Multibrand in tempesta? La private label diventa l’ancora di salvezza

La dichiarazione di bancarotta di Ssense e il ricorso alla composizione negoziata della crisi per LuisaViaRoma sono solo gli ultimi segnali di uno stato di salute tutt’altro che ottimale per i multibrand della moda. In un contesto segnato dal rallentamento strutturale dei consumi, dall’erosione dei margini e da un modello distributivo sempre meno efficace, diverse realtà – da LuisaViaRoma a Modes – stanno però puntando sulle private label come leva strategica per recuperare profittabilità e rilanciare il business grazie ai loro margini superiori. Un’opportunità confermata anche dai trend che vedono proliferare soprattutto le realtà orientate alla sostenibilità e alla premiumizzazione, perché percepite dai consumatori come un’alternativa più conveniente e allo stesso tempo di valore.
Per ridurre un debito stimato in 30 milioni e tornare alla redditività dopo perdite superiori a 39 milioni registrate nel 2023, LuisaViaRoma starebbe lavorando a un nuovo modello di marketplace, alla chiusura di almeno due store e al ridimensionamento della presenza nei mercati meno redditizi. Parallelamente però, punta a rafforzare le proprie etichette private, Annagreta e The Core, che offrono margini sensibilmente più elevati rispetto ai brand terzi.
Anche Modes, dopo la cessione del ramo d’azienda a Garments Milano e l’avvio della ristrutturazione, ha reso la sua private label un pilastro del rilancio. Per il multibrand siciliano, il focus si sposta (forzatamente) così dalle grandi griffe storiche alla propria etichetta che propone invece un guardaroba pensato per incontrare le nuove esigenze di sostenibilità dei consumatori. In parallelo, Modes punta a riposizionarsi come hub di riferimento per la moda indipendente, offrendo visibilità e spazi a brand emergenti spesso esclusi dai circuiti più mainstream.
Non solo distributore ma anche creatore di moda è stato Yoox, oggi sotto l’egida di MyTheresa, che già nel 2018 aveva colto il potenziale delle private label con il lancio di 8 by Yoox. Il brand, sviluppato anche con obiettivi di sostenibilità, propone un’alternativa al fast fashion con abbigliamento e calzature progettati in Italia, con prezzi competitivi.
Sviluppare una propria linea sembrerebbe dunque non essere più un’opzione per le sorti dei multibrand, ma una necessità per difendere i margini, rafforzare l’identità e conquistare consumatori sempre più selettivi. Lo confermano anche i dati NielsenIQ, secondo cui a livello generale (e dunque non solo moda) oltre la metà dei consumatori globali (53%) sceglie sempre più spesso i prodotti a marchio del distributore, con picchi del 56% in Italia. Il 69% degli italiani considera la qualità delle private label pari o superiore a quella dei brand più noti. Non a caso, nel primo semestre del 2025, le vendite di private label sono salite del 4,4% contro appena l’1,1% dei brand nazionali.
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