Cure odontoiatriche, 4,5 milioni di italiani ci rinunciano. AMOIp: «Curare il sorriso è un diritto, non un lusso»

L’aumento dei costi dell’energia e dei materiali incide sui costi delle cure odontoiatriche, anche se l’81% dei dentisti ha scelto di non aumentare le tariffe. Francesca Criscuolo, Delegata AMOlp per la Calabria: «Esistono piani di cura personalizzati, rateizzazioni, soluzioni su misura per aiutare i pazienti a non rinunciare. Perché ogni paziente è prima di tutto una persona»
Negli ultimi anni, andare dal dentista è diventato sempre più difficile. Non per mancanza di volontà, ma per motivi economici. I dati parlano chiaro: nel 2021 le famiglie italiane hanno speso circa il 21% in più rispetto all’anno precedente per le cure odontoiatriche. E nel 2022 c’è stato un ulteriore incremento del 3,5%. Un trend che ha lasciato indietro milioni di persone: nel 2023, secondo un’indagine di Altroconsumo, circa 4,5 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure dentarie. Il 30% di loro non è neppure riuscito a sottoporsi a una visita di controllo.
Le cause dell’aumento dei costi delle cure odontoiatriche
Eppure, le cause dell’aumento dei costi sono ben note e, in parte, inevitabili: «L’incremento dei prezzi dei materiali, dell’energia e dei dispositivi necessari a garantire la sterilità dopo il Covid ha avuto un impatto notevole. Nonostante ciò, l’81% degli studi dentistici ha scelto di non aumentare le tariffe. Solo il 19% ha dovuto farlo, e con percentuali comunque contenute», spiega Francesca Criscuolo, odontoiatra e Delegata AMOlp – Associazione Medici e Odontoiatri liberi professionisti, per la Calabria.
Il punto, però, è che i denti non sono una questione estetica, ma sanitaria. E trascurarli può costare caro, anche in termini di salute generale: «Rinunciare alle cure odontoiatriche può portare a infezioni gravi, alla perdita dei denti e, nei casi più estremi, a conseguenze sistemiche importanti come patologie cardiovascolari, problemi neurologici e, addirittura, setticemia. La bocca è il primo organo della nostra salute: dimenticarlo significa esporsi a rischi enormi».
Il fenomeno del turismo odontoiatrico
E in questo vuoto si inserisce il fenomeno, sempre più diffuso, del turismo odontoiatrico. Albania, Croazia, Romania, Bulgaria: mete che offrono pacchetti ‘tutto compreso’, cure dentistiche e soggiorno. Ma spesso, al ritorno in Italia, i pazienti devono fare i conti con lavori da rifare, complicazioni e tanta frustrazione: «Molti di noi si trovano a dover rimediare a trattamenti eseguiti male. Riparare i danni è molto più difficile che iniziare da zero. Capita di dover modificare completamente i piani di cura, con risultati inferiori alle aspettative del paziente. E alla fine, quella corsa al risparmio costa molto di più, anche in termini di salute».
Ma c’è anche un altro aspetto, più intimo e delicato, che emerge dal racconto della dottoressa Criscuolo: la perdita del rapporto di fiducia. «Il nostro lavoro è fatto anche di relazione, di ascolto. Quando un paziente entra in studio non porta solo i suoi denti, ma tutta la sua storia. Accoglierlo, seguirlo, curarlo, vuol dire costruire qualcosa che va oltre la prestazione. Per questo è frustrante vedere svilita la nostra professione da chi propone cure low-cost come se si trattasse di acquistare un elettrodomestico».
Competere con i prezzi dell’Est Europa è impossibile, ma è giusto chiedersi a quale costo. «I dentisti italiani lavorano con materiali di alta qualità, si aggiornano continuamente, rispettano normative rigorose e garantiscono un’assistenza post-trattamento che altrove spesso manca. È questo che fa la differenza. E il paziente deve saperlo».
Consapevolezza e prevenzione
La via d’uscita, secondo la Delegata AMOlp, è fatta di consapevolezza e prevenzione. «Un controllo oggi può evitare interventi complessi domani. E non tutto deve essere pagato in un’unica soluzione. Esistono piani di cura personalizzati, rateizzazioni, soluzioni su misura per aiutare i pazienti a non rinunciare. Perché ogni paziente è prima di tutto una persona. E curare il sorriso non deve mai diventare un privilegio per pochi».
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