Quando il classico si integra perfettamente nel contemporaneo

Senza ombra di dubbio, in Italia, non diamo (ancora) debitamente omaggio alla nostra tradizione alberghiera. All’importanza e al prestigio di certe strutture, all’arte della conciergerie, di un modello di esperienza e accoglienza legato alle dinamiche d’hôtellerie. Spesso siamo più inclini a raccontare le architetture e il design delle nuove aperture, le novità dei grandi gruppi internazionali, le cucine firmate da chef blasonati, quando invece da svariati lustri abbiamo sotto il naso dei piccoli grandi tesori ineguagliabili.
Il St. Regis Rome è stato dal primo giorno uno degli hotel più rappresentativi e vissuti della capitale. Il primo a godere dell’energia elettrica, istituito nel 1894 vicino a piazza della Repubblica e al Quirinale, a due passi dalla Stazione Termini. Precedentemente Grand Hotel Roma, nel 2018 ha riaperto a seguito di un importante lavoro di ristrutturazione, affidato al celebre Pierre-Yves Rochon. Un tributo ai 131 anni di storia dell’hotel che vanta, tra gli altri, la prima sala pubblica da ballo, il primo bagno in camera e il fantastico ascensore – chiamato The Rising Room. Ancora funzionante, questo gioiello di design e ingegneria prendeva energia dalla fontana del Mosè a fianco alla struttura, attingendo dall’acquedotto romano. «La ristrutturazione ha sancito un momento storico per questo grande albergo, così come per il marchio St. Regis, che può finalmente accogliere la prossima generazione di viaggiatori sofisticati in una delle città più ricche di storia e bellezza in Europa» ha dichiarato il vicepresidente di Marriot International Candice D’Cruz.
Essendo nato come luogo per ospitare capi di stato, intellettuali, viaggiatori raffinati e facoltosi e uomini d’affari, l’hotel dispone di tutte quelle caratteristiche architettoniche tipiche di chi cerca uno sguardo internazionale. I bassorilievi sulla facciata rappresentanti i quattro continenti attraverso figure femminili, il piano nobile che accoglie tutt’ora l’appartamento più grande e maestoso, la Royal Suite, i corridoi ampi e l’ingresso diplomatico per consentire massima privacy.
Per quanto struttura e imponenza non ne facciano un luogo di primo acchito contemporaneo, il St. Regis Rome è in realtà particolarmente dinamico, un vero e proprio crocevia di ospiti, turisti e gente del posto, sempre vivo e carico di attività. Moda, arte classica e contemporanea, gastronomia, miscelazione, architettura, lettura, musica e ballo si intrecciano in un eclettico calendario di appuntamenti, rituali e signature interamente dedicati all’intrattenimento dell’ospite.
Ancora una volta – specialmente dopo il restauro – il cuore pulsante della struttura gravita intorno alla proposta food and beverage. Il Lumen Lounge Bar è il luogo di ritrovo per eccellenza, a tutte le ore del giorno. Sedersi a tavola per condividere un pasto informale, fermarsi per un caffè, sorseggiare un buon drink e godersi uno dei tanti momenti firmati St. Regis. Una volta al mese, Lumen diventa spazio culturale, ospitando dibattiti dedicati alla città di Roma, i Lumen Talks. Conversazioni che spaziano dalla cultura al turismo, dal cibo al cinema e allo sport, aperte al pubblico e curati da due moderatori quali Giampaolo Rossi e la giornalista Greta Mauro.
A novembre è tempo di Arte di Vivere, il festival dedicato all’arte, alla musica e alla gastronomia che ogni anno vede chef da tutta Italia, artisti e musicisti internazionali, giungere al St. Regis Rome per un fitto calendario di esibizioni. A questo proposito, insieme a Galleria Continua, forse ancora oggi l’avamposto più importante e (ri)conosciuto per l’arte contemporanea in Italia, è nata una collaborazione continuativa.
The St. Regis Rome ha dato vita, all’interno dei suoi spazi, a una serie di mostre quasi monografiche, dedicate ad alcuni degli artisti rappresentati da Continua nel mondo quali Ai Weiwei, Daniel Buren, Loris Cecchini, Michelangelo Pistoletto, Pascal Marthine Tayou, Sun Yuan e Peng Yu, Leandro Erlich, José Yaque, Yoan Capote e André Komatsu. È a tratti spaesante e insolito passeggiare tra i corridoi di un luogo storico come il St. Regis Rome e imbattersi in un’opera mimetica di Ai Weiwei, piuttosto che negli specchi animati firmati da Pistoletto.
La proposta gastronomica punta a un’immediatezza di servizio e comprensione. Porta la firma dell’executive chef Francesco Donatelli, responsabile anche de La Credenza di Augusto 1894, lo spazio dedicato a degustazioni di prodotti e produttori, nonché teatro della colazione. Due giorni a settimana, ad intrattenere gli ospiti della struttura così come coloro che si danno appuntamento qui per lavoro, arriva un duo di musica dal vivo.
Per chi ama la lettura, la Library color zaffiro è il rifugio ideale dove nascondersi con un bel libro e godersi il tè delle cinque. Per i più mondani invece è a disposizione la Ritz Ballroom, che prende il nome dal famoso albergatore – nonché fondatore dell’hotel – César Ritz. Totalmente affrescata con scene di vita rurale e mitologica da Mario Spinetti, l’impianto della sala ricalca quello delle basiliche romane antiche, con numerosi rimandi all’architettura classica, facendosi carico di tutta la maestosità del passato.
Un passaggio al St. Regis è come sfogliare una pagina della storia di Roma, con la certezza di regalarsi un momento di piacevole allegria. Per le tante e diverse attività, per lo sforzo (riuscito) di trovare sinergie con il tessuto cittadino oltre che per l’ambizione di poter individuare un punto di contatto per ogni ospite, indistintamente.
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