Intervista con Stefano Bini, conduttore su La7.it di “L’Italia più bella che c’è!”: “E’ un programma all’insegna dell’unicità sotto il profilo culturale, territoriale e culinario”

Lug 18, 2025 - 08:30
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Intervista con Stefano Bini, conduttore su La7.it di “L’Italia più bella che c’è!”: “E’ un programma all’insegna dell’unicità sotto il profilo culturale, territoriale e culinario”

“Il viaggio per me è libertà, conoscenza, passione, entusiasmo, amore e rispetto”. Stefano Bini è conduttore, autore e capoprogetto di “L’Italia più bella che c’è!”, ogni domenica alle 14,30 su La7.it e sempre disponibile on demand. Tredici puntate e un viaggio da nord a sud fino alle isole, attraverso territori e borghi nascosti, stazioni termali e aziende vinicole, scoprendo e degustando la migliore cucina della tradizione che s’intreccia ed incontra quella contemporanea.

Stefano Bini, attraverso questo interessante programma realizzato da Reeload srls, ci porta a conoscere le tante curiosità di piccoli centri, preziosi e unici, regalando al telespettatore immagini e racconti del tutto inediti. I paesaggi fanno da sfondo e si intrecciano con cucine che non si sono mai mostrate, con uno storytelling dei territori e di tradizioni tramandate per via orale. Una narrazione che, tra le altre, avrà come protagonista L’Aquila, mostrando come, dopo il terremoto del 2009, speranza e determinazione, un pizzico di allegria e voglia di riscatto, siano stati gli ingredienti per la rinascita della città abruzzese.

Al centro della puntata di domenica 20 luglio ci saranno Sorano e Pitigliano (GR), famosi in tutto il mondo per il tufo, la storia, la cucina e l’artigianalità. Non mancheranno i balli e i canti popolari tra le suggestive vie cave, le interessanti strade dell’artigianato e il commovente ghetto ebraico, chiamato anche “la Piccola Gerusalemme”.

Stefano, conduce “L’Italia più bella che c’è!” su La7.it, come nasce questo programma di cui è autore, conduttore e capoprogetto?

“L’Italia più bella che c’è! nasce dalla passione per l’intrattenimento unita al mio DNA familiare perché vengo da una famiglia di ristoratori da sei generazioni, che ama la propria terra, la Maremma. Sono tanti anni che faccio programmi di cultura e territorio, proponendo sempre qualcosa di diverso. Ricerco ad esempio la ricetta non della tradizione, ma strettamente tramandata da padre a figlio, non vado alla scoperta di un’abbazia nota ma della chiesa sperduta nella campagna che ha millenni di storia. Cerco di dare spazio a realtà meno raccontate, come Caccuri (KR), Porto Sant’Elpidio (FM), Navelli (AQ)”.

A livello culturale quali sono state le scoperte più interessanti che ha fatto?

“Ho scoperto che a Caccuri si tiene uno dei premi letterari più importanti a livello internazionale, mentre a Navelli, una realtà di poco meno di 400 abitanti, si coltiva lo zafferano più buono del mondo. A Pitigliano e Sorano, in provincia di Grosseto, situati a due passi dalla mia città di origine, ci sono le vie cave degli Etruschi che uniscono tanti paesini della bassa Maremma, mentre in Sardegna ci sono solo due stazioni termali. Una di queste si trova a Fordongianus, che pochissimi conoscono, dove l’acqua termale sgorga fin dai tempi dei Romani. Tutte queste particolarità mi hanno sorpreso. La nostra Italia ha davvero tante bellezze ancora nascoste”.

Invece per quanto riguarda la gastronomia ha trovato qualcosa di particolare?

“Tantissimi piatti. Nella puntata con protagonista Fermo uno chef ha preparato un ragù con il collo del pollo e la cresta del gallo. Per la maggior parte degli italiani è inconcepibile, invece l’ho assaggiato e la cresta di gallo, seppur abbia una consistenza un pochino diversa dalla carne normale, è buonissima. Ho scoperto poi l’insalata di ceci di Navelli, che sono leggermente più piccoli, con verdure fresche, pistilli di zafferano, sale e pepe. A Sorano invece ci sono dei pici diversi da quelli classici, hanno un formato lungo e un poco più grosso e sono prodotti soltanto in quel paese. Sul Monte Amiata, infine, lo chef Ugo Quattrini ha preparato la polenta di castagne insieme alla ricotta di pecora e ai bocconcini di maiale, un piatto straordinario. L’Italia è davvero il Paese numero uno al mondo per quanto riguarda la cucina”.

Come si possono valorizzare tutte queste ricchezze che l’Italia possiede?

“Innanzitutto non bisogna raccontare il Bel Paese in maniera passiva. Per quanto concerne “L’Italia più bella che c’è!”, così come tutti i miei programmi precedenti, è all’insegna dell’unicità sotto il profilo culturale, territoriale e culinario. Io vado a scovare tutte quelle realtà che non sono conosciute oppure cerco di raccontarne i lati più inediti. Questo è fondamentale per non creare nello spettatore un déjà vu. Rispetto al passato oggi c’è talmente tanta concorrenza che se non offri un prodotto nuovo le persone cambiano canale”.

All’interno della narrazione ci sono delle puntate dedicate a L’Aquila e a come è rinata dopo il terremoto del 2009…

“Abbiamo realizzato tre puntate sull’Abruzzo: una su L’Aquila, una su Navelli e uno speciale sul post terremoto. Girare in quella città e nei paesi limitrofi è stato da una parte commovente e dall’altra anche divertente, vedendo che le popolazioni hanno ripreso il folklore, la cultura, le feste paesane, le sagre. Questo mix mi ha aperto il cuore, pensando alle persone che nel 2009 hanno perso tutto, hanno vissuto nei container per diversi anni e ora sono rientrate per la maggior parte nelle loro case, sono tornate alla vita normale. Quindi visitare questi territori mi ha regalato anche tanta speranza”.

Cosa rappresenta per lei il viaggio?

“Il viaggio per me è libertà, conoscenza, passione, entusiasmo, amore per il proprio paese e rispetto per gli altri Paesi del mondo, perché quando vai all’estero devi rispettare le tradizioni e la cultura locali”.

A quali progetti sta lavorando?

“A settembre riprenderò il mio programma su Rai Isoradio, “Aggiungi un posto in macchina”, e poi spero che l’editore di La7 Urbano Cairo e il direttore Andrea Salerno mi diano la possibilità di realizzare una seconda serie di “L’Italia più bella che c’è!”. Io sono molto pignolo e critico con me stesso, però dopo aver rivisto la prima puntata mi sono sentito realizzato, nel senso che ho raccontato tutto quello che potevo su Fermo e Porto Sant’Elpidio. Da autore, conduttore e capoprogetto credo di aver fatto un buon lavoro anche nelle altre puntate del programma e spero che ci possa quindi essere una seconda stagione, su La7.it, su La7, La7d o sul nuovo canale che arriverà a breve”.

di Francesca Monti

credit foto Stefano Aprili

Si ringrazia Mauro Caldera

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