Ralph Lauren batte le attese: i ricavi crescono del 7% a 7,1 mld $. Ma c’è cautela per quest’anno
Ralph Lauren conferma il suo momento positivo, anche in un contesto sfidante come quello attuale, chiudendo l’esercizio fiscale con un incremento superiore alle precedenti previsioni e con un quarto trimestre che ha superato le stime in termini di fatturato e utili. Nello specifico, nel fiscal year la label americana ha registrato ricavi pari a 7,1 miliardi di dollari (circa 6,5 miliardi di euro al cambio attuale), +7% rispetto all’anno precedente e nel quarto trimestre i ricavi sono aumentati dell’8% a 1,7 miliardi di dollari. Un risultato che ha fatto salire le azioni del gruppo di due punti percentuali, chiudendo poi la seduta a +1,29%, a conferma che il mercato si aspettava una buona performance. Tuttavia, l’azienda ha mostrato un atteggiamento cauto nei confronti dell’andamento dei consumi quest’anno. Nell’anno fiscale 2026 l’aumento di Ralph Lauren potrebbe aumentare di poco meno di una cifra rispetto all’anno scorso, considerando l’impatto dei dazi, delle pressioni inflazionistiche e delle difficoltà di spesa. Gli analisti stimano un aumento del 4,39%, secondo i dati raccolti da Lseg.
Per quanto riguarda l’utile lordo annuale, questo è stato di 4,9 miliardi di dollari su base riportata, mentre il margine lordo è stato pari al 68,6 per cento. L’utile operativo per l’esercizio fiscale 2025 di Ralph Lauren è stato di 932 milioni di dollari in crescita rispetto ai 756 milioni dell’esercizio precedente mentre gli utili netti sono aumentati del 15% a 743 milioni di euro.
Il gruppo ha inoltre mantenuto una posizione finanziaria solida, chiudendo l’anno con 2,1 miliardi di dollari in liquidità e scorte ben bilanciate. Importante anche il ritorno di valore agli azionisti, 625 milioni di dollari tra dividendi e buyback.
Con una lente sulle aree geografiche, bene il fatturato dell’Europa, aumentato dell’11% per un totale di 2,2 miliardi di dollari su base annua. Segue la performance dell’Asia, i cui ricavi sono aumentati del 9% registrando 1,7 miliardi di dollari. Chiude il Nord America, con un fatturato pari a 3,1 miliardi di dollari, +3 per cento.
Lo stesso andamento i territori sopracitati l’hanno registrato anche nel quarto trimestre. In testa dunque l’Europa, con un fatturato pari a 526 milioni per un incremento del 12 per cento; segue l’Asia, i cui ricavi sono aumentati del 9% per 432 milioni di dollari; e chiude infine il Nord America, con un fatturato aumentato del 6% nel Q4 pari a 705 milioni di dollari.
Rimanendo sul trimestre del brand a stelle e strisce, i ricavi sono stati pari a 1,7 miliardi di dollari, (+8%). L’utile lordo per il Q4 di Ralph Lauren è stato di 1,2 miliardi di dollari e il margine lordo del 68,6 per cento.
Come anticipato, l’outlook 2026 della label prevede una crescita dei ricavi netti a bassa cifra singola a valuta costante, riflettendo un approccio cauto nel contesto macroeconomico incerto. Patrice Louvet, presidente e CEO del marchio, ha commentato: “La nostra forte performance nel terzo e ultimo anno del nostro piano ‘Next great chapter, accelerate’ sottolinea la crescente desiderabilità del nostro marchio e la potente esecuzione del nostro team mentre navighiamo in un ambiente operativo globale dinamico. Mentre entriamo nell’anno fiscale 2026 rimaniamo all’attacco, con l’obiettivo di guidare i nostri molteplici motori di crescita in tutte le categorie, aree geografiche e canali di lifestyle”. Tuttavia, nel corso della conference call il CEO ha anticipato la possibilità di aumenti di prezzo nel corso dell’anno. “Stiamo valutando ulteriori azioni di pricing per l’intero anno 2025 e la primavera del 2026 per mitigare il potenziale impatto dell’evoluzione delle tariffe”, ha dichiarato, aggiungendo poi che questo si aggiungerà alle misure di pricing proattive già pianificate per il 2025 in Nord America e Asia.
L’agenzia Reuters ricorda poi che “Ralph Lauren sta inoltre diversificando la sua catena di fornitura globale e adottando altre misure per mitigare i potenziali impatti tariffari”. Nell’anno fiscale 2025, circa il 96% dei prodotti dell’azienda è stato realizzato al di fuori degli Stati Uniti, con il 12% proveniente dalla Cina, secondo l’ultima dichiarazione annuale. I prodotti provenienti dalla Cina e importati negli Stati Uniti rappresentavano percentuali a una sola cifra.
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