Il Regno Unito punta sull’innovazione: £86 miliardi in Ricerca e Sviluppo entro il 2030

Giugno 10, 2025 - 07:00
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Il Regno Unito punta sull’innovazione: £86 miliardi in Ricerca e Sviluppo entro il 2030

Nel pieno di una nuova era politica ed economica, il governo laburista britannico ha annunciato un ambizioso piano da £86 miliardi in Ricerca e Sviluppo (R&D) da qui al 2030. A fare l’annuncio è stata Rachel Reeves, neo-Cancelliere dello Scacchiere, nell’ambito di una strategia più ampia guidata dal Primo Ministro Keir Starmer per rilanciare la crescita economica del Regno Unito attraverso l’innovazione scientifica e tecnologica.

Una visione per il futuro

Il piano prevede un investimento medio annuo di circa £22,5 miliardi, con l’obiettivo di posizionare il Regno Unito tra i leader mondiali nelle tecnologie emergenti. I fondi saranno destinati a sostenere progetti ad alto impatto in settori chiave come:

  • Intelligenza Artificiale
  • Cure mediche avanzate
  • Tecnologie green e decarbonizzazione
  • Semiconduttori e microelettronica
  • Sviluppo quantistico e computazione ad alte prestazioni

L’investimento è stato presentato come “una svolta” per il paese, che da anni affronta una stagnazione in termini di produttività e competitività globale.

Decentramento e inclusività territoriale

Una parte significativa del pacchetto — circa £500 milioni — sarà devoluta direttamente alle autorità regionali, con almeno £30 milioni garantiti a ogni area metropolitana. Le città destinatarie di queste risorse includono:

  • Liverpool
  • Manchester
  • Cambridge
  • Bristol
  • Il Galles
  • Alcune regioni della Scozia

L’obiettivo è riequilibrare gli investimenti in R&D, tradizionalmente concentrati a Londra e nel Sud Est, favorendo invece la crescita di hub scientifici e tecnologici in tutto il Regno Unito.

Un volano per occupazione e sicurezza

Secondo quanto comunicato dal governo, gli investimenti creeranno decine di migliaia di posti di lavoro qualificati, alimentando un ecosistema di start-up, spin-off universitari e imprese consolidate. Si prevede che l’indotto possa contribuire in modo significativo anche alla sicurezza nazionale, sviluppando tecnologie strategiche per la difesa, la cybersicurezza e la resilienza energetica.

Inoltre, con la crescente instabilità geopolitica e la competizione con giganti come Stati Uniti e Cina, il Regno Unito punta a rafforzare la propria autonomia tecnologica.

Il ruolo delle università e dei centri di ricerca

Cambridge, Oxford, Imperial College e altri centri d’eccellenza britannici avranno un ruolo centrale nella distribuzione e gestione dei fondi. I progetti dovranno prevedere una forte sinergia tra pubblico e privato, in un modello collaborativo che favorisca:

  • trasferimento tecnologico
  • proprietà intellettuale condivisa
  • applicazioni industriali concrete

Una quota del budget sarà destinata anche alla formazione e al talento scientifico, con borse di studio e programmi per attrarre ricercatori internazionali, anche in risposta al “brain drain” dagli Stati Uniti causato dai tagli alla ricerca.

Rachel Reeves: “La crescita parte dalla scienza”

In conferenza stampa, Rachel Reeves ha dichiarato:

“La crescita economica sostenibile parte dall’investimento nella conoscenza. Vogliamo costruire un’economia basata su ciò che il Regno Unito sa fare meglio: innovare, scoprire, risolvere problemi reali.”

L’intervento di Reeves si inserisce in un quadro più ampio di riforma economica, che mira a rilanciare la fiducia degli investitori e dei cittadini dopo anni di turbolenze legate alla Brexit, alla pandemia e alle crisi energetiche globali.

Critiche e ostacoli

Non sono mancate le critiche da parte dell’opposizione e di alcuni esperti del settore. Le principali preoccupazioni riguardano:

  • La burocrazia e la lentezza con cui in passato i fondi sono stati effettivamente distribuiti.
  • L’aumento dei costi per visti e sanità per i ricercatori stranieri (fino a £30.000 per famiglia in 5 anni), che potrebbero disincentivare l’arrivo di nuovi talenti.
  • La mancanza di una strategia chiara per il monitoraggio dell’impatto dei fondi investiti.

Prospettive internazionali

Il piano britannico è stato accolto con interesse anche a livello internazionale. La Royal Society ha sottolineato che un impegno simile posiziona il Regno Unito in una posizione favorevole per attrarre capitali, progetti europei e partnership globali. Con l’Unione Europea che ha appena rinnovato Horizon Europe e gli Stati Uniti che stanno rivedendo i propri budget federali, l’UK potrebbe porsi come terra di approdo privilegiata per l’innovazione globale.

Conclusioni

Il piano da £86 miliardi per la R&D rappresenta una scommessa audace sul futuro scientifico e industriale del Regno Unito. Se ben eseguito, potrebbe:

  • Rivitalizzare l’economia nazionale
  • Ridurre le disuguaglianze territoriali
  • Riconquistare una posizione di leadership globale nella scienza e nella tecnologia

Resta da vedere se il governo riuscirà a tradurre le promesse in risultati concreti. Ma una cosa è certa: il Regno Unito ha deciso di puntare tutto sull’innovazione per ripartire.

 

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Redazione Redazione Eventi e News