Terremoto ai Campi flegrei: forte scossa di magnitudo 4.0, epicentro in mare di fronte a Pozzuoli

A distanza di neanche tre settimane dall’ultima, violenta scossa che ha colpito i Campi flegrei, in quest’area la terra è tornata a tremare. È successo questa mattina alle 9.14 e il terremoto è stato avvertito nitidamente in diversi quartieri di Napoli, anche al centro e ai piani bassi. Come registrato dall’Ingv, la magnitudo del nuovo evento sismico è stata di 4.0 e l’epicentro è stato individuato in mare ad una profondità di circa 2,5 km, proprio di fronte alla costa tra le località di Pozzuoli e Bagnoli.
C’è stata molta paura tra la popolazione, in particolare nelle zone delle stesse Pozzuoli e Bagnoli, e poi ad Agnano, Soccavo, Fuorigrotta, Colli Aminei, Posillipo, Vomero e Quarto. Le autorità al momento non segnalano danni a cose o persone. L'evento bradisismico è stato avvertito anche in provincia, dalla zona nord a quella est, oltre ai quartieri che fanno parte della zona rossa.
Diverse persone si sono riversate in strada, molte le chiamate ai vigili del fuoco. Per consentire di effettuare le necessarie verifiche alle infrastrutture ferroviarie, la circolazione è stata temporaneamente interrotta sulle linee Cumana e Circumflegrea, come reso noto dall'Eav, che gestisce il servizio ferroviario nel territorio.
La nuova scossa di terremoto in quest’area fa tornare in primo piano la questione della sicurezza della popolazione qui residente. Come ha sottolineato il geologo Mario Tozzi nei giorni scorsi, «i Campi Flegrei sono una pentola a pressione, nella zona a rischio non si può abitare, può diventare solo un parco naturale». Un giudizio che a qualcuno può sembrare eccessivo, ma che tiene conto non solo della frequenza con cui si stanno verificando eventi sismici di magnitudo tutt’altro che trascurabile, ma anche con evidenze scientifiche. Spiegava Tozzi prima di quest’ultima scossa: «C'è una zona dove il flusso di gas è più intenso e il sollevamento del suolo maggiore, ma i terremoti possono verificarsi ovunque. E ce ne saranno, altri, e potranno essere ancora più forti. In un contesto di imprevedibilità questa è l'unica certezza che abbiamo». Insieme a un’altra, quella appunto di evitare che i cittadini continuino a vivere un quest’area a forte rischio sismico. «C'è ancora una scarsa educazione della popolazione sul tema. Le esercitazioni sono state poche e spesso deserte. A me sembra non sia stato fatto il necessario per far crescere la consapevolezza del rischio». Ha spiegato il geologo circa l’ipotesi esodo: «Non ci sono molte alternative. Ci saranno altri terremoti, e quando la magnitudo arriva a 5 c'è poco da fare, i palazzi crollano. E prima o poi ci sarà un'eruzione. Quando non possiamo saperlo. Ma a mio avviso è inutile e pericoloso un atteggiamento rassicurante».
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