Superare destra e sinistra, per difendere il mondo libero

Esistono la destra e la sinistra, ovviamente, ma dal secondo Novecento in poi, e a maggior ragione in questi tempi impazziti, la divisione politica più importante è quella tra liberali e illiberali, non tanto (o meglio: non solo) sull’economia, ma principalmente sul rispetto dei diritti, sulla libera circolazione di persone, beni e merci, sulla condivisione piena di una democrazia fondata sullo stato di diritto.
Purtroppo oggi ci sono pochi liberali di destra e pochi liberali di sinistra, a fronte di tanti, tantissimi, illiberali di destra e di sinistra. Non solo in Italia, ma ovunque. Non solo in politica, ma anche nei media, nella cultura, nello spettacolo e tra gli intellettuali. Osservate i lavori parlamentari, accendete la tv, entrate in libreria, frequentate le università (anche se il mio consiglio è di non farlo) per avere la prova esatta dello stato illiberale della società italiana.
Il tratto adolescenziale, modesto e inadeguato dei discorsi politici pronunciati ieri con toni così roboanti da risultare grotteschi dalle nostre due principali leader, Giorgia Meloni ed Elly Schlein, nelle reciproche kermesse di partito, conferma la diagnosi che questo giornale formula in totale solitudine da sei anni: l’Italia è affetta da un bipopulismo grave e cronico, e al momento non esiste un vaccino.
Un rimedio ci sarebbe, ma è solo teorico, addirittura immaginifico e probabilmente impossibile da somministrare in tempi brevi, perché bisognerebbe azzerare tutto e ricominciare daccapo, rinunciando a partire da destra e sinistra per trovare una nuova divisione politica, l’unica possibile e coerente: quella che metta da un lato i difensori della civiltà democratica europea, quelli che si ostinano a basarsi sui dati di fatto e sui principi della società aperta, e dall’altra gli illiberali che vogliono mutilare i parlamenti, superare la democrazia rappresentativa, affidarsi ai predatori digitali, favorire gli oligarchi e far prevalere le forme autoritarie di governo della res pubblica.
Lo spartiacque politico oggi è la condivisione o meno dei principi fondamentali della convivenza civile: una società aperta e regolata dalle leggi, il rispetto dei diritti civili, il welfare, e la separazione dei poteri. Chi condivide i pilastri, le fondamenta e il tetto della casa comune è un liberal democratico nel senso di cui sopra, e non importa se appartiene alle tradizionali famiglie politiche liberali, socialiste o popolari, né se si sente più progressista, più conservatore o più moderato.
L’importante è che non sorreggano i progetti degli avversari di quel tanto vituperato modello liberal democratico che però ha garantito pace, diritti e progresso per ottant’anni, e che non si mescolino, come purtroppo accade oggi, con gli eversori dell’ordine costituito, con i demolitori dell’Unione europea e dell’alleanza transatlantica, con i fascisti e i comunisti e i loro patetici rievocatori in costume, con i propagandisti di Putin e i volenterosi complici di Trump, con gli oligarchi digitali e analogici, con gli irresponsabili, con i bipopulisti e gli utili idioti.
Le due coalizioni politiche italiane continuano invece a seguire il tradizionale modello destra-sinistra, e per questo si presentano come accozzaglie non omogenee che vantano al loro interno putinisti e trumpiani, ma anche democratici e amici dell’Ucraina, rendendo l’offerta politica una marmellata indigeribile che genera risentimento e astensione tra gli elettori.
Non è soltanto una questione di partiti disorientati o di coalizioni politiche disomogenee: la società, il paese, i media, l’establishment continuano a giocare l’antiquata partita destra contro sinistra che non esiste più nella realtà, perché è stata archiviata all’inizio di questo secolo e non risponde più alle sfide del presente, figuriamoci del futuro.
Servirebbe piuttosto smantellare i due attuali poli e costruire un fronte repubblicano e antipopulista in difesa della società aperta e dello stato di diritto, mettendo insieme i liberali di sinistra, di destra e di centro.
Servirebbe una nuova alleanza politica capace di contrastare in modo conseguente il predominante campo autoritario e antidemocratico di destra e di sinistra, quello che con metodi spicci, propaganda e post verità sta demolendo il mondo libero che conosciamo, ma che evidentemente non apprezziamo in modo adeguato, visto che facciamo poco o nulla per difenderlo.
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