Delitto Garlasco, 10 piste alternative a Stasi su omicidio Chiara Poggi

Giugno 6, 2025 - 00:00
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Delitto Garlasco, 10 piste alternative a Stasi su omicidio Chiara Poggi

Andrea Sempio, un “ladro sconosciuto”, le sorelle Stefania e Paola Cappa ma anche l’intera “famiglia Galli” o la “nonna” di Chiara Poggi, fino al “tabaccaio” o il “panettiere” di Gropello Cairoli.

10 ipotesi alternative per il delitto di Chiara Poggi

Sono almeno 10 le “ipotesi alternative” alla colpevolezza di Alberto Stasi o le persone di cui “non è vero che gli alibi sono stati tutti verificati” per il delitto di Garlasco. Nomi che compaiono in 18 anni di indagini e processi e vengono indicati a più riprese dalla difesa del 41enne condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della fidanzata. Ben prima dell’inchiesta per omicidio che vede indagato il 37enne amico di Marco Poggi, l’avvocato Giuseppe Colli e il professor Angelo Giarda, oggi defunto e ‘maestro’ dell’attuale legale di Stasi, Giada Bocellari, elencano alla Corte d’appello di Milano “le ipotesi alternative” in grado di smontare la “ricostruzione accusatoria” dimostrando “che gli inquirenti si sono semplicemente accontentati, errando clamorosamente”.

Investigazioni private dei legali di Alberto Stasi

Il primo “nucleo” oggetto di attenzione è la famiglia Cappa delle cugine di Chiara, Stefania e Paola, e del padre avvocato, Ermanno Cappa. “Ha verificato se tale famiglia avesse a disposizione un Telepass? Se questo abbia lasciato traccia il 13 agosto 2007 e, se sì in quali orari?”, domandano alla sostituta procuratrice generale di Milano Laura Barbaini il 3 dicembre 2014, a pochi giorni dalla prima sentenza di condanna. Poi è il turno di Maria Rosa Poggi, zia della vittima: “Ha verificato a che ora è uscita di casa Rosa Poggi? Ha approfondito il tipo di legame di questa famiglia con la famiglia Poggi?”. Nel lungo elenco di domande e sospetti viene indicata la famiglia Galli, parenti dei Poggi di Gropello Cairoli. Su di loro gli investigatori avrebbero svolto “sbrigative osservazioni” che non danno il “giusto quadro della vicenda”. “Si è controllato in che tipo di attività fosse eventualmente impegnata la nonna di Chiara alla casa di riposo il lunedì mattina del 13 agosto 2007 e in che orari?” domandano i legali con riferimento all’anziana nonna che all’epoca dell’omicidio era ricoverata in una casa di cura. “Venne mai sentito il tabaccaio o il panettiere di Gropello Cairoli?” proseguono.

Quando spunta il nome di Andrea Sempio

Dagli atti spunta anche il nome di Andrea Sempio insieme alla madre, Daniela Ferrari: “Ha letto le sit (sommarie informazioni testimoniali, ndr) di Sempio Andrea con specifico riferimento a quanto dallo stesso dichiarato sul giorno 13 agosto 2007 e sulle tre telefonate dei giorni prima? Ha letto le sit di Ferrari Daniela del 6.10.2008? Sa perché vennero sentiti a distanza di un anno e due mesi dai fatti?”. Un coinvolgimento – quello del commesso di Voghera – che anticipa di 2 anni esatti il suo ingresso ufficiale nella vicenda di Garlasco. Viene iscritto sul registro degli indagati la prima volta il 23 dicembre 2016. Sino a quel momento l’uomo era stato solo citato in un’informativa della polizia giudiziaria di Vigevano del gennaio 2008. “Nessuno ha mai inteso ‘puntare il dito’ contro Andrea Sempio, soggetto che gli stessi sottoscritti difensori quasi ignoravano fino a qualche mese fa” scrive ancora nel maggio 2017, tre anni dopo il lungo elenco di domande, il professor Giarda al pm di Milano, Fabio De Pasquale, che sta indagando l’avvocato e la società SKP Investigazioni e Servizi di sicurezza per calunnia e violazione della privacy per aver ‘rubato’ il dna di Sempio per confrontarlo con quello sulle unghie di Chiara Poggi (indagine poi archiviata).

E’ un documento in cui il 37enne viene definito come “quasi del tutto sconosciuto” dalla difesa Stasi. “Ci si è limitati a conferire un incarico ad una società di investigazioni, che ha rivisto tutto il materiale processuale”. Oltre al dna, SKP scopre le presunte “anomalie” sulle tre telefonate effettuate da Sempio verso casa Poggi il 7-8 agosto 2007 rispettivamente di 2, 8 e 21 secondi e quelle relative allo scontrino del parcheggio di Piazza Ducale a Vigevano, perfettamente conservato e presentato agli inquirenti un anno dopo i fatti come alibi.

La società privata di intelligence consegna l’esito delle sue investigazioni in due mesi dopo aver ricevuto l’incarico dallo studio legale Giarda il 30 settembre 2016. Due anni prima di quelle nuove prove il professor Giarda domanda alla Procura generale di Milano: “Ha verificato se per caso dopo un anno e due mesi dai fatti qualcuno produsse uno scontrino di un parcheggio relativo alla mattina del 13 agosto 2007?”

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Redazione Redazione Eventi e News