Il Montenegro avanza verso l’UE. Pronta la chiusura di cinque nuovi capitoli negoziali
Bruxelles – Il Montenegro avanza nel serratissimo calendario che si è dato per l’ingresso nell’UE. L’obiettivo di Podgorica è di chiudere i negoziati su tutti i capitoli di adesione entro la fine del 2026. Domani (16 dicembre) è previsto un “significativo passo avanti”: il sì alla chiusura di 5 capitoli, che porterà il totale a 12 su 33.
A rivelarlo un alto funzionario UE, alla vigilia della ventiquattresima riunione della Conferenza di adesione con il Montenegro. Lo stesso presidente montenegrino, Jakov Milatović, aveva anticipato il possibile conseguimento del risultato pochi giorni fa, dopo una serie di scambi con l’omologo francese Emmanuel Macron.
In dirittura d’arrivo dunque non solo tre capitoli – quelli sul ‘Diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi’, sulla ‘Libera circolazione dei capitali’ e sul ‘Diritto societario’ -, ma anche quelli relativi ad ‘Agricoltura e sviluppo rurale’ e ‘Pesca’. Questi ultimi due sono rimasti fino ad oggi ostaggio del veto di Parigi, per preoccupazioni relativi agli impatti sulle proprie filiere.
Finora, Podgorica aveva già chiuso i negoziati su ‘Appalti pubblici’, ‘Proprietà intellettuale’, ‘Informazione e media’, ‘Politica industriale e imprese’, ‘Scienza e ricerca’, ‘Educazione e cultura’ e ‘Relazioni esterne’.
Il Montenegro è ufficialmente un Paese candidato dal 2011, ma lo sprint impresso da Bruxelles e Podgorica nell’ultimo anno è evidente. Le trattative sono aperte su tutti gli altri capitoli, ma la strada resta ancora lunga. E l’obiettivo decisamente ambizioso, visto che in un anno Podgorica dovrebbe ricevere il via libera – all’unanimità dei 27 Paesi membri – su quasi i due terzi dei capitoli negoziali.
In particolare, sono i capitoli che mirano ad allineare i Paesi candidati agli standard comunitari in materia di giustizia, diritti fondamentali, lotta alla corruzione e sicurezza a destare le maggiori preoccupazioni. Sono tradizionalmente considerati i più impegnativi dell’intero processo di adesione. Anche qui però, la strada sembra in discesa: l’ostacolo della crisi politica del dicembre scorso, causata da norme contraddittorie sull’elezione dei giudici, è stato superato.
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