Daemon X Machina Titanic Scion Recensione


Vedere l'annuncio di Daemon X Machina Titanic Scion mi ha fatto molto più piacere di quanto mi aspettassi. L'originale non era un titolo particolarmente brillante ed era riuscito a ritagliarsi una fetta di pubblico principalmente grazie alla sua uscita su Nintendo Switch, agli albori della console e alla mancanza di titoli mecha nel panorama videoludico.
Tuttavia era un gioco con potenziale, imperfetto ma palesemente fatto con passione. Un sequel nel quale First Studio tornava sulla formula per espanderla e rifinirla era esattamente ciò che avrei voluto, considerato anche come gli sviluppatori mi han già dimostrato di essere capaci di notevoli miglioramenti quando passarono dal terribile Fate/Extella: The Umbral Star al molto divertente Fate/Extella Link.
Mi sono approcciato a Titanic Scion con ottimismo ed entusiamo, il trailer mi era piaciuto, la transizione da robottoni a tute armate non mi convinceva a pieno ma il gameplay sembrava essere rimasto molto legato al genere mecha, quindi non mi infastidiva troppo.
Purtroppo però, Daemon X Machina Titanic Scion non è una rivisitazione migliorata del primo capitolo, bensì una specie di soft reboot nel quale il team ha deciso di creare un open world inserendo tante idee...senza riuscirne a curare particolarmente alcuna di esse.
Daemon X Machina Titanic Scion Recensione
Sin dai primi momenti di gioco è palese come il focus principale di Daemon X Machina Titanic Scion sia nella narrazione. Il titolo si presenta con un mondo dal passato molto complesso, sicuramente ispirato da leggende del genere Mecha come Gundam ma con un tocco di God Eater che gli dona un po' di originalità. Purtroppo, immediatamente ho notato dei grossi difetti nella narrazione, sia per il metodo di esposizione, sia per la qualità della scrittura stessa. In generale, analizzando la filosofia dietro al comparto narrativo del gioco si può capire la filosofia che ha accompagnato l'intero progetto, visibile in ogni ambito: c'è tanta quantità per poca qualità. Con questo non intendo la storia sia lunga o troppo verbosa, piuttosto mi riferisco alle idee presentate. In Daemon X Machina Titanic Scion si parla di evoluzione umana, discriminazione tra nuove generazioni e vecchia guardia, guerre per i diritti, perdita di umanità, nichilismo, la bellezza della natura, la fragilità dei ricordi, l'importanza della famiglia e molto altro. Tutti argomenti attorno al quale si potrebbe strutturare un'intera storia...buttati un po' a casaccio all'interno di una campagna da circa 15 ore nel quale nulla ha spazio di respirare. E questo voler fare tutto senza una direzione precisa a orchestrare la sinergia dei vari elementi è il principale difetto dell'intera esperienza. [caption id="attachment_1104854" align="aligncenter" width="1280"]

Piccoli Mecha in Grosse Mappe
Fortunatamente, il sistema di combattimento del gioco non è male. Nonostante la costante frustrazione nell'essere scarrozzato di missione in missione dove la scrittura continuava a mancare il bersaglio, non posso dire di essermi annoiato nel corso della mia avventura. I comandi non saranno nuovi a chiunque abbia giocato l'originale Daemon X Machina oppure Armored Core VI. Essenzialmente, pur essendo all'interno di tute potenziate, il gioco è pensato per essere un mecha: si hanno i tasti legati alle varie armi sul robot e buona parte dell'appeal è crearsi un proprio arsenale, adattandolo alle debolezze del nemico di fronte. Sotto questo punto di vista, penso Daemon X Machina Titanic Scion faccia un buon lavoro. Personalizzare la propria tuta è molto divertente e da' al giocatore una scusa per esplorare nell'open world, fare secondarie o affrontare l'arena, tutti metodi per ottenere nuovi equipaggiamenti e migliorare la parte più divertente del gioco. Combattere non è soddisfacente quanto in Armored Core VI Fires of Rubicon, siamo ben lontani dagli standard della moderna From Software, tuttavia come ho già sottolineato ho trovato il sistema di combattimento tutto sommato divertente, una vera ancora di salvezza per l'esperienza. L'open World invece mi è rimasto indifferente. Non c'è molto da scoprire, giusto qualche mini boss e dei dungeon con le stesse texture e layout veramente molto simili tra loro. Fa il suo lavoro nel dare al giocatore una scusa per testare le armi e un obiettivo da raggiungere per sbloccarne di nuove, tuttavia non si tratta di una feature particolarmente rivoluzionaria. [caption id="attachment_1104853" align="aligncenter" width="1280"]
Personalizzazione e magagne tecniche
La personalizzazione non si limita solamente alle armi e pezzi di armatura della tuta. Un'altra meccanica che ho apprezzato è quella della fusione grazie alla quale il protagonista può assorbire il DNA dei mostri, provocando delle mutazioni estetiche sul suo corpo in cambio di abilità speciali, a volte passive, a volte attive. Quelle attive sono essenzialmente colpi di combo speciali e personalmente non le ho mai trovate molto interessanti. Le passive e le speciali invece possono dare cosa molto interessanti, tipo la possibilità di creare dei cloni, hackerare veicoli per sparare ai nemici e molto altro. In generale è proprio nelle idee che Daemon X Machina Titanic Scion brilla, peccando purtroppo nella loro implementazione. Il titolo pecca anche nel settore performance, in particolare se giocato con le funzionalità online attive, cosa che allo stato attuale sconsiglio fortemente. [caption id="attachment_1104851" align="aligncenter" width="1280"]
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