Sardegna: all’ospedale Brotzu di Cagliari il primo trapianto di rene da donatore a cuore fermo

Un trapianto di rene da donatore a cuore fermo controllato è stato eseguito per la prima volta in Sardegna, segnando una svolta nelle pratiche di medicina trapiantologica dell’isola. L’intervento, realizzato presso l’Arnas “G. Brotzu” di Cagliari, rappresenta un importante avanzamento tecnico, scientifico e organizzativo reso possibile da un complesso lavoro multidisciplinare e dalla generosità di un uomo che aveva espresso in vita la volontà di donare gli organi. Il ricevente è un paziente affetto da insufficienza renale cronica, inserito nella lista d’attesa regionale. La procedura si distingue dalla tradizionale donazione da morte encefalica per la modalità di accertamento del decesso, avvenuto secondo criteri cardiologici con Ecg piatto per 20 minuti, come previsto dalla normativa. La conservazione dell’organo è avvenuta tramite Ecmo, una tecnica di circolazione extracorporea che ha permesso la perfusione degli organi addominali subito dopo il decesso, seguita da una fase di riperfusione controllata per migliorarne le condizioni prima del trapianto. L’attività è stata coordinata dal Centro Regionale Trapianti diretto da Lorenzo D’Antonio, con la collaborazione di Francesca Zorcolo, e dal Coordinamento Locale guidato da Antonio Manti, affiancato dall’infermiera Tomasina Argiolas. Fondamentale il contributo delle strutture sanitarie dell’Arnas, tra cui Rianimazione, Cardiochirurgia, Neuroradiologia, Cardioanestesia, Anatomia patologica, Centro trasfusionale, Psicologia, Neurologia, Medicina legale e Professioni sanitarie. Il trapianto è stato eseguito dalle equipe di Urologia e di Nefrologia e Dialisi, dirette rispettivamente da Andrea Solinas e da Antonello Pani.

“L’utilizzo di organi da donatori a cuore non battente rappresenta una delle frontiere più avanzate della medicina dei trapianti. In Sardegna questo importante percorso è stato avviato nel 2024 con l’istituzione di un tavolo tecnico regionale, che ha portato alla definizione di un protocollo operativo condiviso, approvato con la Delibera n. 8/26 del 2025. Un lavoro corale che ha permesso di costruire percorsi organizzativi sicuri e pienamente allineati agli standard nazionali, garantendo il massimo controllo sulla qualità e sulla sicurezza del sistema – ha dichiarato il Commissario Straordinario dell’Arnas “G. Brotzu”, Maurizio Marcias – Grazie a questo protocollo, oggi è possibile ampliare la platea dei potenziali donatori, rafforzare la rete dei trapianti e, soprattutto, offrire nuove opportunità di cura a tanti pazienti in attesa. Il primo trapianto da donatore a cuore fermo eseguito all’Arnas “G. Brotzu” rappresenta un risultato di straordinaria rilevanza: non solo per la nostra Azienda, ma per l’intera rete regionale, che compie un deciso passo avanti verso standard sempre più elevati di qualità, sicurezza ed equità. È un traguardo che guarda al futuro della medicina trapiantologica, e alla vita di chi attende con speranza l’unica terapia possibile: il trapianto”. “Un sentito e profondo ringraziamento va a tutti i donatori di organi della Sardegna e alle loro famiglie, che con un gesto di straordinaria generosità e altruismo hanno scelto di donare vita – ha commentato Antonio Manti, Direttore del Coordinamento locale – È grazie a loro se la nostra Isola si conferma tra le regioni più virtuose d’Italia per numero di donazioni, testimoniando una forte sensibilità civile e un profondo senso di comunità”.

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