Regno Unito: i laboristi aprono a una “tassa sui ricchi” per colmare i buchi di bilancio

Il Partito laborista del Regno Unito è “disposto a esplorare” l’introduzione di una tassa sui grandi patrimoni. Lo ha dichiarato Neil Kinnock, ex leader del partito e membro della Camera dei Lord, rilanciando l’ipotesi di un prelievo del 2 per cento sugli asset superiori ai 10 milioni di sterline (115 milioni di euro), che potrebbe generare circa 10 miliardi di sterline (11,5 miliardi di euro) l’anno per il ministero del Tesoro. La proposta arriva dopo il costoso dietrofront del governo Starmer sulla riforma del welfare, che ha aperto un buco da 4,6 miliardi di sterline (5,3 miliardi di euro) nei conti pubblici.
“L’impressione è che il partito sia impantanato nei limiti che esso stesso si è imposto”, ha dichiarato Kinnock all’emittente televisiva “Sky News”, aggiungendo: “Ma esistono alternative, vie d’uscita, percorsi che credo le persone siano disposte a esplorare e che anzi incontrerebbero il favore della grande maggioranza dell’opinione pubblica”. “Tra queste, ad esempio, le tasse sui patrimoni, in un periodo in cui, negli ultimi vent’anni nel Regno Unito, come in molte altre economie occidentali, i redditi da lavoro sono rimasti stagnanti in termini reali, mentre il valore degli asset è esploso. È salito alle stelle ed è stato a malapena sfiorato dal fisco”, ha aggiunto l’ex leader laborista. Tuttavia, da Downing Street emerge scetticismo: secondo alcuni consiglieri del premier, ulteriori prelievi sui ricchi rischiano di danneggiare la crescita e causare un esodo dei capitali.
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