Ilva, Italia messa in mora per non esecuzione sentenza della Corte Ue
Bruxelles, 7 mag. (askanews) – La Commissione europea ha inviato oggi una nuova lettera di messa in mora all’Italia per il mancato recepimento corretto e integrale della Direttiva sulle emissioni industriali (Direttiva 2010/75/Ue), e per non averne rispettato alcune disposizioni, in particolare riguardo alla gestione dello stabilimento Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto e alla sua autorizzazione in base alla valutazione d’impatto ambientale.
La Direttiva sulle emissioni industriali mira a prevenire, ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento derivante dalle attività industriali, al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente.
Una prima procedura d’infrazione della Commissione contro l’Italia su questa problematica si era conclusa con una sentenza del 25 giugno 2024 (caso C-626/22) della Corte di Giustizia Ue che aveva stabilito che la legislazione italiana non è conforme alla Direttiva in questione.
La Corte Ue aveva concluso, in particolare, che la legislazione italiana non considera l’impatto degli impianti industriali sulla salute umana, che al momento del rilascio delle autorizzazioni degli impianti non tiene conto di tutti gli inquinanti nocivi emessi, e in particolare non ha garantito che l’impianto Acciaierie d’Italia a Taranto operi in conformità alla normativa Ue sulle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente.
In sostanza, l’Italia non sospende l’attività di un impianto quando una violazione delle condizioni di autorizzazione rappresenti un pericolo immediato per la salute umana o per l’ambiente, come ha dimostrato specificamente il caso ex-Ilva.
La Commissione ha inviato pertanto un’ulteriore lettera di costituzione in mora all’Italia, che ha ora due mesi di tempo per rispondere e porre rimedio alle carenze denunciate. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato, secondo stadio della procedura d’infrazione, prima di eventuale nuovo ricorso in Corte di Giustizia per mancata esecuzione della sentenza.
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