Lululemon cresce del 7% nel Q1. Ma l’incognita Usa penalizza il titolo

Si è chiuso in crescita del 7% (+8% a cambi costanti) a 2,4 miliardi di dollari (circa 2,1 miliardi di euro) il primo trimestre di Lululemon. Le vendite comparabili, specifica l’azienda, nel periodo sono aumentate dell’1%, quelle internazionali del 6% mentre in America sono diminuite del 2 per cento.

Sul fronte della marginalità, l’utile lordo è aumentato dell’8% a 1,4 miliardi di dollari e il margine lordo è aumentato di 60 punti base; lievemente in calo l’utile netto, passato dai 321 milioni di dollari dell’analogo quarter dell’anno precedente agli attuali 314 milioni.

“Abbiamo registrato una crescita del fatturato nel primo trimestre al limite massimo delle nostre previsioni e siamo soddisfatti dell’inizio del secondo trimestre – ha dichiarato la CFO Meghan Frank –. Guardando al futuro, rimaniamo concentrati sulla nostra strategia e continuiamo a operare con disciplina mentre portiamo avanti il ​​business. Siamo grati ai nostri team in tutto il mondo che ci consentono di raggiungere questi risultati costanti”.

Sintomatico, però, il calo dell’affluenza nelle Americhe, le cui vicende sono alla base della revisione al ribasso dell’outlook sull’utile del player sportivo per l’anno, a causa dei maggiori costi previsti per mitigare gli imminenti dazi statunitensi e la debolezza della domanda dei consumatori. In seguito alla previsione, le azioni dell’azienda – riporta Reuters – sono crollate del 22% nelle contrattazione after hour.

Un’incertezza diffusa e che aveva già penalizzato il player già nel mese di aprile, nonostante un fiscal year archiviato in regime di crescita. Resta però confermata ad oggi la guidance relativa ai ricavi del nuovo esercizio, attesi in in crescita in una forbice tra il 5% e il 7 per cento. Per il secondo trimestre del 2025, in particolare, la società prevede un fatturato netto compreso tra 2,53 e 2,56 miliardi di dollari, in aumento del 7-8 per cento.