Possibile che Meloni ignorasse il piano antieuropeo di Trump?

Una bozza precedente e più estesa della Strategia di sicurezza nazionale che venerdì ha giustamente sollevato tanta indignazione e tanta preoccupazione è stata pubblicata ieri (e poco credibilmente smentita dalla Casa Bianca), aggiungendo diversi inquietanti particolari al quadro, già di per sé assai fosco, delineato dal documento ufficiale. Tra i tanti passaggi degni di nota, ce n’è uno che chiama in causa direttamente l’Italia, di cui è impossibile non vedere la gravità. Partendo dall’ormai ben nota premessa del rischio di «cancellazione» della civiltà europea a causa dell’immigrazione e della compressione della libertà di espressione, la bozza propone infatti di concentrare le relazioni con quei paesi europei guidati da governi e movimenti politici giudicati affini, e precisamente Austria, Ungheria, Italia e Polonia, con il dichiarato obiettivo di allontanarli dall’Unione europea (per la Polonia il punto di riferimento è chiaramente il capo dello Stato, il sovranista Karol Nawrocki, certo non il primo ministro Donald Tusk). La domanda è dunque inevitabile, e andrà posta non solo sui giornali, ma nelle sedi istituzionali: è possibile che Giorgia Meloni non fosse al corrente di simili piani? È credibile l’ipotesi che ai più alti livelli dell’amministrazione americana l’Italia sia classificata tra i paesi disponibili a collaborare con Washington per sabotare l’Unione europea, senza che nessuno abbia mai interpellato la nostra presidente del Consiglio, peraltro fierissima dei suoi amichevoli rapporti con Trump?
Il documento prosegue suggerendo di sostenere in Europa «i partiti, i movimenti e le figure intellettuali e culturali che invocano la sovranità e la preservazione/restauro dei tradizionali stili di vita europei… pur rimanendo filoamericani». E parla anche di un «Core 5», o C5, in pratica un nuovo forum globale che dovrebbe prendere il posto del G7, e di cui farebbero parte Stati Uniti, Cina, Russia, India e Giappone. Aperto dunque ai regimi autoritari, a cominciare evidentemente dalla Russia di Vladimir Putin, e senza più traccia dell’Europa. La linea dell’amministrazione Trump non potrebbe essere più chiara. È ora di sapere quale sia la linea del governo italiano.
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