Pime, padre Rapacioli nuovo Superiore generale



Padre Francesco Rapacioli, 62 anni, missionario in Bangladesh, è il nuovo Superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime). È stato eletto ieri dalla XVI Assemblea generale dell’istituto, in corso dal 22 giugno al Centro internazionale di animazione missionaria di Roma sul tema «Tutti e solo missionari: identità, responsabilità e libertà nella comune vocazione missionaria». Subentra a padre Ferruccio Brambillasca, alla guida dell’Istituto dal 2013, che, avendo completato il suo secondo mandato, non era più rieleggibile.
Insieme a lui è stata eletta anche la nuova direzione generale che resterà in carica per i prossimi sei anni: è composta da padre Daniele Mazza, che assume anche il ruolo di Vicario generale, padre Ferdinand Kouadio Komenan e fratel Massimo Cattaneo.
La biografia
Attualmente Superiore regionale per l’Asia Meridionale, padre Rapacioli è nato a Parigi nel 1963, ma è cresciuto nella diocesi italiana di Piacenza-Bobbio. Entrato nel Pime dopo la laurea in Medicina, è diventato sacerdote nel 1993. Sua prima destinazione è stata il Seminario di Pune in India dove ha svolto il suo ministero fino a quando nel 1997 è stato trasferito in Bangladesh, Paese a stragrande maggioranza musulmana, dove a Dhaka ha svolto gran parte della sua missione. In particolare – dopo sei anni trascorsi in Italia dal 2012 al 2018 come rettore del Seminario internazionale del Pime di Monza – dal 2020 nella capitale del Bangladesh padre Rapacioli ha dato vita a un circolo per gruppi di alcolisti e tossicodipendenti che insieme provano a riprendere in mano la propria vita. Una risposta concreta a un bisogno diffuso nel Paese.
«Molti di coloro che frequentano i gruppi sono musulmani, ma ci sono anche cristiani, indù e buddhisti – raccontava quest’esperienza nel 2021 in un’intervista a Mondo e Missione -. Tanti partecipano perché sentono il bisogno di essere tra persone che non giudicano e che sono interessate a capire. Si incontrano tante situazioni difficili, talvolta devastanti. Ma è anche bello vedere che alcuni riescono a ricostruire una vita di relazioni, di lavoro, di studio. E a ritrovare pace. È un vero e proprio rifiorire. Credo che sia un progetto autenticamente missionario. Tocca qualcosa di profondo nelle persone, è una vera esperienza spirituale. E anche se non si entra mai nel discorso religioso, si tratta davvero di un cammino interiore».
L’Istituto
Nato dall’esperienza del Seminario Lombardo per le Missioni Estere, fondato da monsignor Angelo Ramazzotti nel 1850, fu Pio XI nel 1926 a farlo diventare il Pontificio Istituto per le Missioni Estere, unendolo al Pontificio Seminario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per le Missioni Estere che era stato creato a Roma nel 1871 da monsignor Pietro Avanzini.
Il Pime conta attualmente circa 400 missionari di 17 diverse nazionalità che svolgono il loro ministero in 20 Paesi sparsi tra tutti i continenti. La presenza più recente – nata dalla collaborazione con alcuni altri istituti nati in missione seguendo lo stesso carisma del Pime – sta muovendo i suoi primi passi nel Borneo, in Indonesia, nella diocesi di Tanjung Selor.
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