Chef, la Food Tech Valley svizzera vi aspetta

La Food Valley in Svizzera è praticamente lunga più di 200 chilometri e corre dal Canton Ticino fin su nel territorio di Sciaffusa, che sta alle porte della Germania. Ma soprattutto, è Tech e chiama a raccolta un salto professionale notevole. Vediamo come
Nei centri di ricerca e nelle università svizzere la parola d’ordine è trovare nuovi esperti, chef compresi, che sappiano equilibrare elementi tecnologici per rendere il cibo sano, gustoso, sicuro e disponibile ai miliardi di persone previsti dalle previsioni di crescita della popolazione mondiale.
L’ottica è quella di aprire, dal punto di vista del business, i confini della regione elvetica a tutto il Mondo. Le collaborazioni, anche in ottica di think tank, sono più che apprezzate. Proteine alternative, micro alghe, farine elaborate anche da sottoprodotti agricoli, carne in vitro, insetti più o mneo in polvere…
Il novel food elvetico parte dai laboratori e dalla ricerca che, qui in Svizzera, vuole premiare quelle startup che possono fare la differenza (anche a livello antropologico: chi sdoganerà il piacere del gusto di un piatto di insetti?).
Un lavoro veramente trasversale che chiama all’appello la collaborazione fra menti, idiomi e tecnologie. E nuove professioni.
Zurigo, va detto, la fa da padrona in questo trend, con un Politecnico – eh si il food tech è per lo più in mano agli ingegneri e ai biochimici, come quelli che lavorano nei laboratori di via Schmelzbergstrasse (quasi fossero i ragazzi di via Panisperna: ogni epoca ha i suoi miti).
Sui temi agrifood fa da collante l’Eth Zurich World Food System Center, “una sorta di piattaforma – ci spiega Martijn Sonnevelt, direttore del centro – che attraversa diversi dipartimenti, diversi istituti, e ciò che ci rende unici è che cerchiamo di collegare tutti i ricercatori che lavorano in qualche ambito del sistema alimentare, riunirli e aiutarli portare avanti il proprio progetto di ricerca“.
Con l’Eth Zurich Wordl Food System Center collaborano industria, startup, ma è ben presente anche la società civile (molti gli eventi organizzati in città per avvicinare i cittadini ai temi legati al cibo del futuro che, proprio grazie alle varie ricerche, è già presente).
Sempre più fondamentale è anche il “supporto politico“, sottolinea Christina Senn Jakobsen. Lei è la Ceo della Swiss Food&Nutrition Valley, altro interessante tassello nella catena del valore all’interno della ricerca del food con a oggi 120 partner (ma i prossimi potreste essere voi).
È ben chiaro che qui il focus è ampio e si parte dalla ottimizzazione della produzione agricola in un ottica di ricerca e rispetto ambientale, per poi passare alla trasformazione, alla vendita al dettaglio con tutti i sistemi di vendita, al consumo.
L’obiettivo è proprio produrre con il migliore impatto ambientale per nutrire una popolazione che aumenta in unità, ma purtroppo anche in peso (leggi tutte le malattie legate alla sovranutrizione).
E questo non va bene. Food waste ed economia circolare non sono sottovalutati, ma tasselli di un’organizzazione aperta alla collaborazione world wide.
Qui, gli scienziati (provenienti da ben otto discipline) siedono al tavolo con la r&d dell’industria. L’apertura verso le aziende e i centri di ricerca europei è ampia. Unilver stessa nel sito produttivo di Thayngen – dove si produce il famoso Aromat (Canton di Sciaffusa) – ha creato degli spazi per ospitare startup che hanno nell’alimentazione il loro focus.
I consigli per venire a lavorare qui, in quella che viene definita The Great Zurich (principale distretto economico e tecnologico che contempla la collaborazione di diversi Cantoni – vedi schema) con sgravi e opportunità ce li dà Maria Anselmi, a capo di Innosuisse.
L’autostrada dell’innovazione svizzera
Ecco le aree svizzere che contribuiscono al lavoro di ricerca e di innovazione nel settore food (Cantone, focus economico)
- Zurigo (ZH), finanza, tecnologia, Ia, life science
- Zugo (ZG), blockchain, fintech, fiscalità attrattiva
- Argovia (AG), tecnologie industriali e medicali
- Glarona (GL), meccanica, materiali avanzati
- Schwyz (SZ), startup, industria high-tech
- San Gallo (SG), tessile, engineering, smart manufacturing
- Appenzello Interno (AI), pmi innovative, produzione specializzata
- Appenzello Esterno (AR), precisione meccanica, salute
- Grigioni (GR), turismo, energie rinnovabili, tecnologia alpina
- Ticino (TI), life sciences, sostenibilità, tecnologie verdi, ponti culturali con Italia
In questa autostrada per l’innovazione, il Ticino concentra la propria attenzione anche sull’agritech. La Fondazione Agire, che funge da Tecnopolo e da agenzia per l’innovazione, ospita anche Xfarm, esempio lampante di come l’agricoltura worldwide stia utilizzando le soluzioni SaaS (Software as a Service) sviluppate qui da menti ed expertise italiane.
Lo spazio riservato ai giovani ricercatori è ampio e dimostra come le nuove tecnologie siano pronte a essere implementata per risolvere i problemi dell’agricoltura.
Ne è un esempio la soluzione sviluppata dal libanese Omran Ayoub e da Davide Andreoletti, bresciano doc. Insieme, nei laboratori della Supsi, riescono a valutare attraverso dei sensori la forza di germogliazione delle patate (loro la chiamano la voce delle patate) per ottimizzare la gestione in magazzino, al fine di evitare l’uso di sostanze chimiche di mantenimento.
E ne hanno fatto una soluzione dal nome evocativo: Pronto.
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