Angeli Custodi, l’oratorio «rinato» dopo sei anni



«La nostra parrocchia degli Angeli Custodi conta circa 6000 abitanti nel quartiere di Porta Romana, nella fascia semicentrale di Milano. Nata nel 1965 con altre 21 chiese per celebrare il Concilio, ha visto cambiare più volte il proprio tessuto sociale, e così anche l’oratorio – che porta la stessa intitolazione della parrocchia – ha sempre dovuto adeguare le proposte». Giacomo Perego, educatore, spiega come, dopo sei anni, il Covid e la conseguente chiusura, l’oratorio abbia riaperto le porte con successo e con la soddisfazione di tutti: «Abbiamo iniziato a parlarne intorno a Natale con una manciata di persone, chiedendo aiuto alla comunità e al quartiere, facendo girare la voce, lanciando appelli sul giornale locale, dal pulpito e dalla mail parrocchiale. Riorganizzare tutto, sistemare gli ambienti, pensare a ogni dettaglio, e farlo nell’osservanza scrupolosa delle indicazioni burocratiche, è stato molto faticoso. Abbiamo voluto coinvolgere il nuovo teatro con la Compagnia degli Incamminati, le varie commissioni parrocchiali e anche qualche artista, commerciante e artigiano del quartiere per i laboratori. Da 4-5 iniziali che eravamo, alla fine abbiamo raccolto 70 adulti che si sono resi disponibili nei vari servizi, una ventina di animatori che non si conoscevano e si sono fatti avanti spontaneamente, e siamo arrivati a oltre un centinaio di iscrizioni».
Insomma, un “valore aggiunto” c’è stato: «Sì, l’entusiasmo di tutti è stato travolgente. Le famiglie sono state felici e si è creato un bellissimo clima tra animatori e con gli adulti, che ci dà speranza per la ripresa della vita ordinaria del nostro oratorio. Gli inizi sono sempre più faticosi, ma ho registrato un entusiasmo e una voglia di non fermarsi che non avevo mai visto», conclude Perego.
A spiegare cosa significhi fare l’oratorio feriale in una città come Milano è invece il parroco, don Michele Di Nunzio: «Un genitore mi ha detto: “Grazie perché ci aiutate a togliere i nostri figli dai monitor e dai cellulari”. Già questo dice che è valsa la pena riprendere dopo 6 anni di pausa. Mettersi tutti in gioco – mi riferisco in particolare agli adulti e agli animatori – per offrire uno spazio di fraternità ai più piccoli dice che la spinta a prendersi cura, e a farlo gratuitamente, non è archiviata. Il Vangelo mostra ancora tutta la sua forza dirompente e contagiosa e i nostri ragazzi hanno fatto l’esperienza che “Insieme è bello”». L’oratorio è comunque, un “volano” per le attività annuali della parrocchia? «Diciamo che la pastorale della cura e delle relazioni coinvolge molti. Il progetto pastorale parrocchiale 2024-2028 indica con chiarezza alcune sfide e abbiamo anche qualche idea originale da mettere in campo».
Giulia, 16 anni, animatrice, aggiunge: «Sin dalla mia prima esperienza all’oratorio feriale, quando avevo 7 anni, ero affascinata da quel gruppo di ragazzi più grandi che ci faceva divertire e a cui ci si affezionava facilmente: gli animatori. Finalmente quest’anno ho coronato il mio sogno e sono diventata anche io animatrice. Dopo queste settimane posso affermare di essere una persona ricca di esperienze, positive e negative, ma pur sempre formative. Gli aspetti dell’oratorio estivo che più mi piacciono sono diversi: la gioia dei bambini nel guardare la propria squadra vincere, i genitori soddisfatti del nostro lavoro, i rapporti che si creano con i più piccoli, ma anche con gli adulti collaboratori, e il sentirsi parte di una grande comunità».
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