Un festival per ripensare gli spazi della cultura indipendente

Il 13 e 14 settembre 2025 torna a Parma Superflat il festival di musica elettronica e sperimentale curato da PWCC – Post War Cinema Club. Nato come progetto culturale, Superflat è un appuntamento consolidato per chi cerca nuove traiettorie sonore, lontane dai circuiti tradizionali.
La forza del progetto sta nella capacità di unire il clubbing alla ricerca, radicandosi nello spazio poliedrico di PWCC, un’ex azienda agricola alle porte di Parma che oggi si è trasformata in uno spazio aperto, diventando un hub culturale e un laboratorio artistico.
Se da un lato il festival ospiterà figure consolidate della scena internazionale, dall’altro la sua missione è quella di dare spazio anche ad artisti emergenti e indipendenti, valorizzando realtà che spesso operano lontano dai riflettori. Per gli organizzatori del festival l’obiettivo è quello di creare una progressione fluida e coerente, «non tanto tra generi o estetiche, quanto nell’esperienza d’ascolto», raccontano. «Superflat non cerca il contrasto, ma la continuità e la coesione. La lineup di quest’anno ha generato un confronto anche all’interno del collettivo: abbiamo messo insieme mondi musicali vicini ma non sempre immediatamente compatibili. Ci saranno sonorità più sperimentali e sincopate della scena francese, atmosfere techno più oscure e figure storiche che hanno segnato la scena italiana e internazionale. Siamo curiosi di scoprire quale alchimia nascerà da questo incontro».
Tra le presenze più attese della line-up spiccano nomi di musicisti e sound artist che rispecchiano la vitalità della scena indipendente italiana ed europea. Dal live esplorativo del marchigiano Flux by Uchiha, la cui arte è caratterizzata da influenze dub e MENA, alle atmosfere ipnotiche dell’artista torinese Luce Clandestina, fino alla performance del Kali Percussion Trio di Parma: ogni set diventa un’occasione per scoprire linguaggi inediti e percorsi artistici lontani dai canali convenzionali.
La seconda giornata di festival si aprirà invece ai collettivi e alle progettualità Diy, partite dal basso. Si esibirà per esempio la musicista milanese Adele Arno, fondatrice del collettivo Box of Tangerine, che calcherà il palco con una performance che racchiude in sé tutta la carica di una scena indipendente in fermento, capace di generare spazi di aggregazione e di ricerca musicale fuori dalle logiche commerciali. Anche TLKR – alias di Alessandro Parlatore – metterà in evidenza la capacità della nuova generazione italiana di dialogare con i linguaggi internazionali senza perdere la sua identità.
Quest’anno il festival amplia il proprio orizzonte inaugurando anche un nuovo spazio a cura del magazine indipendente t-mag e della web radio Fritto FM, che porteranno talk, interviste e momenti di ascolto, trasformando l’evento anche in uno spazio di riflessione e di connessione con gli altri. Un atto culturale e insieme politico che ribadisce l’urgenza di spazi indipendenti capaci di ascoltare e dare voce a pratiche artistiche alternative. «Sarà uno spazio in cui artisti, operatori del settore e pubblico potranno dialogare di musica, politica, arte e cultura – raccontano a Linkiesta Etc gli organizzatori dell’evento –. In un’area di PWCC che fino all’anno scorso non era accessibile intervisteremo alcuni degli ospiti che si esibiranno tra sabato e domenica. Una novità che speriamo diventi un appuntamento stabile, capace di dare ancora più centralità alle voci della scena».
Nel corso degli anni PWCC si è affermato come un presidio culturale indipendente nella provincia italiana, capace di connettersi con la scena globale senza però perdere il legame con il territorio. Il ristorante FIENO, il campeggio e gli spazi immersi nel verde che circondano l’evento contribuiscono a rendere il festival uno spazio di sperimentazione e immersione.
Tra le sfide più grandi nel mantenere un centro culturale indipendenti in un contesto di provincia c’è la composizione del pubblico. «La differenza tra provincia e città si riflette nei numeri e nella composizione del pubblico, che qui è più ristretto ma spesso più coinvolto – aggiungono gli organizzatori –. Questa sfida è parte della nostra identità e ci aiuta a costruire un senso di appartenenza ancora più forte con la comunità. Quanto all’indipendenza, non volendo seguire ciecamente le logiche di mercato legate al solo consumo, abbiamo scelto di investire sulla qualità della proposta e sullo spirito di ricerca. Crediamo che questa strada, con il tempo, darà i suoi frutti».
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