Tunisia-Ue: in vigore nuove regole d’origine preferenziali, atteso impulso agli scambi e all’integrazione industriale

Lug 2, 2025 - 11:00
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Tunisia-Ue: in vigore nuove regole d’origine preferenziali, atteso impulso agli scambi e all’integrazione industriale

Dal primo marzo 2025 sono entrate in vigore le norme di origine preferenziali riviste tra Tunisia e Unione europea, negoziate nell’ambito della Convenzione Paneuromediterranea (Pem), con l’obiettivo di facilitare gli scambi commerciali e rafforzare l’integrazione industriale tra le due sponde del Mediterraneo. Secondo quanto riferisce Ice Agenzia di Tunisi, le nuove disposizioni adottate mirano a semplificare il processo per il riconoscimento dell’origine dei prodotti tunisini esportati nell’Ue, consentendo loro di beneficiare delle esenzioni doganali previste dall’Accordo di associazione bilaterale. Le modifiche più rilevanti riguardano il settore tessile, con regole di lavorazione più flessibili e criteri semplificati per l’ottenimento dello status di “originario”, elemento determinante per la competitività sui mercati europei. Ottenere tale status è cruciale, poiché consente ai prodotti di beneficiare delle esenzioni dai dazi doganali previste dall’Accordo di associazione Ue-Tunisia. L’impatto di queste nuove norme sarà tangibile per numerosi settori, con benefici particolarmente evidenti nel settore tessile e dell’abbigliamento. Sono state introdotte nuove opportunità per il perfezionamento passivo. Questo si riferisce alla possibilità di trasformare merci al di fuori dell’Ue e poi reimportarle mantenendo il loro status preferenziale. Questa flessibilità può aprire nuove strade per le catene di produzione e di valore.

Anche le tolleranze, ovvero la percentuale accettata di input non originari in un prodotto finale, sono state riviste. Ciò significa che i produttori tunisini avranno maggiore margine nell’utilizzo di componenti o materiali provenienti da paesi terzi, senza perdere il beneficio delle esenzioni doganali. Sono state introdotte nuove e più agevoli regole di lavorazione per i prodotti tessili, in particolare per i tessuti. Questo permetterà a un numero maggiore di tessuti tunisini di ottenere più facilmente lo status di “originario”, rendendoli più competitivi sul mercato europeo. L’introduzione di queste norme riviste è una mossa significativa che va oltre la semplice riduzione dei dazi. Essa mira a semplificare le procedure burocratiche e a rendere più prevedibili i costi di produzione e di esportazione per le aziende tunisine. Grazie a queste nuove regole, un numero maggiore di prodotti fabbricati in Tunisia potrà godere di un accesso più facile al vasto mercato europeo. Questo non solo favorirà le esportazioni tunisine, ma rafforzerà anche l’integrazione industriale tra la Tunisia e l’Ue, promuovendo la creazione di catene del valore più efficienti e interconnesse. In un contesto globale in continua evoluzione, l’allineamento delle norme di origine è un passo fondamentale per sostenere la competitività e lo sviluppo economico della Tunisia, consolidando ulteriormente i legami economici e commerciali con il suo partner principale, l’Ue.

Nei primi quattro mesi del 2025, il mercato europeo ha assorbito il 70,1 per cento delle esportazioni totali tunisine, per un valore di 14,524 miliardi di dinari, pari a 4,28 miliardi di euro, (in calo rispetto ai 15,07 miliardi di dinari 0 4,42 miliardi di euro del 2024). All’interno dell’Ue, sono stati registrati aumenti significativi delle esportazioni verso la Germania (+14,3 per cento) e i Paesi Bassi (+10,2 per cento), mentre calano quelle verso Francia (-1,7 per cento), Italia (-9,4 per cento) e Spagna (-33 per cento). Per quanto riguarda le importazioni dall’Ue (che rappresentano il 43,3 per cento del totale), si è registrato un aumento complessivo a 12,139 miliardi di dinari, pari a 3,58 miliardi di euro, contro gli 11,452 miliardi di dinari o 3,38 miliardi di euro del 2024. In particolare, a crescere sono state le importazioni da Francia (+12,3 per cento), già primo partner commerciale, Italia (+8,2 per cento) e Germania (+10,5 per cento), mentre diminuiscono quelle da Grecia (-33,6 per cento) e Belgio (-5,3 per cento).

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