L’aggressione fascista non c’è stata, la Cgil sospende il sindacalista indagato per simulazione di reato

Aprile 28, 2025 - 17:00
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L’aggressione fascista non c’è stata, la Cgil sospende il sindacalista indagato per simulazione di reato
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Genova. Sospensione del sindacalista e eventuale tutela per vie legali. E’ la reazione di Cgil di Genova e Liguria e il sindacato di categoria Fillea alla notizia che Fabiano Mura, il segretario del sindacato degli edili che aveva raccontato di aver subito una aggressione fascista pochi giorni prima delle celebrazioni del 25 aprile è stato denunciato dalla procura di Genova per simulazione di reato.

“Dagli sviluppi dell’indagine apparsi oggi sugli organi di stampa apprendiamo come i fatti legati all’aggressione al sindacalista Fillea non sarebbero confermati – si legge in una nota di Cgil Genova, Cgil Liguria e Fillea Genova – ove così fosse e come già dichiarato, se non siamo di fronte a una escalation di violenza di qualsiasi natura non possiamo che tirare un respiro di sollievo: la Cgil purtroppo ha già pagato prezzi altissimi, anche in tempi recenti”.

“Il doveroso rispetto della tempestiva e puntuale attività svolta dagli organi inquirenti, cui va espressa sincera gratitudine per il ruolo e l’impegno svolto nella ricerca di verità e giustizia, impone di attendere l’esito di quanto in corso – prosegue la nota – nel contempo, a tutela dell’organizzazione, saranno attivate le procedure interne di garanzia attraverso la sospensione dell’iscrizione alla Fillea e quindi la revoca del distacco sindacale e di ogni incarico connesso alla persona coinvolta nei fatti”.

“Se le notizie apparse oggi saranno confermate dagli organismi inquirenti, la Cgil si riserva di tutelarsi nelle forme che valuterà più opportune e in tutti i modi possibili”, conclude la Cgil.

Salis: “Noi parte lesa, non rispondiamo di reati altrui”

Sulla vicenda, stamani, da Certosa – dove ha incontrato i comitati di quartiere – anche la candidata del centrosinistra alle Comunali, Silvia Salis, che insieme a molti cittadini, partiti e associazioni era scesa in piazza a Sestri Ponente per un presidio di protesta contro la presunta aggressione.

“Noi siamo insieme agli altri parte lesa, quel giorno abbiamo partecipato a una manifestazione su una dichiarazione che poi si è rivelata falsa e infondata – dice Salis – c’erano tante persone, anche delle istituzioni, chiaramente ognuno si assume la responsabilità delle proprie dichiarazioni, per cui, voglio dire, dichiarare il falso è un reato e chiaramente noi non rispondiamo dei reati degli altri“.

Gambino (Fdi): “Traffico bloccato per una bufala”

All’attacco di Salis e del centrosinistra va però l’assessore uscente alla Mobilità e candidato in consiglio comunale per Fratelli d’Italia Sergio Gambino: “Pd e Salis hanno bloccato la città per una bufala – afferma, riferendosi al presidio a Sestri – hanno deciso di paralizzare un’intera parte della città, per denunciare un’aggressione che non è mai avvenuta, non hanno nemmeno aspettato l’esito delle indagini, non si sono preoccupati di verificare, hanno preferito montare la tensione, creare caos, strumentalizzare tutto per fini elettorali. Un atto di irresponsabilità politica e ottusità ideologica che ha danneggiato solo i cittadini”.

E mentre la collega di giunta e partito Alessandra Bianchi chiede le scuse del centrosinistra, Gambino aggiunge: “Con questa messa in scena dimostrano di non conoscere nemmeno ciò che è stato fatto in questi anni per la sicurezza della città, Sestri Ponente oggi è sorvegliata da un circuito di videosorveglianza capillare e moderno, realizzato grazie all’impegno delle istituzioni serie. Ed è stato proprio grazie alle telecamere che questa pantomima è stata smascherata in pochi giorni”.

La denuncia e le incongruenze

Nella denuncia presentata alla polizia il sindacalista aveva raccontato di essere uscito di casa per prendere l’auto in dotazione dal sindacato (di cui ha indicato modello e targa) intorno alle 7.15 del mattino. Ha detto di aver attaccato alcuni volantini pro referendum sulle fiancate e spiegato di aver notato un’auto che lo seguiva. Quando si era fermato da quel mezzo erano scesi in due che l’avrebbero aggredito con sputi e poi fisicamente con un colpo al costato dopo aver fatto il saluto romano e avergli urlato “comunista di merda”. I medici del pronto soccorso del Villa Scassi non gli hanno riscontrato lesioni evidenti ma lo hanno visitato e dimesso con 5 giorni di prognosi.

Dall’analisi delle telecamere era però emerso che quella mattina il sindacalista non era uscito da casa alle 7.15 ma alle 7.45 e non da solo bensì in compagnia di alcuni famigliari. Poi alle 8 si era diretto alla sede della Cgil in via San Giovanni D’Acri e più tardi, al pronto soccorso dell’ospedale Villa Scassi. Prima di quell’ora e dalla sera precedente l’auto era sempre rimasta parcheggiata vicino a casa sua. Nel racconto c’erano poi altri aspetti poco chiari come quello relativo ai volantini sulla fiancata dell’auto di cui non è stata trovata traccia o la destinazione lavorativa di Mura al momento dell’aggressione, che non aveva mai voluto spiegare in dettaglio.

Quando erano emerse queste incongruenze, che la Cgil aveva bollato come ‘fuoriuscita di notizie incontrollate’ non era mancate le polemiche politiche, provenienti soprattutto da centrodestra. E dopo qualche ora lo stesso Mura aveva ritirato la denuncia presentata alla polizia. 

Sul tema anche il presidente della Regione Liguria Marco Bucci chiede a Silvia Salis una “presa di distanze”: “Quello che è successo è inaccettabile, hanno preso in giro tutti, soprattutto i cittadini di Sestri Ponente, se abitassi a Sestri Ponente mi sentirei offeso, ma quello che mi stupisce è che i partiti del centrosinistra e la candidata del centrosinistra non si siano dissociati da quello che è successo”. A chi fa notare a Bucci che Salis ha parlato di “parte lesa”, lui ribatte: “Direi che prima di partecipare doveva informarsi, io alle 9.30 ero in consiglio regionale e circolava già l’informazione, uno che vuol fare il sindaco deve informarsi in maniera immediata, altrimenti ci sono altre professioni, io penso che quello che è stato fatto sia indegno e indecoroso”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Ilaria Cavo (Noi Moderati), candidata vicesindaca con il centrodestra: “Leggo, con sempre più amarezza, che la tanto enfatizzata aggressione fascista a Sestri Ponente era totalmente frutto di fantasia. Ero intervenuta nell’immediatezza, quando erano emerse le prime incongruenze nel racconto del sindacalista della Cgil. Avevo fin da subito auspicato che su simili argomenti non ci fosse spazio per leggerezze né per atteggiamenti che avrebbero potuto alimentare il minimo sospetto che fatti di un’eventuale gravità fossero solo frutto di basse strategie elettorali. Mi ero augurata che dopo quell’episodio si moderassero i toni e il 25 aprile diventasse un momento di rispetto reciproco, di condivisione, di unità. Così non è stato. In piazza sono arrivati i fischi al centrodestra da cui il centrosinistra non si è dissociato. Oggi apprendiamo dell’iscrizione nel registro degli indagati del sindacalista per aver ammesso di fronte al magistrato di aver inventato tutto. Nel rispetto del garantismo che ci contraddistingue in ogni occasione, non si può non aspettarsi almeno l’ammissione di un errore da parte di chi, come Silvia Salis, era scesa in piazza, senza neanche approfondire, a protestare contro un’aggressione fascista che non c’è mai stata. Contiamo su una presa di distanze da quanto accaduto che ancora però non arriva. Il tempo scorre velocemente, e, inevitabilmente, crea imbarazzo enorme in chi non ammette l’errore e lo scivolone. Ci ha messo e ci hanno messo pochi minuti a scendere in piazza e troppi giorni per prendere le distanze. Cosa aspettano?”.

“Un buon sindaco verifica sempre i fatti prima di prendere posizione, invita alla prudenza e non all’allarme, considera le ripercussioni delle proprie scelte e, di certo, non cavalca la rivolta né cerca di capitalizzare sulle tensioni – lo dice in una nota Marta Brusoni, assessore del comune di Genova e ricandidata alle elezioni comunali del 25 e 26 maggio – La realtà delle cose e la complessità della sfera pubblica hanno nuovamente svelato l’inesperienza drammatica di Silvia Salis e l’azzardo marcato PD della sua candidatura a sindaco. Salis è stata ancora una volta fuori posto e fuori ruolo: sulle note del disco rotto della “minaccia fascista”, magari dietro suggerimento di qualche ‘volpone’, si è bevuta in un sorso la versione del sindacalista non-aggredito. Il problema però non è la figuraccia in sé. Il problema è che, dando credibilità e visibilità a una mistificazione, è riuscita a danneggiare i lavoratori e la dignità dei loro diritti, contribuendo a minare la credibilità delle loro rappresentanze. I lavoratori sono le vittime, la vera parte lesa, non certo lei o il sindacato. Da assessore alle Risorse umane, credo che questa sia un vero tradimento ai danni di chi si rivolge alle istituzioni e alle rappresentanze per vedersi tutelato, non danneggiato o utilizzato a fini di propaganda”.

“Il sindacalista che aveva denunciato un’aggressione fisica ‘di stampo fascista’ a Sestri Ponente ed era stato sostenuto dai responsabili della Cgil e dalla candidata a sindaco del centrosinistra, secondo quanto riferito stamane dai media, è stato iscritto nel registro degli indagati per simulazione di reato – commentano invece l’assessore comunale Francesca Corso e il commissario provinciale della Lega di Genova Renato Falcidia – In sostanza, davanti al pm avrebbe ritrattato e ammesso che il ‘fascismo’ e i ‘fascisti’ con quel presunto episodio non c’entrano nulla. Anziché agitare per fini elettorali lo spauracchio del fascismo, che a Genova non c’è, perché senza validi argomenti, gli esponenti della Cgil e del centrosinistra, in primis la loro candidata a sindaco, abbiano l’umiltà di chiedere finalmente scusa ai genovesi. Siano onesti e trasparenti nel riconoscere di avere compiuto un altro grossolano errore nel non avere verificato con cautela i presunti fatti denunciati, né avere atteso almeno le prime indagini degli investigatori della Digos, che avevano tempestivamente riscontrato varie incongruenze nel racconto del sindacalista, prima di chiamare a raccolta la piazza e di urlare all’inesistente ‘pericolo fascista’ nella nostra Città. I genovesi almeno questo se lo meritano”.

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Redazione Redazione Eventi e News