La nuova generazione di attivisti elabora un patto politico per l’Unione europea

La rete Europa Porta Europa, piattaforma di sedici associazioni giovanili non partitiche nata nel 2023 con la Dichiarazione di Lampedusa, si è riunita a Ventotene dal ventotto al trenta agosto. Le componenti giovanili delle organizzazioni avevano siglato nell’ottobre 2023, a dieci anni dalla strage migratoria di Lampedusa, un impegno comune in vista delle elezioni europee del 2024, elaborando un Patto per l’Europa: nuove proposte da portare all’attenzione delle istituzioni comunitarie, con la prospettiva salda di un’integrazione europea sempre più marcata, per immaginare e scegliere l’Unione europea di domani.
Associazionismo e giovani attivisti come protagonisti, quindi, che credono in un’Europa più democratica e partecipata, nella preservazione dei valori fondamentali dell’Unione contro qualsiasi deriva illiberale. L’iniziativa promuove un’agenda per un’Europa libera, unita e democratica, mobilitando in un impegno comune.
Diverse per provenienza e focus di interesse, le associazioni sono unite dalla convinzione che l’Ue debba avvicinarsi maggiormente ai cittadini, perseguendo la capacità di rispondere alle sfide del nostro tempo senza mai dare per scontati valori fondamentali come democrazia, pace, inclusione sociale e sostenibilità – ma anzi promuovendo una loro costante difesa.
A Ventotene si è proseguito quindi il lavoro della rete, che raggruppa complessivamente circa centocinquantamila giovani, impostando e dando vita a Missione 2041. Siamo partiti con questo obiettivo ambizioso: arrivare al centenario del Manifesto di Ventotene con un’Unione europea capace di affrontare le grandi partite internazionali, in cammino verso un’autonomia strategica tutta da comporre, nel solco di un generale e strutturato rinnovamento degli strumenti democratici e decisionali.
Il lavoro della rete è e sarà dunque alimentare questo processo, individuando le priorità degli obiettivi ed elaborando proposte politiche concrete a piccoli passi, attraverso l’attivismo continuativo e la mobilitazione, anche tramite l’indispensabile interlocuzione con istituzioni e forze politiche.
Aggiornare i processi democratici nell’era digitale, ricostruendo rilevanza e organizzazione di corpi intermedi e cittadinanza associativa, conciliando il tutto con una lotta tangibile alla disinformazione nel campo degli spazi pubblici, in primis virtuali, con la sempre solida prospettiva delle necessarie riforme istituzionali e quindi di un’innovazione duratura degli strumenti, è il largo flusso di idee dal quale siamo partiti.
In un luogo così evocativo come Ventotene, nell’odierna suggestione di essere sospesi nel tempo e nello spazio, abbiamo avviato confronti franchi, intavolando una delle operazioni politiche più difficili: tentare di generare una grande casa comune, che metta l’Europa al centro pur nelle distanze di vedute, non annullando le differenze ma piuttosto sintetizzandole, con trasparenza, nei punti comuni. Un esercizio di capacità di dialogo tutta da ritrovare, immaginando il prossimo quindicennio e oltre di lavoro.
La preparazione all’appuntamento di Ventotene è stata fatta tra giugno e luglio, con quattro incontri online aperti a tutti e dedicati al tema del futuro della democrazia, nella forbice tra innovazione tecnologica, libertà di espressione e riforme strutturali e istituzionali.
Sintetizzare spazi per mettere l’Europa al centro, magari nelle distanze delle sensibilità, ma con un campo che lasci spazio alla mediazione sui temi veri. E soprattutto, ripartire dalle relazioni umane nella composizione di qualcosa di più alto e importante, con la bellezza dei rapporti politici che ci si porta dietro e che ispira, regalando fiducia. Questa è stata Ventotene 2025, questa è Missione 2041.
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