Il brand Jennyfer in liquidazione giudiziaria. A rischio 999 dipendenti

Maggio 5, 2025 - 12:30
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Il brand Jennyfer in liquidazione giudiziaria. A rischio 999 dipendenti
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Jennyfer – catena di abbigliamento francese rivolta a un pubblico teen – dopo 40 anni di attività abbassa la saracinesca. La decisione è stata ufficializzata lo scorso mercoledì 30 aprile direttamente dalla dirigenza, la quale ha presentato al tribunale del commercio di Bobigny la richiesta ufficiale di liquidazione giudiziaria. E a risentirne maggiormente sono i dipendenti della label: sono 999, infatti, gli interessati dalla liquidazione, la quale prevede come step successivo proprio la cessazione dei pagamenti.

Come si legge sul sito ufficiale della Confédération Générale du Travail, la direzione ha chiesto di proseguire l’attività per circa quattro settimane, fino al 28 maggio e, nel frattempo, i potenziali acquirenti avranno tempo fino al 13 maggio per presentare domanda per rilevare la totalità o una parte degli asset del brand.

Come riporta l’agenzia stampa francese Afp,  il marchio, fondato nel 1984, a metà del 2024 contava 220 negozi in Francia e 80 all’estero – in particolare in Belgio -, per un fatturato annuo di circa 250 milioni di euro. Nonostante fosse in amministrazione controllata dal 2023, la catena aveva elaborato un piano di ripresa sotto la guida dei suoi nuovi proprietari a partire dall’estate del 2024, annunciando “un investimento iniziale di 15 milioni di euro” e “l’arrivo di un nuovo azionista”. Nel frattempo era stato implementato un piano di tutela dell’occupazione (Pse), che aveva portato alla soppressione di 75 posti di lavoro (60 nella sede centrale e 15 nei magazzini) senza chiudere però alcun punto vendita. Acquisita nove mesi fa da due dei suoi dirigenti, Yann Pasco e Jean-Charles Gaume, con il supporto del loro fornitore cinese Shanghai Pure Fashion Garments Co Ltd., Jennyfer però non è riuscita a concretizzare la propria rinascita. “L’esplosione dei costi, il calo del potere d’acquisto, le mutazioni nel mercato dell’abbigliamento e la concorrenza internazionale sempre più aggressiva hanno reso il suo modello economico insostenibile”, ha dichiarato la dirigenza all’agenzia di stampa.

La Confédération Générale du Travail, inoltre, denuncia l’occultamento della procedura agli organi di rappresentanza del personale e chiede trasparenza finanziaria e supervisione attraverso strumenti legislativi e regolamentari affinché i datori di lavoro non possano più liquidare le aziende tramite accordi finanziari, come accaduto a Camaïeu, Alinéa, Habitat e altre aziende in situazioni simili. La segretaria generale della Cgt, Sophie Binet, ha denunciato mercoledì scorso “una catastrofe sociale”, di cui sono “principalmente colpite le donne (…)” e constata “nel settore del prêt-à-porter una totale assenza di riflessione strategica sulla congiuntura economica”.

La vicenda di Jennyfer si inserisce in un panoramica di generale difficoltà per il retail francese, innescata dalla pandemia e poi aggravata dall’inflazione, dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, oltre che dalla concorrenza dell’e-commerce e del second hand. Trai brand ready-to-wear coinvolti figurano i già citati Camaïeu (liquidato nel settembre 2022, con il licenziamento di 2.100 dipendenti), Habitat, Alinéa, Naf Naf, Kookai, Burton of London, Gap France, Andre’, Du Pareil au Meme e Sergent Major.

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Redazione Redazione Eventi e News