UniCredit-Bpm, Castagna: “Danneggiati dall’Ops, vogliamo partecipare al riassetto bancario”
È una decisione “abnorme che ci blocca come banca, ci impedisce di dire la nostra sul mercato e non tiene conto dell’interesse dei nostri azionisti. Per questo ci difenderemo in ogni sede”. Lo ha detto l’Amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, in un’intervista a “Il Sole 24 Ore”, commentando il provvedimento della Consob che, accogliendo l’istanza di UniCredit, ha prorogato di 30 giorni i tempi dell’offerta pubblica di scambio lanciata da piazza Gae Aulenti, allungandone il termine da fine giugno a fine luglio. “Avendo UniCredit in mano il provvedimento da oltre un mese e considerato che ad oggi ben tre delle condizioni di efficacia dell’Ops non si sono avverate, ci saremmo semmai aspettati che Unicredit facesse chiarezza sulle sue intenzioni, come tutto il mercato, e i nostri azionisti in primis, attende già da troppo tempo. Siamo rimasti estremamente sorpresi dal provvedimento Consob tanto che faremo ricorso al Tar per difendere le nostre ragioni”, ha sottolineato l’Ad di Banco Bpm, chiarendo perché il Cda ha giudicato “non congrua” l’offerta di UniCredit: “Il premio è sostanzialmente nullo, mentre nelle ultime due precedenti operazioni straordinarie italiane comparabili (Intesa su Ubi e Agricole su Creval, ndr), il premio è stato del 45 per cento circa. In sintesi, in termini di valore i nostri azionisti perdono circa 2,5 miliardi mentre per gli azionisti di UniCredit si genera un beneficio di 7,5 miliardi”.
Qualora l’Ops di UniCredit fallisse, “vogliamo dire la nostra. La richiesta di sospensiva dell’Ops comporta una significativa dilatazione dei tempi, che risultano ora quasi raddoppiati rispetto ai massimi di 40 giorni, se consideriamo il lasso temporale tra l’approvazione della Consob e l’avvio del periodo di adesione e il fatto che la sospensione sia stata concessa per il termine massimo di legge. Ciò con tutto quello che ne deriva per l’operatività della nostra banca in conseguenza della passivity rule ma non solo: siamo di fatto bloccati per otto mesi, mentre là fuori c’è un riassetto in cui potremmo legittimamente mostrarci come un protagonista del sistema bancario. Abbiamo molte possibilità che oggi ci sono impedite di fatto”, ha concluso.
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