Prandini: non rispondere a dazi con dazi, Ue lavori a suo interno
Roma, 15 lug. (askanews) – E’ assurdo limitarsi a dire che “se non si arriverà un accordo risponderemo con contromisure in termini di dazi nei confronti dell’economia statunitense. Ma è possibile che non si possa immaginare invece una risposta concreta rispetto a quello che l’Europa può fare al suo interno, ad esempio in tema di debito pubblico europeo a sostegno delle imprese, con la cancellazione di tutti quei vincoli legati alla burocrazia che solo l’Europa ha e che comunque vanno a gravare sulla filiera agroalimentare e sull’agricoltura?”. Lo ha detto il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, in una intervista ad Askanews a margine della manifestazione organizzata dalla Confederazione agricola contemporaneamente a Bruxelles e in 4 punti centrali di Roma per ribadire le ragioni della contrarietà di Coldiretti alla proposta di un fondo unico in cui potrebbero confluire Pac e politiche di coesione, che domani la Commissione Ue potrebbe formalizzare nel corso della presentazione del bilancio pluriennale.
Prandini ha evidenziato, nel corso delle trattative sui dazi con il presidente americano, la “totale assenza in termini politici” della presidente della Commissione Europea, “cosa che noi riteniamo assolutamente inaccettabile – ha detto – perché oltre che delegare il commissario Ue per competenza non ha mai cercato di facilitare un rapporto di confronto costruttivo con il presidente Trump”.
“E’ paradossale – ha poi aggiunto – che di fronte a una sfida commerciale in termini di competizione sul piano finanziario ci sia in Europa un’ipotesi di aumentare la tassazione nei confronti di tutte le industrie che hanno un fatturato superiore ai 50 milioni di euro: il risultato sarà che queste industrie manterranno la parte di produzione per quanto riguarda il mercato interno europeo in Europa e il resto verrà delocalizzato nel resto del mondo”, ha detto sottolineando che come conseguenza queste aziende “diminuiranno il fatturato in Europa con un danno per gli Stati membri, dove creeranno un problema di carattere sociale in termini occupazionali facendo esattamente il gioco di Trump, perché una delle proposte di Trump è quella di dire ‘venite a produrre da noi con le vostre conoscenze e noi vi faciliteremo anche in termini di tassazione’. Ecco l’Europa dovrebbe diminuire le tasse e non vivere fuori dalla realtà”, ha concluso Prandini.
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