Il Barbican chiude per un anno: cosa cambia dal 2028
Il Barbican Centre non è soltanto uno dei più grandi poli culturali di Londra, ma un vero e proprio simbolo urbano, capace di dividere, affascinare e raccontare la storia della città meglio di molti libri. Per chi vive a Londra, e in particolare per la comunità italiana che frequenta concerti, mostre e spettacoli, la notizia della sua chiusura temporanea rappresenta molto più di un semplice aggiornamento di agenda. Dal giugno 2028, il Barbican chiuderà le porte per un anno per affrontare un importante progetto di rinnovamento da 191 milioni di sterline, un intervento che guarda al futuro senza cancellare il passato. Capire cosa succederà, perché era necessario intervenire e quali saranno le conseguenze concrete per il pubblico è fondamentale per leggere correttamente questa decisione.
Il Barbican: un’icona culturale nata dalle macerie
Il Barbican Centre apre ufficialmente nel 1982, ma la sua storia inizia molto prima, sulle rovine del più grande sito bombardato della Londra del dopoguerra. L’area su cui sorge oggi il complesso era stata devastata durante la Seconda guerra mondiale, e la sua ricostruzione è diventata uno dei più ambiziosi progetti di rigenerazione urbana del Regno Unito. Il Barbican è stato pensato fin dall’inizio come una città nella città, un luogo in cui abitare, lavorare e produrre cultura convivessero in modo organico. Il suo stile brutalista, fatto di cemento a vista, geometrie imponenti e spazi monumentali, ha sempre diviso l’opinione pubblica, ma proprio questa radicalità architettonica lo ha reso unico e riconoscibile. Nel corso dei decenni, il Barbican è diventato casa della London Symphony Orchestra, oltre che punto di riferimento per teatro, danza, cinema e arti visive. Informazioni storiche e istituzionali sul centro sono disponibili sul sito ufficiale del Barbican Centre, che racconta l’evoluzione di questo spazio nel tempo.
Perché il Barbican deve chiudere: deterioramento e limiti strutturali
Dopo oltre quarant’anni di attività quasi ininterrotta, il Barbican mostra inevitabilmente i segni del tempo. Secondo quanto emerso dalle valutazioni tecniche, la struttura ha subito un deterioramento significativo, sia per quanto riguarda i materiali sia per gli impianti interni. Essendo un edificio tutelato di Grade II, ogni intervento deve rispettare vincoli rigorosi, rendendo impossibili soluzioni rapide o superficiali. Molti sistemi sono ormai obsoleti, dalla climatizzazione all’illuminazione, fino alla gestione degli spazi per il pubblico. Inoltre, alcune aree risultano oggi sottoutilizzate o difficili da fruire, soprattutto per persone con disabilità o esigenze specifiche. La decisione di procedere con una chiusura di un anno non nasce quindi da una volontà simbolica, ma da una necessità concreta: affrontare lavori complessi che non potrebbero essere realizzati mantenendo il centro pienamente operativo. La notizia è stata confermata anche dalla BBC News, che ha seguito da vicino l’approvazione del progetto da parte della City of London Corporation.
Il progetto di rinnovamento da 191 milioni di sterline
Il piano approvato prevede un investimento complessivo di 191 milioni di sterline, di cui circa l’80% finanziato dalla City of London Corporation, proprietaria del complesso. Il resto dei fondi sarà raccolto attraverso una campagna di fundraising, destinata in particolare al completamento di alcuni spazi pubblici chiave. I lavori inizieranno nel 2027, mentre la chiusura totale al pubblico scatterà da giugno 2028 per circa dodici mesi. La prima grande fase del progetto dovrebbe concludersi entro il 2030, anche se alcuni interventi continueranno oltre questa data. Il rinnovamento non si limiterà a una semplice ristrutturazione estetica, ma coinvolgerà spazi creativi e performativi, foyer, terrazze e aree simboliche come la Lakeside Terrace e il celebre Conservatory, uno degli angoli più fotografati del Barbican. L’obiettivo dichiarato è quello di restituire al pubblico un centro più funzionale, accogliente e in linea con le esigenze contemporanee, senza snaturarne l’identità.
Sostenibilità, riuso e nuove funzioni per il futuro
Uno degli aspetti più interessanti del progetto riguarda l’approccio alla sostenibilità. Il Barbican adotterà una strategia definita retrofit-first, che privilegia il riuso dei materiali esistenti invece della loro sostituzione indiscriminata. Elementi come il vetro del Conservatory e le pavimentazioni verranno recuperati e reintegrati, riducendo l’impatto ambientale dei lavori. Allo stesso tempo, il progetto prevede l’aggiornamento dei sistemi edilizi e dei materiali ormai invecchiati, migliorando l’efficienza energetica dell’intero complesso. Un altro punto centrale è lo “sblocco” di aree oggi sottoutilizzate, che verranno ripensate per ospitare nuove funzioni culturali e sociali. Questo intervento riflette una visione del Barbican non come museo del passato, ma come organismo vivo, capace di adattarsi alle trasformazioni della città e del pubblico che lo frequenta.
Accessibilità e inclusione: un Barbican più aperto
Il rinnovamento rappresenta anche un’occasione per affrontare in modo deciso il tema dell’accessibilità. Il nuovo Barbican sarà più inclusivo, con miglioramenti significativi nell’orientamento interno, un aumento dei servizi igienici e la garanzia di accessibilità completa al Conservatory, oggi limitata. Tra le novità più significative figura la creazione di una sala multifaith, pensata come spazio di raccoglimento e dialogo interculturale. Questa scelta riflette la volontà di rendere il Barbican un luogo realmente aperto a tutte le comunità che vivono Londra, riconoscendo la pluralità culturale e religiosa della città. Per la comunità italiana, che spesso vive questi spazi come luoghi di incontro e socialità oltre che di cultura, si tratta di un segnale importante, che rafforza il ruolo del Barbican come centro civico oltre che artistico.
Cosa resta aperto e cosa succede durante la chiusura
Nonostante la chiusura principale del centro, alcune aree resteranno accessibili. In particolare, i cinema di Beech Street continueranno a funzionare, così come l’accesso attraverso il complesso residenziale adiacente. Questo permetterà di mantenere una certa continuità di vita nell’area, evitando che il Barbican diventi un vuoto urbano per un intero anno. Parallelamente, l’istituzione ha annunciato l’intenzione di collaborare con partner esterni per offrire una programmazione culturale alternativa in altre sedi londinesi. L’obiettivo è non interrompere il rapporto con il pubblico abituale e garantire che l’assenza temporanea del Barbican non si traduca in un impoverimento dell’offerta culturale cittadina.
La London Symphony Orchestra e l’impatto sulla musica
Il Barbican è da decenni la sede della London Symphony Orchestra (LSO), e la chiusura avrebbe potuto rappresentare un problema significativo per una delle orchestre più prestigiose al mondo. In realtà, la LSO ha accolto positivamente l’investimento, definendolo essenziale per il futuro. Le stagioni 2026/27 e 2027/28 si svolgeranno regolarmente al Barbican, mentre durante il periodo di chiusura l’orchestra continuerà la propria attività in altre sedi londinesi e in tournée. St Luke’s diventerà la base principale della LSO, con un incremento di concerti, registrazioni e produzioni digitali. Questo spostamento temporaneo non rappresenta una pausa, ma piuttosto una riorganizzazione strategica, che potrebbe anche ampliare il pubblico dell’orchestra in altre zone della città.
Domande frequenti per chi vive a Londra
Molti si chiedono se la chiusura del Barbican significherà un anno “vuoto” per la cultura londinese. La risposta è no: la programmazione alternativa e le attività decentrate garantiranno una continuità, anche se diversa. Un’altra domanda riguarda la durata effettiva dei lavori: la chiusura è prevista per un anno, ma il progetto complessivo si estenderà fino al 2030. Infine, c’è chi teme che il rinnovamento snaturi l’identità brutalista del Barbican. Le dichiarazioni ufficiali insistono invece sulla volontà di preservare e valorizzare l’architettura originale, intervenendo solo dove necessario per garantire sicurezza, funzionalità e inclusione. In questo senso, il Barbican del futuro promette di essere diverso, ma riconoscibile, fedele al suo spirito originario e al tempo stesso pronto ad affrontare le sfide dei prossimi decenni.
Le immagini utilizzate sono su Common free license o tutelate da copyright. È vietata la ripubblicazione, duplicazione e download senza il consenso dell’autore.
The post Il Barbican chiude per un anno: cosa cambia dal 2028 first appeared on Londra Da Vivere : il più grande portale degli italiani a Londra.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




