Delrio attacca Schlein: “Meloni sa federare, il Pd guarda solo a sinistra”

Graziano Delrio, ex ministro e oggi fondatore dell’associazione Comunità democratica, lancia un avvertimento al centrosinistra e in particolare al Partito democratico guidato da Elly Schlein. L’obiettivo della sua nuova realtà associativa è, spiega, quello di “sanare il divorzio fra cultura e politica e instaurare reti”. Un compito che, secondo lui, la destra sta svolgendo meglio della sinistra.
Nel colloquio con Adriana Logroscino per il Corriere della Sera, Delrio sottolinea che Giorgia Meloni è oggi in “sintonia culturale con mondi diversi dal suo”. La presidente del Consiglio, aggiunge, “che prima nel suo integralismo di destra-destra non era capace di farlo, sta imparando a parlare con certi mondi. A Rimini si è vista un’evoluzione intelligente dal punto di vista politico che presuppone un progetto che riscontro anche sui territori. Chi pensa che nel 2027 sarà inesorabilmente sconfitta, credo non colga questa evoluzione”.
Il confronto con il Pd, però, appare impietoso. “Non voglio dare giudizi. Ma siccome a me interessa che il centrosinistra vinca le elezioni, non posso non notare che mentre Meloni ascolta ed entra in sintonia culturale con mondi lontani da lei, come Cl o la Cisl, il centrosinistra sembra non essere in grado di mettere in campo una sua strategia per parlare a quanti, non sentendosi rappresentati, si rifugiano nell’indifferenza e quindi nell’astensionismo”.
Il nodo del Pd e la lezione di Togliatti
Secondo Delrio, il Partito democratico oggi “ha uno sguardo fisso a sinistra” e manca di una prospettiva capace di includere realtà sociali diverse. In particolare, evidenzia come “manca l’approccio interclassista. Perfino Togliatti, che pur si muoveva in un contesto ideologico che di per sé non facilitava l’ascolto di mondi diversi, parlava di ceti medi. Facendo capire che un partito di governo deve avere l’ambizione di usare anche il loro linguaggio”.
La difficoltà principale, ammette, “è essere di sinistra e interclassisti”. Ma non è impossibile: “Forse. Il mondo cattolico ha tantissime risorse, non vanno tralasciate”. Da qui la necessità di figure di raccordo. Il giornalista cita l’esempio di Ernesto Ruffini come possibile federatore, ma Delrio si schermisce: “Il federatore, casomai, verrà dopo. Ma da pd dico: perché rinunciare a rappresentare sensibilità, appaltando il compito ad altri? Sarebbe un grandissimo errore immaginare di proporre una quercia e tanti cespugli”.
L'articolo Delrio attacca Schlein: “Meloni sa federare, il Pd guarda solo a sinistra” proviene da Blitz quotidiano.
Qual è la tua reazione?






