La cucina italiana, ovvero: il monumento all’immigrazione

Dicembre 16, 2025 - 00:13
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La cucina italiana, ovvero: il monumento all’immigrazione

C’è quasi da sperare che Unesco ce lo tolga questo premio alla cucina italiana, visto che anche su questo riusciamo a litigare tra di noi italiani, riusciamo a trovare degli aspetti negativi. Da giorni sono attonito nel vedere la corsa che c’è sui giornali a dire “ok, però, insomma, d’altra parte…”. Va bene discutere, approfondire, va bene il gusto della polemica, però, insomma, si potrebbe fare a meno di cercare la maniera di contestare un premio che non ha né padri né madri, che è di tutti, è di destra, di centro e di sinistra. Forse è proprio questo il problema, che nessuno riesce a intestarsi un premio che è veramente alla storia, alle ricchezze ed alle miserie di un Paese.

Che ha avuto la fortuna di essere travolto dall’immigrazione.

E sì, perché davvero poco, quasi nulla, di ciò che è proprio della cucina italiana è italiano, lo è diventato, si è integrato, ma non è per niente “nato italiano”. Perché nella cucina, nella vera, grade, cucina, la forza è nella mescolanza. Come i croissant, che sono nati a Vienna, e non sono francesi d’origine.

Come i pomodori, verdura principe della cucina italiana, che sono arrivati, sono stati guardati con qualche incertezza se non timore, e poi ci hanno permesso di fare i due piatti più celebrati della cucina italiana: la pizza napoletana e gli spaghetti al pomodoro. Anche gli spaghetti, detto per inciso, non sono stati inventati in Italia, mentre la pizza, intesa come impasto schiacciato di farina cotto al forno, esiste ovunque nel Mediterraneo ed in gran parte del resto del Mondo.

Le famose melanzane della pasta alla Norma? Sono arrivate dell’Asia (e dall’India), come tanti migranti, e sono entrate nel territorio che oggi è l’Italia nel 600, portate dagli arabi, che ai tempi non erano migranti ma conquistatori, e grandi cuochi.

Il vino, poi, come lo conosciamo noi, sembra proprio sia nato nell’odierna Georgia, 7 o 8  mila anni fa.

Noi siamo stati bravi, per doti e spesso per necessità, a trasformare questi ingredienti in qualcosa di speciale, erano lì per tutti, ma noi, più di altri in queste zone, siamo riusciti a farne qualcosa di speciale, a trarne una enorme pluralità di piatti, ma non ne abbiamo fatto qualcosa di unico, perché tra la pasta con le sarde ed i canederli non c’è praticamente nulla in comune, se non il fatto di essere ottimi cibi italiani. La lunghezza del nostro Paese, le diverse storie che abbiamo vissuto, hanno permesso una ricchezza che, oggi, è certamente unica.

Perché abbiamo saputo accogliere culture e prodotti che ci hanno resi più ricchi e speciali. Tanto da meritare un premio internazionale.

 

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia