Zucchero di canna, bianco o integrale? Spoiler: non ce n’è uno “buono”
Ci siamo passati tutti: una spolverata di zucchero di canna nel caffè o sullo yogurt e subito ci sentiamo meno in colpa. Come se quell’aspetto più grezzo o quel nome esotico ci assolvessero dal piccolo peccato di voler addolcire tutto. Il problema? È (quasi) tutto marketing.
Lo zucchero di canna fa meno male? Ebbene, nel suo ultimo libro , il nutrizionista ed ex triatleta Anthony Berthou ci mette in guardia contro uno dei luoghi comuni più duri a morire: che lo zucchero di canna faccia “meglio” dello zucchero bianco. Spoiler: no, non è vero. E non solo. Spesso questa convinzione ci porta addirittura ad abbondare, pensando di fare comunque la cosa giusta. Una specie di “sweetwashing” alimentare. Cerchiamo di capirci di più.
Lo zucchero di canna fa meno male?
Zucchero di canna, zucchero integrale, cassonade… tutto fumo (di melassa) e niente arrosto? Così pare, visto che entra in gioco un piccolo caos semantico: non tutto quello che sembra grezzo lo è davvero. Lo zucchero bianco, ci ricorda Berthou, viene dalla barbabietola da zucchero ed è bianco di natura. Lo zucchero di canna viene dalla canna da zucchero e ha un colore ambrato naturale… ma può essere raffinato comunque. Solo le versioni “integrali” – come il muscovado o il rapadura – evitano il processo di raffinazione e conservano qualche traccia di minerali.
Peccato che, alla fine dei conti, quei micro-nutrienti rappresentino una quantità irrisoria: circa 0,001 grammi per zollette. Meno di una coccola.

foto: GettyImages
Il problema non è lo zucchero. È quanto zucchero (e quanto ti muovi). Che sia bianco, grezzo, integrale o pressato sotto forma di sciroppo d’agave, un eccesso di zuccheri resta un problema. Favorisce l’accumulo di grassi, stressa il fegato, riduce la sensibilità all’insulina. Tutto questo, tra l’altro, succede anche più in fretta se conduciamo una vita sedentaria. La formula è brutale ma efficace: quello che non consumi, lo immagazzini. E lo immagazzini dove? Esatto. Lì, lì.
I mille tipi di zucchero
La domanda a monte sorge spontanea: abbiamo davvero bisogno dello zucchero? Berthou è chiaro: il corpo non ha bisogno di zucchero puro. Il nostro fabbisogno di carboidrati è già coperto da cereali, legumi, verdure, frutta. Il dolcino è un vezzo, non una necessità biologica.
E le alternative “naturali”? Non illudiamoci (nemmeno qui). Per chi pensa di salvarsi con il syrup di moda o lo zucchero di cocco, brutte notizie. Anche lo sciroppo d’agave, pur con un basso indice glicemico, contiene fruttosio libero che, se assunto senza fibre (quindi: non nella frutta), viene convertito dal fegato in grasso. La conseguenza? La temutissima steatosi epatica, alias “fegato grasso”.
Lo zucchero di cocco? Qualche fibra in più, ma nulla che giustifichi le miglia aeree dalle Filippine. Altro che chilometro zero.
Zucchero ed ecologia
Berthou fa anche giustamente un’osservazione ecologica che non è da trascurare: gran parte di questi zuccheri “alternativi” arriva da lontano. Zucchero di cocco, sciroppo d’agave, yacon, kitul: tutti ingredienti dall’altissimo costo ambientale. E anche lo zucchero di canna spesso viaggia da Réunion o dalle Antille. Quindi, se proprio vogliamo pensare green, anche la zuccheriera merita una riflessione.
La vera sfida? Disintossicarci dal dolce. Berthou propone un approccio quasi zen: disabituare il palato gradualmente.
La strategia? Ridurre del 5% lo zucchero nelle ricette e nelle bevande. Dopo qualche settimana, abbassare di nuovo. In poco tempo, dice, possiamo tranquillamente dimezzare le dosi senza accorgercene. E scoprire che il gusto non è nel dolce, ma nell’equilibrio.
Se proprio dobbiamo scegliere il dolcificante migliore? Il nutrizionista salva un ingrediente: il miele. Locale, non industrialmente raffinato, e ricco di polifenoli benefici (soprattutto quello di castagno). E poi, il gusto intenso ne limita l’uso: insomma, è uno zucchero che sa dire “basta”. Sweet, sì, ma con moderazione. La domanda non è se preferire zucchero bianco o di canna.
La domanda vera è: perché ci serve tutto questo zucchero? E se non stessimo solo addolcendo il tè… ma anche le nostre insicurezze, le giornate troppo lunghe o la mancanza di energia?
The post Zucchero di canna, bianco o integrale? Spoiler: non ce n’è uno “buono” appeared first on Amica.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




