Più partecipazione per una Milano più sicura al servizio dei cittadini

Dicembre 17, 2025 - 06:00
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Più partecipazione per una Milano più sicura al servizio dei cittadini

Vivere bene nella propria città è sentirsi a casa nel proprio quartiere, un luogo dove, in sicurezza, ci si possa muovere agilmente, si possa trovare quello che occorre in servizi di prossimità efficienti e diversificati, dal commercio alla sanità, ci sia disponibilità di luoghi di aggregazione per i giovani e spazi comuni di ritrovo per gli anziani, per incontrarsi con gli amici e di gioco per i bambini. Perché il territorio sia accogliente e inclusivo, i luoghi di incontro collettivo sono fondamentali.

Milano è una grande città e, con la sua cintura metropolitana, arriva a quasi quattro milioni di abitanti. Una popolazione composta di tante comunità, che sono tante storie provenienti da mondi lontani, portatrici di esigenze diverse, tutte persone attratte dal fatto che Milano è un luogo dove vi sono maggiori opportunità di lavoro per realizzare il proprio progetto di vita. Qui il desiderio di ciascuno di assicurare un migliore futuro alla propria famiglia, dando vita a proprie imprese o trovando il lavoro meglio corrispondente alle proprie capacità, può avere maggiori possibilità che, in altri luoghi.

C’è un implicito patto di fiducia tra la città e i suoi abitanti che si fonda sulla tradizionale vitalità ambrosiana, nelle sue capacità di accoglienza e ascolto di tutte le voci che la animano, di volontà di partecipazione democratica che si è da sempre espressa nel fiorire di tante forme di aggregazione, come i comitati di quartiere, le associazioni (Milano, capitale del volontariato!), che oggi più che mai devono poter trovare il giusto spazio perché parti integranti e caratterizzanti della sua modernità. 

Condivido le critiche, che l’attuazione istituzionale di questa spinta dal basso ha avuto un percorso tormentato a Milano, e l’attuale assetto del decentramento nei municipi non soddisfa le esigenze di una città il cui esuberante sviluppo pone inevitabilmente di fronte a problemi nuovi o, spesso, all’acuirsi di vecchie criticità. Si può aspettare un cambio di regole istituzionali o scommettere su nuove forme di partecipazione. Come ben delineato dall’invito dell’arcivescovo nel discorso di Sant’Ambrogio, scommettere su chi vuole farsi avanti.

In questo quadro, concordo con Pier Vito Antoniazzi, nel suo articolo del quattordici dicembre, che sia davvero prioritario rilanciare un’iniziativa di partecipazione dei cittadini insieme alle tante realtà aggregative presenti sui territori per essere, assieme ai Municipi, creatori di nuovi strumenti capaci di affrontare le tante sfide della sicurezza, attraverso una presenza diversa, con maggiori opportunità di incontro. Favorire l’occupazione dello spazio da parte dei buoni per isolare i pericoli.

Ciò è indispensabile per poter affrontare in modo diverso temi così complessi, ma così presenti nella vita di tutti i giorni, come quello della sicurezza, tema che sappiamo non può essere affrontato solo sotto l’aspetto dell’ordine pubblico, ma che ha un cuore anche nella cura del territorio, in un patto di collaborazione tra amministrazione comunale, forze dell’ordine e partecipazioni attive dei cittadini. Ci rivolgiamo a tutti quei progressisti che non hanno mai smesso di credere che la sicurezza è tema nostro, tema di chi vuole tutelare i più deboli. Un euro in sicurezza, un euro per l’inclusione: mai slegare i due impegni.

Dare voce a tutte le esigenze del territorio, con un approccio integrato intrapreso da altri comuni, come il citato caso del Comune di Udine, potrà costituire un’occasione di confronto interessante e utile con i nostri amministratori nei Municipi e nei Comuni, per poter elaborare proposte condivise di rapida attuazione, come potrebbe rappresentare la creazione della citata Consulta sulla sicurezza in modo diffuso, noi ci siamo.

Questa è la risposta di Donatella Capirchio, vicepresidente Italia Viva Milano, all’articolo di Pier Vito Antoniazzi 

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Redazione Redazione Eventi e News