Ocean Conference di Nizza: la salvaguardia degli oceani rimane appesa a un filo

Giugno 17, 2025 - 15:00
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Ocean Conference di Nizza: la salvaguardia degli oceani rimane appesa a un filo
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La terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani si è conclusa a Nizza con segnali incoraggianti, ma anche con molte questioni ancora irrisolte. La protezione dei mari e la gestione sostenibile degli ecosistemi marini restano priorità urgenti dell’agenda internazionale

Dopo cinque giorni di confronto tra capi di Stato, ministri, scienziati, leader indigeni, giovani e rappresentanti della società civile, si è chiusa a Nizza la terza Conferenza Onu sugli Oceani (Unoc), con l’obiettivo di accelerare i progressi verso il Goal 14 dell’Agenda 2030: conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine.

Tra i principali risultati della conferenza:

  • Il rinnovamento del supporto al Trattato sull’Alto Mare, a oggi ratificato solo da 51 Paesi. L’obiettivo era arrivare ai 60 necessari per la sua entrata in vigore. quindi questo è un punto fallito
  • Chiamate internazionali sempre più forti per una moratoria sulla pesca mineraria in acque profonde, sostenuta ormai da 37 Paesi
  • Panama e Corea del Sud hanno aderito alla 100% Alliance, l’iniziativa per la gestione sostenibile delle acque nazionali entro il 2030
  • Lancio della Blue Ndc Challenge, promossa da Francia e Brasile, per integrare soluzioni oceaniche nelle strategie climatiche e di sviluppo

Il commento del Wri: non possiamo salvare gli oceani con gli spiccioli

Tom Pickerell, direttore globale del Programma Oceano del World Resources Institute (Wri), ha sottolineato i progressi ma anche le criticità: “c’è slancio, ma molto lavoro ancora da fare. Questo doveva essere il momento per colmare le lacune nella protezione degli oceani. Alcuni governi hanno mostrato leadership, altri no“.

Se da un lato il Trattato sull’Alto Mare è vicino alla piena attuazione, dall’altro il processo di ratifica per fermare i sussidi dannosi alla pesca procede troppo lentamente: servono almeno nove ratifiche in più.

Intanto, il finanziamento per la salute degli oceani resta il tallone d’Achille: mancano 550 miliardi di dollari all’anno per garantire investimenti adeguati. “Senza investimenti urgenti – prosegue Pickerellrischiamo il collasso della biodiversità marina, con conseguenze gravi per la sicurezza alimentare e per la capacità dell’oceano di assorbire CO2“.

Una leadership a più voci, ma serve un impegno globale

Alla conferenza, Paesi come Brasile, Francia, Panama e Corea del Sud si sono presentati con azioni concrete e spirito di guida. Ma il destino dell’oceano – è il messaggio lanciato da Nizza – non può essere lasciato solo a pochi: serve un’azione collettiva globale, immediata e coraggiosa.

Nota editoriale: il Wri coordina la 100% Alliance, iniziativa globale co-guidata da Francia e Cile, e funge da segretariato per il Panel di Alto Livello per un’Economia Oceanica Sostenibile, formato da 18 leader mondiali impegnati a gestire in modo sostenibile il 100% delle acque nazionali entro il 2030.

Crediti immagine: Depositphotos

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia