Gli Usa invieranno una lettera con condizioni unilaterali a chi non hanno negoziato accordi sui dazi

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha annunciato ieri che la sua amministrazione inizierà presto a inviare lettere ai partner commerciali con l’indicazione di nuovi dazi unilaterali, mentre si avvicina la scadenza di mercoledì 9 luglio, quando scadrà la pausa di 90 giorni dall’entrata in vigore dei “dazi reciproci” annunciati da Trump lo scorso aprile.
Sempre ieri, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha detto che un accordo con il Giappone appare improbabile nel breve termine, anche a causa delle elezioni per il rinnovo parziale della Camera alta in programma in Giappone il 20 luglio. “Il Giappone è in una posizione difficile,” ha detto Bessent all’emittente televisiva “Cnbc”, menzionando forti vincoli politici interni. Trump, parlando ai giornalisti prima di partire per l’Iowa, ha detto che per quanto riguarda i partner commerciali che ancora non hanno stretto accordi con gli Usa, preferirebbe “inviare una semplice lettera: ecco cosa dovete pagare per fare affari negli Stati Uniti”. Ha inoltre spiegato di prediligere accordi poco complessi, che possano essere “mantenuti e controllati facilmente”.
Secondo Bessent, circa 100 Paesi potrebbero vedere applicate alle loro esportazioni verso gli Usa un dazio lineare del 10 per cento, mentre solo quelli con “buoni accordi” negoziati in buona fede potrebbero evitare le nuove misure. I dazi voluti da Trump, annunciati il 2 aprile, includono un’aliquota universale del 10 per cento sulle importazioni da quasi tutti i Paesi e dazi aggiuntivi su 60 nazioni con cui gli Usa registrano deficit commerciali. Il Giappone, in particolare, rischia un’ulteriore dazio lineare del 14 per cento, per un totale del 24 per cento.
Finora, solo il Vietnam e il Regno Unito hanno raggiunto accordi con l’amministrazione Trump, con il Paese del Sud-Est asiatico che ha accettato un dazio del 20 per cento a carico delle sue esportazioni, inferiore al 46 per cento stabilito inizialmente dall’amministrazione Trump. I negoziati tra Washington e Tokyo restano bloccati a causa dell’aumento al 27,5 per cento del dazio sulle auto introdotto da Washington per motivi di sicurezza nazionale. Nonostante ciò, il Giappone prevede di inviare la prossima settimana il suo principale negoziatore per un nuovo round di colloqui.
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