La regina di Venezia sorprende tutti: il suo abito riciclato con le tasche ridefinisce l’eleganza

Cate Blanchett illumina Venezia 2025 con look tra passato e presente: un abito che apre il dibattito. Un esempio di eleganza consapevole e sperimentale.
Cate Blanchett non ha bisogno di effetti speciali per dominare un red carpet. Basta un suo ingresso e l’atmosfera cambia subito, come se il tappeto rosso fosse pensato solo per lei. Quest’anno a Venezia si è confermata la regina indiscussa della Mostra, capace di trasformare ogni apparizione in un momento memorabile. Non solo per la scelta dei film a cui prende parte, ma anche per il modo in cui indossa la moda, alternando rispetto per il passato e voglia di sorprendere con scelte audaci.
Chi la segue da tempo sa che l’attrice australiana ha costruito una relazione speciale con Armani, tanto da essere diventata quasi un’estensione del suo stile. Ma quest’anno, oltre alla fedeltà, ha mostrato anche un lato sperimentale, indossando una creazione di Glenn Martens per Maison Margiela. E nel confronto tra il look riciclato del 2022 e quello di Venezia 2025 emerge un discorso più ampio: non solo abiti, ma dichiarazioni di eleganza, sostenibilità e libertà creativa.
Cate Blanchett e il potere di un ritorno in scena a Venezia
Cate Blanchett è tornata al Festival di Venezia 2025 e, come sempre, l’attenzione si è concentrata tutta su di lei. La sua presenza sul red carpet ha il potere di trasformarsi in racconto di stile, e questa volta ha scelto due look che raccontano perfettamente il suo approccio alla moda: da una parte il rispetto per l’eleganza classica con un abito Armani già indossato in passato, dall’altra il coraggio di osare con una creazione inedita di Glenn Martens per Maison Margiela.
Il primo ingresso, in occasione dell’apertura della Mostra, l’ha vista con un lungo abito nero di Armani Privé, lo stesso che aveva debuttato ai SAG Awards del 2022. Un modello con scollatura gioiello e dettagli in pietra nera che l’attrice aveva già indossato con la stessa sicurezza di sempre. Riproporlo a distanza di tre anni su un palcoscenico come Venezia non è stata una scelta casuale. In un’epoca in cui il concetto di “nuovo a tutti i costi” sembra inevitabile, Cate ha ribaltato le regole, facendo del riciclo sartoriale un manifesto di stile e sostenibilità. Un gesto che su chiunque altro sarebbe passato inosservato, ma che su di lei diventa messaggio.
Questa decisione racconta molto della sua visione della moda. Non si tratta di ripetere un abito, ma di reinventarlo. Nel 2022 l’avevamo vista con onde morbide nei capelli e accessori decisi, mentre a Venezia 2025 ha scelto un approccio più essenziale, senza gioielli extra e con un portamento che bastava da solo a trasformare la mise. In fondo, è proprio questo il segreto: la capacità di rendere attuale qualcosa che già conosciamo, dando una lezione silenziosa ma chiara sul valore del riuso.
Dalla tradizione alla sperimentazione, la maturità stilistica di Blanchett
Ma Cate Blanchett non si è fermata lì. Per il secondo red carpet, quello dedicato al film “Father Mother Sister Brother” di Jim Jarmusch, ha cambiato completamente registro. Ha scelto un look firmato Glenn Martens per Maison Margiela, appena presentato alla Paris Fashion Week. Un outfit in cui la moda incontra quasi il teatro, con un top scultoreo nero e una gonna ricca di applicazioni che ricordavano piume svolazzanti, ricreate in tessuto. Un abito che sembrava muoversi da solo, trasformando ogni passo in una performance.
Il contrasto tra i due look non è casuale. Se Armani rappresenta la continuità e la rassicurante eleganza del passato, Margiela porta con sé la voglia di osare, di rompere le regole. Cate, con la sua naturalezza, riesce a muoversi tra questi poli senza mai sembrare forzata. È come se il red carpet fosse la sua tela, e gli abiti i colori con cui dipinge una storia diversa ogni volta.
Questa scelta di alternare il classico al contemporaneo è la dimostrazione di una maturità stilistica che poche attrici possiedono. Blanchett non veste mai la moda come semplice ornamento, ma la trasforma in narrazione. Non sorprende che a Venezia 2025, pur tra decine di star internazionali, sia stata ancora lei a catalizzare i riflettori.
E c’è un altro dettaglio che merita attenzione. Scegliere un abito già visto non è solo un gesto ecologista, ma anche un atto di sincerità. In un mondo che premia l’apparenza e l’inconsumabile novità, ripresentarsi con lo stesso abito significa dichiarare che la bellezza non ha bisogno di continue sovrastrutture. E allo stesso tempo, indossare Margiela con le sue fantasie volatili è un invito a guardare avanti, verso una moda più audace e meno prevedibile.
In un’epoca in cui le immagini corrono veloci e vengono dimenticate nel giro di poche ore, lei riesce ancora a creare momenti che restano impressi. Venezia 2025 non è stata solo un trampolino per il film di Jim Jarmusch, ma un palcoscenico perfetto per ribadire la sua centralità, non solo come attrice, ma come icona di stile.
L'articolo La regina di Venezia sorprende tutti: il suo abito riciclato con le tasche ridefinisce l’eleganza proviene da SFILATE.
Qual è la tua reazione?






