Il borgo a 750 metri d’altezza che sta facendo impazzire tutti: tra montagne e opere d’arte a cielo aperto
Nel cuore incontaminato dei Monti Nebrodi, a 750 metri di altitudine, si erge un borgo che coniuga tradizione millenaria e arte contemporane.
Questo piccolo paese siciliano, noto anche come Castedduzzu in dialetto locale, si distingue oggi per la sua anima duplice: un patrimonio storico ricco di fascino e un eccezionale museo a cielo aperto grazie alla presenza di opere di land art di rilevanza internazionale.
Castel di Lucio si presenta come un suggestivo insieme di case arroccate su uno sperone roccioso che domina la valle del fiume Tusa. Il borgo conserva le tracce di un passato che affonda le radici nel periodo normanno, quando la famiglia Ventimiglia ne fece un avamposto strategico. Resti dell’antico castello normanno, portali decorati da scalpellini esperti e chiese storiche come la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta, testimoniano la ricchezza culturale del luogo.
Negli ultimi decenni, tuttavia, Castel di Lucio ha saputo reinventarsi grazie al progetto Fiumara d’Arte, ideato dal mecenate Antonio Presti. Questo ambizioso intervento ha trasformato il territorio in un vero e proprio parco sculture all’aperto, il più grande d’Europa, facendo dialogare la natura incontaminata con opere d’arte contemporanea di grande impatto visivo e simbolico.
Il Labirinto di Arianna: simbolo di rinascita e speranza
Tra le installazioni più celebri che punteggiano il paesaggio di Castel di Lucio spicca senza dubbio il Labirinto di Arianna, realizzato tra il 1988 e il 1989 dall’artista Italo Lanfredini. Questa imponente opera di land art si sviluppa in spirali concentriche di calcestruzzo su un altopiano panoramico, offrendo una vista spettacolare sui Monti Nebrodi.
A differenza dei tradizionali labirinti concepiti per confondere, questo percorso invita il visitatore a un viaggio interiore di riflessione e ritrovamento di sé. L’ingresso, una stretta apertura a ogiva, conduce verso il cuore dell’opera, dove si trova un ulivo secolare simbolo di pace e rinascita. L’accesso all’opera è gratuito e sempre aperto, rafforzando così il messaggio di inclusività e condivisione.
Oltre al Labirinto, altre opere d’arte contemporanea arricchiscono il tessuto urbano e l’ambiente circostante, come l’intervento cromatico Arethusa di Piero Dorazio e Graziano Marini sulla facciata della caserma dei Carabinieri, e la scultura Una curva gettata alle spalle del tempo di Paolo Schiavocampo.

Il carattere di Castel di Lucio non si limita alla sua vocazione artistica e storica. Il borgo, che si definisce un vero e proprio “Comune di Pace”, ha recentemente attirato l’attenzione nazionale per la sua decisione di rinunciare agli addobbi natalizi, devolvendo i fondi risparmiati – circa 4.000 euro – all’organizzazione Emergency, a sostegno delle vittime civili nella Striscia di Gaza. Questo gesto, ispirato dal richiamo all’articolo 11 della Costituzione italiana che ripudia la guerra, sottolinea il profondo impegno della comunità nei confronti della pace e della solidarietà internazionale.
A livello locale, Castel di Lucio promuove iniziative di coesione sociale come la cucina comunale dedicata agli anziani, un servizio che non solo offre pasti ma anche momenti di compagnia, rafforzando il senso di comunità e rispetto delle proprie radici.
Itinerari, tradizioni e sapori autentici
Visitare Castel di Lucio significa immergersi in un intreccio di viuzze e scalinate che rivelano scorci pittoreschi e testimonianze storiche. Tra i luoghi da non perdere ci sono i ruderi del Castello Normanno, con una delle torri ancora quasi intatta, e le numerose chiese disseminate nel borgo, custodi di preziose opere d’arte sacra, tra cui un ciborio in pietra attribuito alla scuola del Gagini.
La gastronomia locale è un altro punto di forza del territorio. L’allevamento di ovini, caprini e suini è alla base di produzioni casearie di alta qualità, come la celebre Provola dei Nebrodi, la ricotta fresca, la tuma e il caciocavallo (detto cascavaddu in dialetto). La tradizionale sagra del caciocavallo, che si celebra ogni 17 agosto, rappresenta un momento di festa e valorizzazione delle eccellenze locali. Tra i piatti tipici spiccano la “tabisca”, una focaccia servita con ricotta, e una serie di dolci che variano in base alle festività.
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