L’Italia fa da apripista in materia di aste di stoccaggio energetico

Lug 17, 2025 - 01:00
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L’Italia fa da apripista in materia di aste di stoccaggio energetico
sistemi di accumulo italia

Il nostro Paese, per primo, sperimenta il meccanismo delle aste per la costruzione di siti di stoccaggio energetico a supporto della produzione energetica da fonti rinnovabili. A settembre partirà la prima asta

Nel 2025 l’Italia si prepara a lanciare la prima grande asta per l’approvvigionamento di capacità di accumulo elettrico tramite il nuovo meccanismo Macse (Meccanismo per l’Acquisizione di Capacità di Stoccaggio Elettrico), introdotto dal Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica n. 346 del 10 ottobre 2024.

L’obiettivo principale del Macse è favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili, come eolico e fotovoltaico, garantendo la stabilità e l’adeguatezza del sistema elettrico nazionale attraverso contratti pluriennali assegnati tramite aste competitive.

Si tratta di una procedura particolarmente innovativa che non è stata ancora sperimentata in alcun Paese europeo, dove l’Italia giocherà il ruolo di apripista. Infatti, sebbene i sistemi di accumulo siano diffusi in altri Paesi europei, al momento nessuno ha ancora adottato un meccanismo di incentivazione nazionale per questi sistemi.

Quadro normativo e funzionamento

Il Macse è stato approvato dalla Commissione europea nell’ambito delle regole sugli aiuti di Stato, in quanto prevede un sistema di sostegni pari a 17,7 miliardi di euro. Le aste sono gestite da Terna, la società che in Italia controlla la rete di trasmissione nazionale dell’energia elettrica.

Per poter organizzare in modo efficiente e capillare la prima asta, Terna ha dapprima individuato un quantitativo massimo di capacità per ciascuna delle aree Nord, Centro Nord, Centro Sud, Sud e Calabria, Sicilia e Sardegna nel c.d. Documento Fabbisogni.

Le aree con maggiore fabbisogno di capacità di stoccaggio sono localizzate nel Sud e nelle Isole, mentre nelle aree Nord/Centro Nord la capacità di stoccaggio è pressoché nulla, in quanto l’energia immessa in rete in queste zone è immediatamente consumata.

Per poter essere validamente ammessi alle aste, gli operatori di sistemi di stoccaggio devono rispettare requisiti soggettivi (principalmente di moralità) e oggettivi (tra cui, aver ottenuto validi titoli per esercitare e costruire gli impianti).

Le tecnologie ammesse alle aste includono principalmente sistemi di accumulo elettrochimico (come batterie al litio), ma Terna sta già lavorando per ampliare le gare a sistemi di pompaggio idroelettrico (Phes).

Altre tecnologie innovative possono partecipare all’asta, ma in misura inferiore al 10% della capacità assegnata.

Struttura delle aste e premi

Le aste sono suddivise per aree geografiche e prevedono l’assegnazione di quote minime e massime sia a livello nazionale che locale, per evitare concentrazioni eccessive e garantire una distribuzione efficiente della capacità.

A fronte della messa a disposizione di capacità di stoccaggio, gli operatori ammessi alle aste hanno diritto al pagamento di un premio fisso mensile moltiplicato per coefficienti che tengono conto delle prestazioni effettive dei sistemi di accumulo.

Questo premio è riconosciuto per un periodo di 15 anni (pari alla durata di vita media degli impianti di stoccaggio a litio), indipendentemente dall’effettivo utilizzo dell’energia accumulata e viene versato unitamente a un margine di contribuzione derivante dall’attività sul mercato dei servizi di dispacciamento.

Una parte di questo margine (80%) deve essere restituita a Terna, garantendo così un equilibrio tra incentivo pubblico e rischio di mercato. Una volta ammessi alle aste, gli impianti devono essere costruiti ed entrare in esercizio nei due anni successivi.

Impatto atteso e prospettive

Per il primo bando, previsto per il 30 settembre 2025, si stima una domanda di accumulo di circa 10 GWh da realizzare entro il 2028, concentrata soprattutto nel Sud Italia e nelle isole, dove la penetrazione delle rinnovabili è maggiore e le infrastrutture di energia elettrica sono più deboli.

Secondo le proiezioni diffuse finora, visto il grande interesse che gli investitori hanno rivolto al meccanismo Macse, si stima che l’asta di settembre sarà molto competitiva e almeno il 20% delle domande presentate saranno escluse per raggiungimento del tetto massimo.

Il Macse rappresenta un passo fondamentale per la transizione energetica italiana e contribuisce sensibilmente al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima.

L’accumulo di energia è essenziale per garantire flessibilità, stabilità e affidabilità dei futuri sistemi energetici e compensare periodi di sovraproduzione con periodi di maggiore scarsità energetica.

Si tratta di un meccanismo di fondamentale importanza per la rete elettrica dell’Unione europea, dove si prevede che le fonti rinnovabili copriranno circa il 69% del fabbisogno entro il 2030 e l’80% entro il 2050.

Crediti immagine: Depositphotos

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