Jennyfer ‘au revoir’: Beaumanoir rileva il marchio e 26 dei suoi negozi
Jennyfer, catena di abbigliamento francese rivolta a un pubblico teen, è ufficialmente al capolinea. In liquidazione giudiziale dallo scorso 30 aprile, ieri il retailer di abbigliamento femminile ha chiuso definitivamente i suoi 130 negozi diretti e i 53 store affiliati. Come riporta Le Monde, le sorti del rivenditore sono nelle mani del gruppo bretone Beaumanoir e della catena di moda maschile Celio, che chiuderanno una trentina di negozi Jennyfer. Tuttavia, non manterranno il marchio.
Nello specifico, il gruppo fondato da Roland Beaumanoir nel 1981 a Saint-Malo (Ille-et-Vilaine) è stato scelto dal Tribunale commerciale di Bobigny per rilevare 26 dei 220 negozi della catena – che convertirà a boutique di marchi propri – e preservare 192 posti di lavoro (di cui 38 presso la sede centrale di Saint-Ouen). Il gruppo acquisisce il marchio e dunque si aggiudica anche il nome del brand Jennyfer, che intende rilanciare. Il Tribunale commerciale di Bobigny ha seguito il parere dei rappresentanti del personale a favore dell’offerta di Beaumanoir. Tuttavia, questa decisione rappresenta un duro colpo per i dipendenti, in quanto comporterà 729 esuberi su 968 lavoratori. “Il Gruppo Beaumanoir è orgoglioso di annunciare l’acquisizione del marchio Jennyfer e di 26 negozi in Francia (…) Siamo convinti del successo di questo progetto e della forza dei nostri team, che sono pronti a scrivere questo nuovo capitolo!” riporta lo stesso gruppo sulla sua pagina LinkedIn ufficiale.
Celio, invece, acquisirà sette negozi e 47 dipendenti. In queste sedi l’insegna coesisterebbe con il marchio femminile Camaïeu tramite la formula del bi-store congiunto.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il gruppo Beaumanoir e Celio hanno messo sul piatto un totale di oltre 2 milioni di euro per questa acquisizione, e i giudici hanno preferito le loro proposte a quella dell’azionista di Pimkie, Salih Halassi, anche se Celio ha inizialmente collaborato con l’imprenditore prima di presentare un’offerta individuale.
Come riporta l’agenzia stampa francese Afp, il marchio, fondato nel 1984, a metà del 2024 contava 220 negozi in Francia e 80 all’estero, per un fatturato annuo di circa 250 milioni di euro. Nonostante fosse in amministrazione controllata dal 2023, la catena aveva elaborato un piano di ripresa sotto la guida dei suoi nuovi proprietari a partire dall’estate del 2024. Nel frattempo era stato implementato un piano di tutela dell’occupazione (Pse), che aveva portato alla soppressione di 75 posti di lavoro (60 nella sede centrale e 15 nei magazzini) senza chiudere però alcun punto vendita. Acquisita nell’estate del 2024 da due dei suoi dirigenti, Yann Pasco e Jean-Charles Gaume, con il supporto del loro fornitore cinese Shanghai Pure Fashion Garments Co Ltd., Jennyfer però non è riuscita a concretizzare la propria rinascita. È lo stesso brand ad annunciare la cessata attività con un post sulla sua pagina Instagram ufficiale.
La vicenda di Jennyfer si inserisce in un panoramica di generale difficoltà per il retail francese, innescata dalla pandemia e poi aggravata dall’inflazione, dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, oltre che dalla concorrenza dell’e-commerce e del second hand. Trai brand ready-to-wear coinvolti figurano il già citato Camaïeu (liquidato nel settembre 2022, con il licenziamento di 2.100 dipendenti), Habitat, Alinéa, Naf Naf, Kookai, Burton of London, Gap France, Andre’, Du Pareil au Meme e Sergent Major.
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