Donnini (Palm Angels): “Licenze, aperture e prezzo medio più basso del 30%”
Luca Donnini ha le idee chiare sul nuovo percorso di Palm Angels, marchio passato sotto l’egida di Bluestar Alliance tre mesi fa. La società newyorkese specializzata nella gestione e commercializzazione di brand, già proprietaria di Off-White, ha infatti comprato il brand di luxury streetwear fondato e guidato allo stile da Francesco Ragazzi, che ha lasciato la label. Durante Milano Moda Uomo la label ha organizzato un cocktail durante il quale il CEO ha raccontato a Pambianconews alcuni dettagli sulle strategie in serbo.
Palm Angels tornerà a sfilare? A Parigi o a Milano?
Non abbiamo ancora pianificato il concetto di sfilata perché abbiamo preso il brand appena tre mesi fa, e chiaramente e dobbiamo capire quale sarà il posizionamento finale del progetto che vogliamo mantenere, garantendo una linea diretta con ciò che era all’inizio. Sicuramente Palm Angels mantiene la sua anima milanese e infatti abbiamo fondato qui con una nuova società, la Lux Lux, completamente dedicata al design e allo sviluppo dei prodotti in cui sarà coinvolto anche il nuovo direttore creativo Alberto Furlan. Il made in Italy resta centrale così come la qualità dei nostri prodotti ma con un’evoluzione rispetto al concetto gotico degli anni passati perché quella generazione è cresciuta e cambiata, la modalità d’acquisto predilige uno stile più raffinato, più long term. Allo stesso tempo non vogliamo perdere la nostra estetica high end streetwear, siamo un marchio innovativo, rispetto alla concorrenza ci sentiamo abbastanza in full position.
Quanti negozi dispone attualmente Palm Angels?
Dopo questa operazione rimangono Milano, Bangkok, Seoul, Tokyo, Forte dei Marmi e Dubai, pensiamo di aprire altri due punti vendita per la primavera/estate 2026 che saranno ad Atene e a Varsavia.
Perché avete scelto proprio queste due città?
Perché sono due partner storici che credono molto nel brand e che vogliono in un certo senso accompagnarci in questo progetto lifestyle. Il retail è lifestyle, non bisogna preoccuparsi solo di t-shirt ma anche del footwear, dell’outerwear e aumentare molto il mondo donna che oggi purtroppo è ancora piccolo rispetto al potenziale. Dobbiamo accontentare tutti i tipi di gender, stiamo cercando di impostare un lavoro che sia tra uomo-donna, diciamo monogender.
Attualmente qual è la percentuale di vendite uomo – donna?
La donna rappresenta il 30% ma può superare il 50%, è un segmento che conosco bene avendo lavorato da Max Mara e poi Guess Europe dove la donna superava il 70%, ultimamente sono stato da Temperley London, griffe solo femminile.
La fascia prezzo di Palm Angels resterà la stessa? Ci sarà un cambiamento in termini di posizionamento?
Non proprio, sposteremo l’entry price aumentandolo e abbasseremo il top price, quindi avremo un effetto sul presso medio più basso del 30 per cento.
Ha già delle previsioni di fatturato?
Siamo appena arrivati quindi no ma già dai primi ordini siamo molto ottimisti.
Cosa intende per lifestyle?
Per esempio, abbiamo fatto un accordo con Revlon per la profumeria e la cosmetica e con Daddato per il kidswear. Più che a nuove licenze stiamo pensando a collaborazioni strategiche con player specializzati, ad esempio nel mondo delle sneakers. Inoltre cambieremo un po’ il concept dei negozi, meno urban e più orientato al mondo californiano.
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