Droni militari e difesa: il piano da 2 miliardi del Regno Unito

Giugno 3, 2025 - 22:30
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Droni militari e difesa: il piano da 2 miliardi del Regno Unito

Il Regno Unito si prepara a una nuova era della difesa. Con un investimento da 2 miliardi di sterline, il governo britannico ha annunciato il più ambizioso programma mai varato per lo sviluppo e l’integrazione di droni militari nelle forze armate nazionali.

In un mondo segnato da conflitti asimmetrici, minacce ibride e competizione tecnologica, Londra punta su un esercito più agile, meno dipendente dall’uomo e altamente letale.
L’obiettivo dichiarato è quello di rendere l’esercito “dieci volte più letale”, come affermato dal ministro della Difesa Grant Shapps, attraverso l’uso strategico della robotica e dell’intelligenza artificiale.

Tecnologia e strategia: cosa prevede il piano da 2 miliardi

L’annuncio del nuovo piano arriva nel mezzo di una più ampia revisione della politica di difesa del Regno Unito.
Dopo la pandemia, la guerra in Ucraina e l’espansione cinese nel Pacifico, la sicurezza nazionale ha riacquistato centralità nella pianificazione politica, anche in chiave post-Brexit.

Il programma prevede un investimento complessivo di 2 miliardi di sterline nei prossimi anni, destinati a:

  • Progettazione e produzione di droni armati

  • Sistemi di sorveglianza aerea automatizzati

  • Droni logistici e cargo

  • Sistemi autonomi supportati da intelligenza artificiale

Secondo il Ministero della Difesa britannico, saranno oltre 20.000 i nuovi droni destinati alle forze armate britanniche entro il 2030.
Una cifra mai raggiunta prima, che posizionerebbe il Regno Unito tra i principali attori globali nel campo della guerra non presidiata.

L’intento è chiaro: costruire una forza militare più snella, versatile e resistente, capace di affrontare le guerre del futuro con strumenti digitali e automatizzati.

Guerra senza piloti: l’esempio ucraino e la nuova dottrina

Il conflitto russo-ucraino ha dimostrato in modo inequivocabile quanto i droni siano ormai parte integrante del teatro di guerra contemporaneo.
Sia Mosca che Kiev hanno fatto uso intensivo di UAV per missioni di attacco, ricognizione, sabotaggio e logistica.

I vertici militari britannici hanno preso nota.
Secondo Grant Shapps, “la guerra moderna si combatte nel cielo, spesso a bassa quota, e senza piloti umani”.
L’uso strategico dei droni consente di ridurre i rischi umani, abbattere i costi e aumentare la precisione delle operazioni.

La nuova dottrina britannica prevede l’integrazione di:

  • Droni kamikaze, capaci di colpire bersagli mobili

  • Droni a lunga autonomia, con carico utile variabile

  • Sciami di droni controllati da un’unica intelligenza artificiale

Secondo l’analisi del Royal United Services Institute, i droni saranno impiegati non solo in contesto bellico, ma anche per missioni di dissuasione, pattugliamento dei mari, gestione di frontiere e supporto umanitario in teatri complessi.

Una rete militare interamente digitale

L’integrazione dei droni è solo una parte del progetto.
Il piano da 2 miliardi sarà accompagnato da investimenti paralleli in cyber defense, reti di comando digitali, sistemi di coordinamento in tempo reale e intelligenza artificiale militare.

La novità principale riguarda la coordinazione automatica tra truppe umane, mezzi terrestri e droni in volo.
Ciò sarà possibile grazie a:

  • Reti di comunicazione crittografata a bassa latenza

  • Software predittivi per lo scenario di battaglia

  • Integrazione di AI tattica in tempo reale

Il Regno Unito prevede di creare “eserciti virtuali” per l’addestramento delle truppe e la simulazione delle battaglie, già a partire dal 2026.
L’obiettivo non è solo militare, ma anche geopolitico: posizionarsi come leader NATO nel settore della guerra tecnologica.

Chi produrrà i nuovi droni?

Una parte importante del progetto riguarda la filiera industriale.
Il governo ha annunciato che gran parte dei droni sarà realizzata in collaborazione con aziende britanniche e start-up high-tech, con il supporto di fornitori internazionali selezionati.

Sono già coinvolte aziende come:

  • BAE Systems, per la produzione di droni armati

  • QinetiQ, per i sistemi di controllo e sorveglianza

  • Thales UK, per i sistemi di comunicazione criptata

  • Anduril e Elbit Systems, per lo sviluppo di software IA militare

Inoltre, una “Drone Industrial Strategy” sarà pubblicata entro la fine del 2025, con l’obiettivo di fare del Regno Unito un hub europeo per la produzione di droni militari e civili.

Le implicazioni geopolitiche: deterrenza e influenza

Il rafforzamento della componente tecnologica dell’esercito non è solo una questione di efficienza interna.
Secondo gli analisti, si tratta anche di un messaggio chiaro rivolto ai partner NATO e ai rivali geopolitici.

Negli ultimi anni, la crescita della Russia, della Cina nel Pacifico e le tensioni con l’Iran e la Corea del Nord hanno riportato la logica della deterrenza al centro della politica militare.

Con questo programma, il Regno Unito si candida a restare una potenza militare globale, nonostante le dimensioni ridotte del proprio esercito convenzionale.
L’idea è che una forza ben equipaggiata tecnologicamente possa sostituire il numero con la capacità, in linea con le dottrine più avanzate.

Non a caso, lo stesso Shapps ha dichiarato che “il nostro esercito sarà forse più piccolo, ma sarà dieci volte più letale”.

Le critiche: etica, spesa e trasparenza

Come spesso accade con i programmi militari di alta tecnologia, non mancano le critiche.
Organizzazioni per i diritti umani e analisti indipendenti sollevano dubbi su:

  • L’uso di intelligenza artificiale letale in teatri di guerra

  • Il rischio di abusi o perdite di controllo sui sistemi autonomi

  • L’impatto sulla trasparenza e sul diritto internazionale

Anche all’interno del Parlamento britannico, alcuni esponenti dell’opposizione hanno chiesto maggiore supervisione.
Secondo l’associazione Drone Wars UK, la spesa potrebbe sottrarre fondi ad altri settori della difesa o del welfare, senza adeguati meccanismi di controllo.

Il governo ha risposto annunciando la creazione di una commissione etica permanente per l’uso di IA e droni nelle forze armate.

Prospettive future: esercito e società

L’introduzione massiva di droni avrà effetti anche sul reclutamento, l’addestramento e l’immagine dell’esercito britannico.
Si prevede una crescente richiesta di:

  • Tecnici e ingegneri informatici

  • Esperti di cyber warfare

  • Analisti di dati e operatori da remoto

Anche l’opinione pubblica dovrà essere accompagnata in questo processo.
Lontano dalle trincee e sempre più simile a un sistema di controllo remoto, l’esercito rischia di diventare per molti cittadini una realtà distante, connessa più al mondo dei videogiochi che a quello della vita reale.

La sfida sarà dunque tecnologica ma anche culturale: mantenere un esercito efficiente, letale e insieme etico, umano e trasparente.


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