R. Veneto finanzia progetto contro le virosi della vite
Roma, 9 lug. (askanews) – La Regione Veneto finanzia un progetto contro le virosi della vite, che rappresentano la prima minaccia per la viticoltura italiana dopo la flavescenza dorata, con perdite produttive fino al 50% e che sono sinonimo di perdite economiche, produzioni ridotte e scarsa qualità. Le due principali patologie, la degenerazione infettiva e l’accartocciamento fogliare, sono diffuse soprattutto nei territori storicamente vocati alla viticoltura, come le aree DOCG Soave e Prosecco, compromettendo pesantemente la qualità dell’uva e la redditività del settore.
E proprio su due vitigni simbolo di questi territori, Garganega e Glera, si concentra un nuovo studio messo in campo da Cecat(Centro per l’Educazione, la Cooperazione e l’Assistenza Tecnica), con il Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) e Agridinamica, studio tecnico e di sperimentazione agronomica con sede a Nove (VI), insieme a tre importanti realtà vitivinicole del Veneto: Cantine Vitevis di Montecchio Maggiore (VI), Azienda Agricola Inama di San Bonifacio (VR) e Azienda Agricola Ben Ben di Monteforte d’Alpone (VR).
Il gruppo di ricerca comprende esperti in patologia viticola, agronomia ed economia, che condivideranno le loro esperienze e competenze. L’obiettivo è capire come questi virus interagiscono con la pianta interferendo sulla sua capacità produttiva e testare alcune strategie naturali ed ecocompatibili per migliorare la produttività delle viti colpite. Il progetto, denominato “Condiviso”, prosegue lo studio “DI.VI.NE.”, avviato nel 2022, che aveva condotto all’analisi economica dei danni causati dai nematodi, responsabili della diffusione della degenerazione infettiva, e alla selezione di alcuni concimi in grado di migliorare le produzioni.
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