Al via il 31 agosto la visita di Putin in Cina, cruciale per il rilancio della cooperazione economica

Prenderà il via il 31 agosto il summit dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), nella città cinese di Tientsin, in occasione del quale è prevista la partecipazione di vari leader globali, tra cui il presidente russo Vladimir Putin. Il titolare del Cremlino, in arrivo in Cina nella giornata di domenica, cercherà di sfruttare gli incontri con l’omologo Xi Jinping e le altre alte cariche della Repubblica popolare per dare ulteriore slancio alla cooperazione tra Mosca e Pechino, cruciale per la Russia al fine di proseguire la guerra in Ucraina.
Il sostegno indiretto della Cina ha infatti permesso alle autorità russe di mantenere il livello di forniture militari necessarie alla macchina bellica, superando le limitazioni emerse a causa delle sanzioni economiche imposte da Ue, Usa e altri Paesi. L’asse tra Putin e Xi è del resto rimasto saldo negli ormai tre anni e mezzo trascorsi dall’inizio dell’invasione, evitando alla Federazione Russa le conseguenze dell’isolamento diplomatico a cui puntavano le cancellerie occidentali ma al contempo creando un legame di dipendenza potenzialmente pericoloso per Mosca.
Non è un caso che gli scambi bilaterali tra le due nazioni siano cresciuti a livelli record a partire dal febbraio 2022, sebbene negli ultimi tempi si sia registrata una notevole flessione, pari a un -8,1 per cento su base annua tra gennaio e luglio 2025, come testimoniato dai recenti dati pubblicati dalle dogane cinesi. Nello specifico, durante il periodo in questione le esportazioni di carburante della Russia sono diminuite di quasi il 20 per cento, mentre le importazioni di smartphone e computer dalla Cina sono scese del 27,5 per cento. Al contempo, il gigante asiatico ha registrato un crollo nell’importazione di veicoli, tra cui autovetture, trattori e camion commerciali, con un -46 per cento. A compensare questa dinamica sono tuttavia state le importazioni di beni di basso valore, che richiedono procedure doganali più semplici, oltre all’incremento delle esportazioni russe di alluminio, rame e nichel.
Espandere le aree di cooperazione economica e commerciale risulta quindi cruciale per il Cremlino, che punta ovviamente all’energia ma anche ad altri settori, come l’automotive. L’ambasciatore russo a Pechino, Igor Morgulov, ha ricordato come la collaborazione bilaterale nel campo della produzione automobilistica sia attualmente in fase di sviluppo, come dimostra lo stabilimento automobilistico Great Wall nella regione di Tula, che si colloca al secondo posto in Russia per volumi di produzione automobilistica, dopo AvtoVaz. “Siamo aperti a nuovi progetti in questo settore, per il cui sostegno si stanno creando nel nostro Paese gli strumenti normativi necessari”, ha affermato Morgulov.
Il portavoce presidenziale Dmitrij Peskov ha definito “senza precedenti” la visita di Putin in Cina, confermando l’importanza data da Mosca al viaggio del leader russo. Tra gli eventi a cui prenderà parte Putin, oltre a quelli relativi al vertice della Sco a Tientsin, ci sarà anche una parata militare che si terrà a Pechino il 3 settembre, per gli 80 anni dalla resa del Giappone nella Seconda guerra mondiale. Anche da parte cinese è stata data grande rilevanza alla visita del presidente russo, con l’ambasciatore a Mosca, Zhang Hanhui, che ha parlato di una pietra miliare importante per le relazioni bilaterali ma anche “un manifesto per la pace”. Ricordando la presenza di Xi sulla Piazza Rossa lo scorso 9 maggio, in occasione della Giornata della vittoria, che celebra la fine della Seconda guerra mondiale, Zhang ha spiegato che “queste storiche visite reciproche non solo dimostrano chiaramente l’alto livello delle relazioni sino-russe, ma sono anche un tributo al profondo rispetto per la nostra comune memoria storica e per l’impresa della vittoria”.
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