Impronte digitali obbligatorie per i britannici in UE
Dal 6 ottobre 2025, viaggiare in Europa per i cittadini britannici sarà un’esperienza diversa. Con l’entrata in vigore del nuovo sistema europeo Entry/Exit System (EES), ogni ingresso nell’area Schengen richiederà la registrazione obbligatoria delle impronte digitali e una foto biometrica.
La novità riguarda milioni di cittadini del Regno Unito che ogni anno attraversano il continente per turismo, lavoro o motivi familiari. La misura nasce come parte del pacchetto sicurezza dell’Unione Europea, pensato per migliorare il controllo delle frontiere. Tuttavia, le nuove regole stanno già sollevando forti preoccupazioni logistiche, economiche e politiche, sia nel Regno Unito che nei Paesi UE.
Che cos’è il nuovo sistema EES e cosa comporta
Il nuovo sistema EES (Entry/Exit System) è una banca dati digitale creata dall’Unione Europea per monitorare tutti gli ingressi e le uscite dei cittadini non appartenenti all’UE o all’area Schengen.
Chi viaggia dall’esterno, come i cittadini britannici post-Brexit, dovrà essere sottoposto a un controllo che include:
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la scansione delle impronte digitali
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una fotografia biometrica in tempo reale
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il controllo dei dati del passaporto
I dati raccolti saranno conservati per tre anni e serviranno a verificare l’identità del viaggiatore durante gli spostamenti successivi.
Questo significa che ogni volta che un cittadino del Regno Unito entrerà in un Paese dell’Unione, anche se già registrato in passato, dovrà ripetere la verifica biometrica, con tempi di controllo potenzialmente lunghi.
Il sistema non si applicherà ai britannici residenti in uno Stato UE con un permesso di soggiorno valido, che potranno continuare a entrare come prima.
Come chiarito dalla Commissione Europea, l’obiettivo del sistema è contrastare la permanenza oltre i limiti di soggiorno e rafforzare la sicurezza interna, sostituendo il vecchio sistema dei timbri cartacei.
Quali sono gli effetti per chi viaggia nel continente
Le implicazioni pratiche sono tutt’altro che trascurabili. Secondo quanto riportato dal The Guardian, l’introduzione dell’EES rischia di generare ritardi significativi nei porti, negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie.
Particolarmente critici saranno i valichi come Dover, l’Eurotunnel a Folkestone e la stazione di St Pancras International, dove i controlli vengono effettuati su suolo britannico da agenti di frontiera francesi.
L’infrastruttura attuale, infatti, non è pronta per supportare i flussi di passeggeri con controlli biometrici in tempo reale. Manca lo spazio fisico per installare cabine di registrazione, scanner e software necessari.
Secondo le stime del consorzio Getlink, gestore dell’Eurotunnel, potrebbero essere necessari fino a 3 minuti per passeggero, un tempo che moltiplicato per migliaia di persone può bloccare le operazioni nei giorni di punta.
Anche i funzionari del Kent County Council hanno espresso serie preoccupazioni, avvertendo che, senza un adeguamento tecnico urgente, il rischio è quello di congestionare il traffico internazionale e generare costi economici e ambientali importanti.
Proteste, tentativi di rinvio e posizione dell’Unione Europea
Nonostante le richieste di rinvio da parte di operatori turistici, compagnie ferroviarie e autorità locali, l’Unione Europea ha confermato l’entrata in vigore dell’EES al 6 ottobre 2025.
La Commissione ribadisce che si tratta di un sistema già approvato, finanziato e testato, destinato a diventare parte integrante del nuovo modello europeo di smart borders.
Il Regno Unito non ha alcun margine di modifica sul sistema, essendo ora considerato a tutti gli effetti “Paese terzo”dopo l’uscita dall’Unione.
A peggiorare le cose, la Commissione Europea introdurrà anche l’ETIAS, il nuovo permesso elettronico di viaggio simile all’ESTA statunitense, previsto per i cittadini britannici entro fine 2025.
Secondo quanto anticipato da gov.uk, l’ETIAS richiederà una registrazione online con approvazione preventiva, da pagare una volta ogni tre anni. In pratica, sarà un permesso digitale da richiedere prima della partenza, senza il quale non si potrà entrare nei confini UE.
Implicazioni per famiglie, minori e viaggi brevi
Le nuove regole si applicano anche ai bambini e minori, anche se con modalità semplificate per l’acquisizione dei dati biometrici.
Viaggiatori occasionali, famiglie in vacanza e studenti universitari saranno soggetti agli stessi controlli, con l’eccezione dei residenti con documenti europei validi.
Una delle domande più frequenti riguarda chi viaggia frequentemente in Europa per lavoro o ha parenti residenti nei Paesi UE. Purtroppo, la normativa non prevede esenzioni basate sulla motivazione del viaggio: tutti i cittadini britannici sono soggetti all’EES.
L’unico corridoio esente è quello tra Irlanda e Irlanda del Nord, protetto dagli accordi del Common Travel Area (CTA). I viaggiatori che entrano dalla Repubblica d’Irlanda non saranno sottoposti a controlli biometrici specifici al confine terrestre con il Regno Unito.
Uno scenario da monitorare: rischi e soluzioni in vista
La portata delle nuove misure, unite all’assenza di infrastrutture pronte sul suolo britannico, rende la questione particolarmente delicata.
Se da un lato il sistema EES promette un aumento della sicurezza e una gestione più ordinata delle frontiere europee, dall’altro pone una sfida operativa e politica significativa per le autorità britanniche e per i milioni di cittadini che viaggiano regolarmente in Europa.
Gli esperti sottolineano che l’unica soluzione a breve termine è investire rapidamente in tecnologia, assumere personale, installare dispositivi biometrici nei porti e nelle stazioni e sensibilizzare l’opinione pubblica.
Un ulteriore problema è rappresentato dalla protezione dei dati personali, tema già molto sentito nel Regno Unito. I dati biometrici, foto e dettagli dei viaggiatori saranno conservati per tre anni in server europei, e questo sta sollevando interrogativi sulla compatibilità con la legislazione britannica sulla privacy.
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