Gaza, Caritas Gerusalemme lancia un appello per la pace

Lug 14, 2025 - 12:30
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Gaza, Caritas Gerusalemme lancia un appello per la pace

Caritas Jerusalem ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale per fermare l’ecatombe in corso nella Striscia di Gaza. In una nota diffusa in queste ore, l’organizzazione ha denunciato il collasso totale della vita civile sotto i colpi di ostilità crescenti, mancanza di beni essenziali e attacchi contro chi cerca aiuti. “Serve un cessate il fuoco immediato e un accesso umanitario senza ostacoli”, si legge nel documento. La crisi colpisce ogni ambito: salute, istruzione, sicurezza alimentare, accesso all’acqua e rifugi. La Caritas chiede a governi e istituzioni religiose di non restare in silenzio: “Le vite sono appese a un filo. Il mondo non può voltarsi”.

L’appello

Un appello urgente per “un intervento internazionale per prevenire ulteriori perdite di vite umane e di dignità umana. Urge un cessate il fuoco immediato e accesso umanitario senza ostacoli”. A lanciarlo è oggi Caritas Jerusalem che, in una nota, denuncia la crisi umanitaria a Gaza. “Con l’intensificarsi delle ostilità e il blocco dei rifornimenti essenziali, ogni settore della vita civile è al collasso”, afferma la Caritas che passa in rassegna punto per punto la condizione degli abitanti della Striscia. “Sicurezza alimentare: la fame acuta ha colpito l’intera popolazione. I panifici supportati dalle Nazioni Unite sono chiusi. I crescenti attacchi contro i richiedenti aiuti – 758 morti e oltre 5.000 feriti dal 27 maggio – hanno bloccato le consegne di cibo; acqua, servizi igienico-sanitari e igiene (Wash): oltre l’80% delle infrastrutture Wash si trova in zone di conflitto attivo. La carenza di carburante ha paralizzato la produzione idrica, il trattamento delle acque reflue e lo smaltimento dei rifiuti. Quasi il 40% di tutte le malattie segnalate è ora diarrea acquosa acuta; salute: gli ospedali sono sovraffollati e con risorse insufficienti. Forniture mediche, carburante e posti letto sono in grave carenza. Solo a giugno sono stati segnalati 484 casi sospetti di meningite. Le malattie trasmesse dall’acqua e la malnutrizione sono in rapido aumento; protezione: le famiglie sono sempre più esposte a violenza di genere, sfruttamento minorile e traumi psicologici estremi.

La situazione sul campo

Molti servizi in prima linea hanno cessato le operazioni a causa dell’insicurezza e della distruzione; istruzione: oltre 15.800 studenti e 700 membri del personale scolastico hanno perso la vita. 85 spazi di apprendimento temporanei hanno interrotto le attività, con conseguenze per oltre 33.000 bambini. L’istruzione è praticamente bloccata; rifugi: si stima che 1,3 milioni di persone abbiano urgente bisogno di rifugi di emergenza e di articoli per la casa. Da marzo non è entrato a Gaza alcun materiale per la costruzione di rifugi, mentre il sovraffollamento e i ripetuti sfollamenti aggravano l’emergenza umanitaria; logistica e telecomunicazioni: l’accesso umanitario è stato gravemente ostacolato. Oltre 680 camion rimangono bloccati al confine. La carenza di carburante minaccia di far precipitare Gaza in un blackout totale delle comunicazioni”. Nonostante la gravità della situazione sul terreno Caritas Jerusalem è presente a Gaza “con dieci punti medici e una clinica centrale a Gaza City; assistenza psicosociale per bambini e donne traumatizzati; assistenza in denaro per aiutare i più vulnerabili a soddisfare i bisogni primari”. Non meno importante l’azione di ‘advocacy’ per un cessate il fuoco immediato e una pace duratura. La Caritas comunica anche la sospensione di un punto medico nell’area di Al Zaitoun a causa del deterioramento della situazione, in particolare intorno alle due chiese cristiane, quella ortodossa di san Porfirio e quella latina della Sacra Famiglia.

L’esortazione

Da qui la richiesta della Caritas a governi, organizzazioni umanitarie, istituzioni religiose e persone di coscienza in tutto il mondo a: “richiedere un cessate il fuoco immediato; garantire un accesso umanitario senza ostacoli e la protezione dei civili, in particolare dei bambini e delle famiglie sfollate”. “Le vite sono appese a un filo. Il mondo non deve distogliere lo sguardo”, conclude la Caritas.

Fonte: Agensir

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