di gara europei, formare consorzi multinazionali e contribuire a definire le priorità di ricerca dell’intero continente.
Anche molte start-up innovative e PMI britanniche nel settore deep tech hanno salutato con entusiasmo la notizia, poiché Horizon Europe non finanzia solo università ma anche imprese ad alto potenziale tecnologico.
Un segnale politico oltre che scientifico
Il rientro del Regno Unito in Horizon Europe non è solo una questione accademica o economica, ma anche un importante segnale politico. Dopo anni di tensioni post-Brexit, questa decisione testimonia la volontà di Londra e Bruxelles di ristabilire una cooperazione strategica nel campo della scienza e della tecnologia, settori cruciali per affrontare le sfide globali comuni come il cambiamento climatico, la digitalizzazione e le pandemie.
In un mondo sempre più multipolare e competitivo, la collaborazione transnazionale è essenziale. L’isolamento scientifico rischiava di minare la posizione del Regno Unito come hub globale dell’innovazione. Il ritorno in Horizon rappresenta, quindi, anche un atto di pragmatismo e lungimiranza politica.
Le prospettive future
Con ancora tre anni di programma (fino al 2027), il Regno Unito ha l’opportunità di consolidare la sua posizione come uno dei principali attori scientifici europei. Il governo britannico ha già dichiarato che intende rafforzare ulteriormente i fondi nazionali di cofinanziamento per attrarre più ricercatori e incentivare la partecipazione al programma.
Inoltre, si prevede una maggiore sinergia tra Horizon Europe e altre iniziative come l’UKRI (UK Research and Innovation) e il National Science and Technology Council, per massimizzare l’impatto della ricerca finanziata.
Verso una nuova stagione di cooperazione scientifica
Il ritorno del Regno Unito in Horizon Europe rappresenta un momento chiave per la scienza britannica e per la cooperazione europea. Dopo anni di incertezza, si apre una nuova fase di collaborazione, opportunità e innovazione. Le università, le imprese e i ricercatori britannici possono finalmente tornare a guardare all’Europa non solo come a un mercato, ma come a un partner strategico per costruire il futuro della scienza e della società.
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