L’allarme di Meter: Intelligenza Artificiale mette in pericolo bambini e adolescenti
E’ stato presentato a Roma il primo dossier sugli abusi dell’Intelligenza Artificiale per reati di pedopornografia. La Fondazione Meter rivela che tra dicembre 2024 e maggio 2025, circa tremila bambini in Italia sono stati “spogliati” virtualmente sull’app Signal da pedofili che sfruttano l’Intelligenza Artificiale (IA). In pratica una foto di una ragazzina o di una bambina vestita pubblicata in rete, con un particolare software, si può “trasformare” in una bambina completamente nuda, a sua insaputa con immagini molo realistiche
I dati della ricerca
La ricerca evidenzia come l’IA venga usata per creare materiale pedopornografico (Csam) e manipolare i minori online, anche attraverso il “deepnude”, che permette di spogliare virtualmente le vittime. Don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, ha lanciato l’allarme sulla necessità di una maggiore prevenzione e di un’etica nell’uso dell’IA, per evitare che i bambini siano sempre più coinvolti in questo “turpe fenomeno”. E da anni il sacerdote e l’Associazione ha sempre raccomandato di non pubblicare in rete foto dei propri figli o di minori.
L’indagine ha rilevato inoltre che il 65,7% degli studenti tra 14 e 18 anni conosce il deepnude, e il 59,4% teme la sua diffusione. Preoccupante il dato che il 52,3% non distingue un deepfake dalla realtà. Tuttavia, un 90,5% ritiene il deepfake pericoloso e il 65,1% denuncerebbe senza esitazione.
La diffusione di reti criminali che sfruttano l’IA per coinvolgere milioni di bambini è una preoccupazione crescente. Ivano Gabrielli, Direttore della Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica sottolinea l’enorme impegno contro chi possiede centinaia di migliaia di video pedopornografici. Secondo la Fondazione Meter, le attuali normative italiane sull’IA non tutelano adeguatamente i minori, mancano di incisività e non riescono a contrastare efficacemente il problema del “deepnude”.
Il messaggio della CEI
L’associazione chiede leggi globali più severe e sanzioni per la manipolazione di immagini di minori, sollecitando le software house a implementare misure per identificare, bloccare e segnalare la produzione di tale materiale. La Conferenza Episcopale Italiana, attraverso il suo Presidente, il Cardinale Matteo Zuppi e il segretario generale, l’Arcivescovo Giuseppe Baturi, ha ribadito come l’IA sia diventata uno strumento di abuso, creando danni reali con immagini false. Essi chiedono alla società civile di riconoscere la tutela dell’infanzia come metro di civiltà e alla Chiesa di continuare a promuovere un discernimento che unisca innovazione, giustizia e coscienza. Vincenzo Corrado, Direttore Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali della CEI evidenzia la necessità di una disciplina globale per armonizzare progresso e dignità umana di fronte alle sfide etiche del digitale.
Chiara Griffini, Presidente Nazionale CEI per la Tutela dei Minori, ha invece proposto di una particolare cura e attenzione degli adulti nei confronti dei figli con una attenzione alla prevenzione e alla educazione.

Don Fortunato Di Noto: “Un naufragio digitale”
“I nostri ragazzi sembrano assenti nel non percepire la questione della pericolosità – ha detto a Interris.it don Fortunato di Noto – invece abbiamo riscontrato che hanno un’alta percezione della pericolosità, soprattutto per quanto riguarda la lezione della propria dignità e la dignità di altrui, disponibilissimi anche a denunciare e a segnalare dei fatti che loro potrebbero riscontrare. Evidentemente bisogna lavorare molto e di più per quanto riguarda la questione della prevenzione, incontrare i giovani, ma soprattutto le famiglie e anche le agenzie educative, dalle parrocchie alle altre realtà che sono nel campo per l’educazione dei nostri ragazzi, credo che questo faccia le differenze”.
L’Intelligenza Artificiale (IA), in particolare i chatbot, rappresenta un serio pericolo per i giovani. Molti ragazzi, a causa di solitudine o scarsa consapevolezza che stanno interagendo con una macchina, sviluppano un’eccessiva fiducia. Questa dinamica può portarli a un “naufragio digitale”, amplificando la loro solitudine e influenzando profondamente le loro scelte relazionali. L’IA, se usata impropriamente, minaccia la dignità umana.
“Attraverso patti educativi – ha detto ancora don Di Noto – con delle possibilità di orientamento certi e autentiche, io credo che possiamo uscire fuori nel proteggere e nel dire che è possibile utilizzare questa intelligenza artificiale senza che sostituisca mai la bellezza dell’uomo“.
Ascoltare i propri figli
L’On. Maria Teresa Bellucci, Vice Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha riflettuto sull’importanza di un maggiore ascolto da parte dei genitori nei confronti dei figli, sottolineando, anche in veste di psicologa e psicoterapeuta, che il cervello di una persona può cambiare fino all’età di 25 anni attraverso le numerose esperienze a cui è sottoposta. Un adulto oggi ha più difficoltà ad entrare nel mondo dei “nativi digitali” e a comprendere le dinamiche collegate. Non è quindi solo un problema di carattere normativo, ma una formazione e maggiore conoscenza alle nuove tecnologie.
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