Brand beauty più amati: è il profumo a influenzare le vendite

È innegabile: negli ultimi anni il profumo ha smesso di essere l’accessorio finale della nostra routine di bellezza per diventare un vero e proprio oggetto del desiderio (amatissimo e apprezzatissimo anche dalle nuove generazioni). E forse, nel 2025, chiamarlo “oggetto” è riduttivo. Il profumo è identità, rappresentazione, racconto, cultura. I brand lo hanno compreso e lo stanno usando come leva strategica sotto diversi aspetti: da un lato, per definire ancora di più la propria brand awareness; dall’altro, per ottenere più profitti economici.

Perché sì: il profumo è un racconto riconoscibile e condivisibile. E non è un caso se proprio i marchi che investono di più in questo settore siano anche quelli che crescono più velocemente in termini economici, di attenzione mediatica e coinvolgimento da parte del pubblico.

Possiamo confermarlo: oggi il profumo è status. E non ci sorprende sapere perché.

Il grande successo del profumo nel 2025

Prima di elencare quali sono i marchi beauty più influenti, bisogna fare un passo indietro. Tra tutte le aree del settore bellezza, quest’anno il profumo ha dominato le vendite, le interazioni sui social, le reazioni del pubblico.

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A confermarlo è lo studio condotto dalla piattaforma di influencer marketing Traackr, che analizza l’influenza dei brand beauty attraverso il suo Brand Vitality Score, il cosiddetto “VIT”. Questo indice combina tre elementi chiave: l’impatto, misurato tramite interazioni come commenti, condivisioni e like sui social principali; il fattore visibilità, ovvero la portata reale e concreta dei contenuti; e infine la fiducia, ovvero la coerenza tra ciò che viene comunicato e l’identità del marchio stesso.

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Secondo Traackr, nel 2025 il profumo è diventato il motore più potente di crescita sui social. E questo anche soprattutto grazie ai creator, capaci di rendere una fragranza un’esperienza aspirazionale e personale allo stesso tempo. Non si tratta solo di comunicare le note olfattive o le caratteristiche del prodotto alla community, ma di creare uno storytelling ben definito che parla di identità e di immaginari precisi.

Quali sono dunque i brand più influenti secondo questo studio?

I brand più influenti nel mondo delle fragranze

In ambito profumi, i dati Traackr parlano chiaro. Miu Miu è il brand con la crescita più rapida, spinto dal successo del profumo Miutine lanciato ad agosto scorso e dalla narrazione forte che ha accompagnato la fragranza. Merito anche di Emma Corrin, la sua testimonial e Miu Miu girl d’eccellenza.

Al secondo posto Dolce&Gabbana Beauty, che grazie a fragranze come My Devotion – amplificate da volti celebri come Katy Perry e Michele Morrone – ha conquistato anche il pubblico più giovane. In questo caso, il profumo diventa linguaggio intergenerazionale, ponte tra lusso e desiderio quotidiano, capace di rendere il brand immediatamente rilevante. E condivisibile sui social.

E per quanto riguarda i capelli?

Ovviamente, accanto alle fragranze anche il mondo haircare continua a giocare un ruolo centrale nella mappa dell’influenza beauty. Brand come Color Wow e Dyson mantengono una posizione dominante sul mercato grazie a prodotti performanti ma, soprattutto, altamente condivisibili sui social.

Non tanto in termini di adv – che il consumatore tende a evitare – ma grazie alle infinite reviews, recensioni e tutorial dei prodotti e dei tool. Per un utente, vedere in anticipo le performance è sempre utile, e un fattore chiave per influenzare o meno l’acquisto (è qui che si parla del fattore fiducia).

Il potere della skincare e del make-up

La piattaforma Traackr non si è ovviamente dimenticata del settore della cura della pelle. Sul fronte skincare, c’è un unico marchio presente nella top ten. Il motivo? La crescita costruita su comunicazione chiara, ingredienti riconoscibili e un messaggio di delicatezza: parliamo del brand Aveeno.

Accanto a lui, brand come Glossier continuano a crescere grazie a lanci mirati e collaborazioni esclusive, mentre l’ingresso di La Beauté Louis Vuitton dimostra come anche la skincare possa diventare uno spazio di desiderio, se sostenuta da un immaginario forte.

In tutti i casi, il filo conduttore resta lo stesso: costruire fiducia prima ancora che il prodotto comunicato faccia tendenza.

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