Scelte e orientamento della generazione Z di fronte all’università

Generazione Z, Università e futuro: dall’indagine condotta da Cisia relativa a test di ingresso e orientamento emergono scelte, comportamenti e tendenze dei giovani di fronte al mondo accademico
Nell’ultimo decennio, l’offerta universitaria, in accordo con le crescenti richieste del mondo lavorativo, ha dovuto subito importanti variazioni, in termini sia di corsi di studio sia di modalità di apprendimento.
I ragazzi di oggi hanno la possibilità di affacciarsi al mondo universitario con un ventaglio di possibilità molto più ampio rispetto a quello di qualche anno fa. Eppure, decidere per la propria vita professionale, soprattutto nel momento storico come quello attuale, sembra comunque essere una scelta non facile.
Una recente indagine condotta da Cisia, consorzio costituito da 62 atenei statali e dalle conferenze di Ingegneria, Architettura e Scienze che si occupa di test di ingresso (i Tolc) e di attività legate all’orientamento, ha voluto mettere in luce i comportamenti di questa nuova fascia d’età di fronte al proprio futuro.
La ricerca Orientarsi dopo la scuola 2025, nato dall’esame di 340.315 Tolc effettuati nel corso del 2024, oltre al totale dei test relativi al 2022 e al 2023, e dal sondaggio cui hanno risposto 4.363 persone, ritrae una generazione che vuol toccare con mano le ipotesi di futuro, in bilico fra ponderare le scelte universitarie e decidere d’impulso all’ultimo momento.
Il sondaggio sull’orientamento dei giovani
Dai dati raccolti, emerge che la stragrande maggioranza dei giovani, circa il 70%, decide il proprio corso di laurea durante l’ultimo anno di scuola superiore. Solo il 18% dichiara di aver preso la decisione già da anni precedenti al diploma.
A influenzare le proprie scelte intervengono famigliari e amici, ma anche docenti, in particolare insegnanti di discipline scientifiche.
Si tende a preferire ciò che piace: passione per le materie al primo posto, seguito dalla prospettiva di poter svolgere il lavoro dei sogni e, talvolta, anche dall’ipotesi di poter avere un buon guadagno.
I 3/4 dei ragazzi e ragazze del sondaggio ha partecipato, almeno una volta, a esperienze di orientamento, in particolare a open day universitari, soprattutto alla fine delle scuole superiori.
I giovani sentono la necessità di comprendere cosa sia davvero l’università e quali sbocchi può dare a cominciare dall’esperienza di chi la vive quotidianamente.
Quando si tratta di futuro, la generazione Z ne vuole approfondire ogni aspetto: fatto che testimonia, ancora una volta, l’importanza dell’orientamento, a cominciare dalla scuola e a proseguire dalla famiglia.
Infatti, oltre l’80% dei ragazzi e ragazze con almeno un genitore laureato ha seguito percorsi di orientamento, contro una percentuale che supera di poco il 73% di coloro i cui genitori non hanno un diploma di laurea. Un divario si acuisce se si considera la situazione lavorativa: solo il 36% di chi ha genitori inattivi o inoccupati ha seguito iniziative di orientamento.
I risultati dei test
Considerando un campione di 340.315 Tolc effettuati nel 2024, l’andamento dei punteggi ha registrato un calo generalizzato nell’ultimo triennio. Chi frequenta un liceo normalmente ha totalizzato un risultato più alto, anche se gli score più alti sono stati raggiunti dagli studenti che provengono dal Nord-Est.
Nello specifico, le materie più ostili sembrano essere la comprensione del testo, con particolare attenzione alla grammatica, e la matematica, si cui soprattutto la geometria.
Un dato interessante riguarda, invece, la statistica, ambito in cui tutte le scuole, professionali comprese, hanno buoni risultati.
La responsabilità del mondo accademico
A partire da quanto emerso nelle relazioni Cisia, che hanno messo in luce un calo generalizzato nei punteggi dei test di accesso e il bisogno dei giovani di capire in concreto cosa sia l’università prima di scegliere un corso di studi, durante il dibattito organizzato in seguito ai risultati del sondaggio, l’università si è dimostrata consapevole di avere un ruolo fondamentale nell’intercettare i bisogni di coloro che si trovano a dover scegliere il proprio percorso accademico.
In particolare, la giornata di discussione è stata l’occasione per fare il punto sulle competenze della generazione Z, sui modi in cui i giovani incontrano le attività di orientamento e sulle modalità con cui il mondo accademico può supportare i ragazzi.
Nello specifico, le università si impegneranno nell’ascoltare le domande degli studenti, comprendere le loro difficoltà, aiutarli nella gestione delle ansie, organizzare delle giornate dedicate presso le scuole superiori e dare loro la possibilità di un riorientamento in itinere.
Crediti immagine: Depositphotos
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